venerdì 23 agosto 2024

LOTTA TRA SACRO E PROFANO

 


AGONE MISTICO

La lotta di oggi


- Gesù e Maria Valtorta. (Sull’Eucaristia). 


“L’ Ora santa” è una meditazione che Gesù ha dettata a Maria Valtorta il 14 giugno 1944, e il brano seguente fa parte di questa meditazione.  

« Ma vedete questo eucaristico Pane? Esso ha fatto i martiri. Erano creature come voi: paurose, deboli, viziose anche. Questo Pane ne ha fatto degli eroi. Nel primo punto vi ho indicato il mio Sangue per vostra purificazione. Al terzo punto, per fare di voi dei santi, vi indico questa Mensa e questo Pane. Il Sangue da peccatori vi ha fatto giusti. Il Pane da giusti vi fa santi. Un bagno monda ma non nutre. Rinfresca, ristora, ma non si fa carne nella carne. Il cibo invece diviene sangue e carne, diviene voi stessi. Il mio Cibo diviene voi stessi.  

Oh! Pensate! Guardate un piccolo bambino. Oggi mangia il suo pane e domani ancora, e poi domani, e domani. Eccolo che si fa uomo: alto, robusto, bello. È sua mamma che l’ha fatto così? No. Sua mamma l’ha concepito, portato, dato alla luce, allattato e amato, amato, amato. Ma il piccolino, se dopo il latte non avesse avuto altro che bagni, baci e amore, sarebbe perito di inedia. Quel piccolo si fa uomo per il cibo da adulto che prende. Quell’uomo è tale perché prende giornalmente il suo cibo. 

Lo stesso è per il vostro io spirituale. Nutritelo del Cibo vero che dal Cielo discende, e che dal Cielo vi porta tutte le energie per farvi virili nella Grazia. La virilità sana e forte è sempre buona. (...)  Il mio Cibo vi farà sani e forti nella virilità dello spirito, e saprete amare gli altri più di voi stessi, come Io vi ho amato. (...)  Il vero amore, anche ferito, sale. Con l’unghia e col becco si arrampica, se più non può volare, per non giacere nell’ombra e nel gelo, per essere nel sole, medicina di ogni male. E appena rinvigorito ecco che riprende il volo. E va da Dio ai fratelli e da questi a Dio, angelica farfalla che porta i pollini dei celesti giardini per fecondare i terrestri fiori, e portare i profumi, rapiti ai più umili fiori, a Dio perché il accolga e li benedica.  

Ma guai se si allontana dal sole. Il Sole è la mia Eucaristia, perché in essa è benedicente il Padre, amante lo Spirito, mentre Io, il Verbo, opero. Venite e prendete. Questo è il Cibo che ardentemente chiedo sia consumato da voi. (...)  Rimanete in Me. Fate che il Padre non possa distinguere il tralcio dalla vite, tanto il tralcio è uno con essa. Fate che il Padre non possa capire dove finisco Io e cominciate voi, tanto la somiglianza è piena. Chi ama finisce per prendere dell’amato inflessioni, intercalari e gesti. 

Io voglio che voi siate altrettanti Gesù. E questo perché voglio che voi abbiate quanto chiedete  ─ fusi a Me non potete chiedere che cose buone  ─ e non abbiate a conoscere ripulse. E questo perché Io voglio che abbiate più ancora di quanto chiedete, perché il Padre effonde in un continuo flusso d’amore i suoi tesori sul Figlio suo. E chi è nel Figlio fruisce di questa infinita effusione, che è l’amore di Dio che si letifica nel suo Verbo e che circola in Lui. Ora Io sono il Corpo e voi le membra, e perciò la Gioia che mi inonda e viene dal Padre, la Potenza, la Pace, ogni altra perfezione che in Me circola, si trasfonde in voi, miei fedeli che siete parte di Me, inscindibile qui e oltre. 

Venite e chiedete. Non abbiate paura di chiedere. 

Tutto potete chiedere, perché Dio tutto può dare. Chiedete per voi e per tutti. Io vi ho insegnato. Chiedete per i presenti e per gli assenti. Chiedete per i passati, i presenti, i futuri. Chiedete per questa vostra giornata e per la vostra eternità, e per questa e quella di chi amate. Chiedete, chiedete, chiedete. Per tutti. Per i buoni, perché Dio li benedica. Per i malvagi, perché Dio li converta. Dite con Me: “Padre, perdona loro”. Chiedete: la salute, la pace in famiglia, la pace nel mondo, la pace per l’eternità. Chiedete la santità. Sì, anche questa. Dio è il Santo ed è il Padre. Chiedetegli, in un con la vita che vi mantiene, la santità attraverso la Forza che viene da Lui.  

Non abbiate paura di chiedere. Il pane quotidiano e la benedizione quotidiana. Non siete tutto corpo, non siete ancora tutto spirito. Chiedete per questo e quello, e vi sarà dato. Non temete di osare troppo. Io per voi ho chiesto la mia stessa gloria, anzi ve l’ho data addirittura, perché siate simili a Noi che vi amiamo, e il mondo conosca che siete figli di Dio. Venite. In questo mio Cuore è il Padre vostro. Entrate, ché Egli vi possa riconoscere e dire: si faccia festa nei Cieli perché ho ritrovato un figlio che amavo”. » 76 

Durante la guerra del 1940-45 Maria Valtorta sperava che Gesù le desse una preghiera da recitare come atto di riparazione per le ostie sparse in mezzo alle macerie delle chiese bombardate e saccheggiate. Il 4 giugno 1943 Gesù le fece dono della preghiera seguente: 

«Gesù, che sei colpito nelle nostre chiese per mano di Satana, ti adoro in tutte le particole sparse e distrutte fra le rovine. Prendi me per tuo ciborio, per tuo trono, per tuo altare. Conosco di non esserne degna, ma tu ami stare fra coloro che ti amano, ed io ti amo per me e per chi non ti ama. Mi imporpori come sangue il dolore perché io divenga degno ornamento per ricevere Te, che vuoi essere simile a noi in quest’ora di guerra. Il mio amore sia lampada che arde davanti a Te, Santissimo, e il mio olocausto incenso. Così sia. » 

Gesù spiegò a Maria Valtorta che quando le rovine delle chiese bombardate cadevano su di Lui, era come se Lui stesso fosse schiacciato. Poi aggiunse che una persona pia, volendo, poteva servirsi del suo pensiero e del suo amore come ci si serve di una tovaglia di lino, o di un prezioso tappeto, per raccoglierlo, Lui-Eucaristia, colpito, ferito, profanato, cacciato dai suoi tabernacoli... 77  

De Parvulis 

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