martedì 13 agosto 2024

“Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto”.

 


SAN GIOVANNI APOSTOLO APOCALISSE  


Le parole di Gesù non consentono alcun fraintendimento: Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto”.

Ma sempre il Signore è intervenuto nella storia per operare queste rimozioni. Un esempio è sufficiente per confermare questa verità.

Isaia - cap. 22,1-25: “Oracolo sulla valle della Visione. Che hai tu dunque, che sei salita tutta sulle terrazze, città rumorosa e tumultuante, città gaudente? I tuoi caduti non sono caduti di spada né sono morti in battaglia. Tutti i tuoi capi sono fuggiti insieme, fatti prigionieri senza un tiro d'arco; tutti i tuoi prodi sono stati catturati insieme, o fuggirono lontano. Per questo dico: Stornate lo sguardo da me, che io pianga amaramente; non cercate di consolarmi per la desolazione della figlia del mio popolo. Poiché è un giorno di panico, di distruzione e di smarrimento, voluto dal Signore, Dio degli eserciti. Nella valle della Visione un diroccare di mura e un invocare aiuto verso i monti.

Gli Elamiti hanno preso la faretra; gli Aramei montano i cavalli, Kir ha tolto il fodero allo scudo. Le migliori tra le tue valli sono piene di carri; i cavalieri si sono disposti contro la porta. Così egli toglie la protezione di Giuda. Voi guardavate in quel giorno alle armi del palazzo della Foresta; le brecce della città di Davide avete visto quante fossero; avete raccolto le acque della piscina inferiore, avete contato le case di Gerusalemme e demolito le case per fortificare le mura; avete costruito un serbatoio fra i due muri per le acque della piscina vecchia; ma voi non avete guardato a chi ha fatto queste cose, né avete visto chi ha preparato ciò da tempo. Vi invitava il Signore, Dio degli eserciti, in quel giorno al pianto e al lamento, a rasarvi il capo e a vestire il sacco.

Ecco invece si gode e si sta allegri, si sgozzano buoi e si scannano greggi, si mangia carne e si beve vino: Si mangi e si beva, perché domani moriremo! Ma il Signore degli eserciti si è rivelato ai miei orecchi: Certo non sarà espiato questo vostro peccato, finché non sarete morti, dice il Signore, Dio degli eserciti. Così dice il Signore, Dio degli eserciti: Rècati da questo ministro, presso Sebnà, il maggiordomo, che si taglia in alto il sepolcro e si scava nella rupe la tomba: Che cosa possiedi tu qui e chi hai tu qui, che ti stai scavando qui un sepolcro? Ecco, il Signore ti scaglierà giù a precipizio, o uomo, ti afferrerà saldamente, ti rotolerà ben bene a rotoli come palla, verso un esteso paese. Là morirai e là finiranno i tuoi carri superbi, o ignominia del palazzo del tuo padrone! Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto.

In quel giorno chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkia; lo rivestirò con la tua tunica, lo cingerò della tua sciarpa e metterò il tuo potere nelle sue mani. Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide; se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire. Lo conficcherò come un paletto in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre. A lui attaccheranno ogni gloria della casa di suo padre: discendenti e nipoti, ogni vaso anche piccolo, dalle tazze alle anfore. In quel giorno oracolo del Signore degli eserciti cederà il paletto conficcato in luogo solido, si spezzerà, cadrà e andrà in frantumi tutto ciò che vi era appeso, perché il Signore ha parlato”.

Che nessuno pensi l’impensabile: che sia lui il pastore assoluto delle pecore. Pastore è Cristo Gesù. Ogni altro deve pascere il gregge con il suo amore, la sua verità, la sua Parola, il suo Cuore, la sua Intelligenza, la sua Sapienza.

Se questo non avviene, il Signore sa come intervenire perché il suo gregge abbia sempre pastori che lo pascano secondo il Suo cuore e la Sua volontà.

[6]Tuttavia hai questo di buono, che detesti le opere dei Nicolaìti, che anch'io detesto.

Che sia caduto dall’amore, non significa però che l’Angelo della Chiesa di Efeso si sia lasciato andare nel suo ministero, abbia smesso di operare quel santo e giusto discernimento, necessario per guidare le pecore nella verità del Signore.

Lui è perfetto nella verità. È perfetto nelle opere. È solo carente del grande amore, senza del quale prima o poi si cade anche dalla perfezione delle opere e del sano discernimento.

Il Signore gli riconosce il bene che lui sta facendo al suo gregge, proteggendolo e custodendolo dal cadere nell’errore, nella falsità, nell’idolatria.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


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