Libertà nello Spirito
Solo chi fa l'esperienza di un amore perfetto può diventare perfettamente libero, perché l'autentica libertà è il riflesso attivo dell'amore di Dio nell'uomo. Quando la preghiera si riduce all'essenziale, a non essere altro che una progressiva presa di coscienza della vita di Dio in noi, si trova allora vicinissima alla sorgente della nostra libertà. L'esperienza della preghiera diventa, giorno dopo giorno, la norma che determina le nostre parole e le nostre azioni, la legge spirituale che ci anima dall'interno. E’ come se portassimo in noi un fuoco di cui possiamo trasmettere il calore agli altri. Imparare ad agire così, a partire dall'interno, costituisce una svolta importante nella vita di un credente. Anche se fino a quel momento era sempre stato molto attivo, si trattava solo della sua generosità spontanea e naturale, e per esperienza sapeva che questa non lo avrebbe portato molto lontano e che avrebbe presto dato segni di esaurimento. Per altri, un senso innato del dovere ha potuto svolgere un ruolo importante. Anche il senso del dovere, il cui fattore determinante sarebbe la prescrizione morale, dovrebbe essere analizzato attentamente. Cosa succede realmente in me quando mi applico solo ad essere coscienzioso? Sappiamo per esperienza che un simile sforzo può diventare, alla lunga, insopportabile e che la vita autentica non passa attraverso queste cose. Chi invece ha ricevuto la grazia di essere all'ascolto del proprio cuore nella preghiera è immediatamente sensibile alla dolce spinta dello Spirito santo in lui. Senza che lo vediamo né lo sentiamo, lo Spirito ci tocca e ci spinge in avanti: sarà come un instinctus interiore in ciascuno di noi. Chi è così guidato dallo Spirito va d'istinto a cercare non ciò che è meglio o più virtuoso in sé, ma ciò verso cui lo Spirito lo spinge concretamente, ciò che lo Spirito gli chiede in quel preciso momento: niente di più, ma anche niente di meno. Sa ascoltare lo Spirito, vive liberamente, inserito su questa lunghezza d'onda e capace di cogliere i segni dello Spirito, docile alla grazia. E’ quello che Agostino chiama il Magister interior, il Maestro interiore. Riconosciamo qui l'unzione interiore di cui parla Giovanni nella sua prima Lettera, unzione di cui nessun credente è sprovvisto: "Ora voi avete l'unzione ricevuta dal Santo e tutti avete la scienza. (...) Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di traviarvi. E quanto a voi, l'unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che alcuno vi ammaestri; ma come la sua unzione vi insegna ogni cosa, è veritiera e non mentisce, così state saldi in lui, come essa vi insegna" (1Gv 2,20.26-27).
Nessun commento:
Posta un commento