domenica 10 novembre 2019

Loreto? Ecco come ti occulto il miracolo!


Cronache da Babele e dintorni
SARÀ ABOLITO IL SACRIFICIO QUOTIDIANO E SARÀ ERETTO L’ABOMINIO DELLA DESOLAZIONE (DN 12,11)
Cari Amici, se da una parte c’è di che gioire per il Decreto ufficiale che allarga all’Urbe e all’Orbe una Memoria Liturgica che non c’era, della Festa della Madonna di Loreto, dall’altra però… attenti all’inganno!! All’occultamento della TRASLAZIONE PRODIGIOSA della Santa Casa, come ha spiegato Aldo Maria Valli.

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Il nuovo decreto sulla Santa Casa di Loreto. Ovvero come ti occulto il miracolo

In vista dell’8 dicembre, apertura del giubileo lauretano indetto per celebrare i cent’anni dalla proclamazione della Vergine di Loreto patrona degli aeronauti, il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha firmato un decreto nel quale si afferma: “Il Sommo Pontefice Francesco ha decretato che la memoria facoltativa della Beata Maria Vergine di Loreto sia iscritta nel Calendario Romano il 10 dicembre, giorno in cui vi è la festa a Loreto, e celebrata ogni anno. Tale celebrazione aiuterà tutti, specialmente le famiglie, i giovani, i religiosi, a imitare le virtù della perfetta discepola del Vangelo, la Vergine Madre che concependo il Capo della Chiesa accolse anche noi con sé”.
Il Santuario di Loreto, si legge inoltre nel decreto, ha saputo illustrare “in modo eccellente, nel corso del tempo, non meno di Nazareth in Terra Santa, le virtù evangeliche della Santa Famiglia”. “Nella Santa Casa, davanti all’effige della Madre del Redentore e della Chiesa, santi e beati hanno risposto alla propria vocazione, i malati hanno invocato consolazione nella sofferenza, il popolo di Dio ha iniziato a lodare e a supplicare santa Maria con le litanie lauretane, note in tutto il mondo. In modo particolare quanti viaggiano in aereo hanno trovato in lei la celeste patrona”.
Per i tanti devoti della Madonna di Loreto sembrerebbe una bella notizia, ma così non è. Infatti il decreto elimina la celebrazione liturgica del miracolo riferito alla traslazione della Santa Casa e la sostituisce con la celebrazione di una festa mariana come tante altre. In questo modo ignora la Santa Casa come reliquia, la descrive semplicemente come “Santuario che ricorda l’Incarnazione” e di fatto abroga la celebrazione liturgica della traslazione miracolosa della Santa Casa.
Un decreto “inaspettato e inopinato” lo definisce il professor Giorgio Nicolini, massimo studioso della Santa Casa e del miracolo della traslazione. “È documentato – spiega Nicolini – che questa festa liturgica a Loreto e nelle Marche era celebrata sin dal XIV secolo. La Chiesa, nell’ambito della festa autorizzò anche la celebrazione della traslazione della Santa Casa da parte degli angeli, inserendola nel Martirologio romano già dal 1669, con un decreto di Clemente IX”.
Quella che veniva celebrata il 10 dicembre, quindi, non era una semplice festa mariana, bensì la traslazione miracolosa della Santa Casa. Ovvero, afferma Nicolini, “l’unico miracolo ufficialmente riconosciuto in una celebrazione liturgica dalla Chiesa”.
“Praticamente – continua il professore – questo nuovo decreto annulla secoli di pronunciamenti pontifici e dichiara implicitamente che nei sette secoli precedenti (e comunque ufficialmente a partire dal XVII secolo) tutti i decreti che riconoscevano e autorizzavano il ricordo della traslazione miracolosa non valgono più nulla, e lo stesso riconoscimento dell’autenticità della reliquia della Santa Casa viene ora del tutto occultata se non apertamente negata”.
“Nel decreto, infatti, non si trova più nessun accenno alla Santa Casa in quanto reliquia, né la si identifica con l’autentica casa di Nazareth, ma si parla solo del santuario che ricorda l’Incarnazione. Un ricordo devozionale, non il riconoscimento di un fatto storico. Tanto è vero che le tre pareti della Santa Casa non vengono mai nominate. D’altra parte si tratterebbe solo di ‘alcune pietre’, secondo quanto sostenuto da Francesco di recente. Non solo. Nel decreto si sostiene che le grazie ottenute lungo i secoli nascono dal fatto che i fedeli si sono rivolti all’effige della Madonna presente nella Santa Casa, e non dal fatto che hanno pregato all’interno di una reliquia. Il decreto è insomma ambiguo: la traslazione miracolosa non è negata, ma ignorata, e così, di fatto, la Santa Casa non è più una reliquia”.
“Per i profani e per i fedeli meno informati – dice ancora Nicolini – il fatto che il papa abbia iscritto nel martirologio romano universale la festa della Beata Vergine di Loreto può sembrare una cosa bella. In realtà il cardinale Sarah, con un inganno, ha abrogato la secolare festa della traslazione miracolosa cambiando la natura stessa della ricorrenza. Non più il ricordo di un miracolo, ma una generica devozione mariana. Stupisce che a firmare il decreto sia stato un cardinale come Robert Sarah: solo ignoranza? Possibile che non conosca i decreti di tutti i secoli precedenti? E non si rende conto che, abrogandoli, sconfessa quanto stabilito dai papi precedenti attraverso la stessa congregazione da lui guidata? Il decreto risulta schizofrenico nel rinnegare i pronunciamenti ufficiali precedenti, reiterati per quattro secoli”.
Secondo Nicolini, il decreto è l’atto conclusivo di una vera e propria “apostasia lauretana” incominciata nel 1984 a opera del padre Giuseppe Santarelli, direttore della Congregazione universale della Santa Casa, che ipotizzò un “trasporto umano” di “alcune pietre” della Santa Casa di Nazareth, negando così sia l’integrità della reliquia sia il miracolo della traslazione.
“Il testo del decreto – conclude Nicolini – non mi sembra abbia lo stile di scrittura del cardinale Sarah. È uno stile ambiguo, che dice e non dice, occulta ma non nega, nega ma non lo fa trasparire. Ognuno può trarci una tesi ma anche il suo contrario. Sempre però con l’intento di desacralizzare. Bisogna dirlo: è il tipico stile di papa Bergoglio e della sua cerchia. L’errore grave del cardinale Sarah è averne assunto la paternità. Per parte mia, scriverò una lettera aperta al cardinale, spiegandogli perché ha sbagliato”.

Aldo Maria Valli

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