giovedì 9 gennaio 2020

CONTEMPLIAMO IL MISTERO DELLA SS. TRINITÀ E, NELLA DIVINA TRINITÀ, MARIA



Dio è un solo Dio in Tre Divine Persone.

Come sappiamo, nell’Antico Testamento non fu fatta una rivelazione esplicita del Mistero Trinitario: le Tre Divine Persone dell’unico Dio. Fin dal primo capitolo della Genesi,
ci sono già eloquenti accenni su Dio (singolare) che parla in plurale: E Dio disse: Facciamo l’uomo a Nostra immagine, a Nostra somiglianza... E Dio creò l’uomo a Sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò...” (1,26‐27). Il Signore Dio disse allora: Ecco, l’uomo è diventato come uno di Noi...” (3,22).
Lo stesso si vede nel cap. 18, l’apparizione di Dio ad Abram: ...”vide che tre uomini stavanin piedi presso di lui... Appena li vide... si prostrò fino a terra, dicendo: Mio Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi...” Vengono chiamati angeli” le due persone che proseguono, ma questo nome è in senso etimologico (“inviati”). In questo senso si legge Isaia, 48,16: ”Ora il Signore Dio ha mandato Me insieme con il suo Spirito”...
Insomma, ce ne sono eloquenti accenni nell’Antico Testamento, che però s’illuminano soltanto alla luce del Nuovo. La Trinità di Persone dell’unico Dio si manifesta soltanto partire del battesimo di Gesù al Giordano. E poi tante volte ne parla Gesù: ”Chi vede Me, vede il Padre”. ”Il Padre, che vive in Me, fa le Sue opere”. ”Il Padre ed Io siamo una sola cosa”, ecc.
Meditiamo il Mistero Divino ”per analogia”, come ogni cosa che riguarda Dio, infinitamente più grande di noi, trascendente. Se Dio mi ha creato, prendendo Se stesso come Modello unico, degno di , significa che avviene in Lui qualcosa di simile a quello che avviene in me. Se io nella mia mente e nella mia coscienza (o per essere più esatto, nell’intelligenza, la volontà e la memoria) ho una certa idea di me stesso, il concetto di me stesso, (e posso dire che è come la mia immagine interiore, mentre quella che vedo sullo specchio è solo esteriore e molto parziale), così Dio ha in unidea perfettissima di Se Stesso.
Confesso che prima di parlare di questi sublimi misteri di Dio, dovremmo baciare sette volte il suolo, lavarci sette volte la bocca…, volendo dire che tutti siamo assolutamente indegni ed incapaci di farlo e che ci vuole un rispetto infinito. Solo Dio, che ci concede di poter riflettere, può purificarci, come ad Isaia, la mente, il cuore, le labbra, con un carbone acceso” del suo Amore.
E riconosco che queste piccole riflessioni (delle quali mi assumo ogni responsabilità) sono appena un balbettare, sia pure con un atomo di amore, di fronte alla vera Realtà Divina. In esse faccio mia l’autentica Fede della Chiesa. Ma se la Chiesa mi dicesse che qualche cosa del mio discorrere non fosse conforme a verità, la cancellerei subito dalla mia menteDovrebbe essere però la legittima Autorità della Chiesa a dirmelo, perché daltro canto, se per ipotesi succedesse che una grande maggioranza di fedeli e anche di Pastori (come è successo qualche volta nella storia), si allontanasse per difetto o per eccesso dalla Dottrina genuina, con la Grazia del Signore non li seguirei in questo. “Se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema!”
L’Idea che Dio ha di, la Conoscenza di Sé, il Concetto di Sé, l’Immagine di Se stesso, è ciò che Egli chiama il suo Verbo, la sua perfetta Parola o Espressione, in cui Si vede realizzato, l’impronta della Sua Sostanza”, come dice la Lettera agli Ebrei,
Siccome Dio non è qualcosa” ma è ”Qualcuno”, cioè, è un Essere responsabile delle proprie azioni e decisioni, in altre parole: è PERSONA, e siccome il concetto o conoscenza che ha di Sé è perfettissimo (non come quello che io ho di me stesso, che è solo fino ad un certo punto), allora risulta che il suo Concetto o Verbo è anch’Esso PERSONA, un’Altra
Persona, con la quale può avere un ineffabile DIALOGO (invece io con me stesso, con la mia immagine interiore, o con quella esterna dello specchio su cui mi vedo, posso fare solo un monologo, perché non è un’altra persona).
Questo LoroDialogo” oRapporto” di intercambio di ogni cosa, è talmente perfetto, che anch’Esso è Qualcuno: è la Terza Divina Persona, è lo Spirito Santo, il cui Nome esprime l’Essenza stessa dell’Essere Divino.
Insomma, nessuna delle Tre Persone può essere senza le altre Due… Ciò vuol dire che la ”persona” non risulta solo dall’essere responsabile e consapevole delle proprie decisioni (un neonato è persona, sebbene ancora nonesercita” quello che è), ma risulta anche dal rapporto ontologico con le altre persone: per esempio, il Padre è Padre perché ha il Figlio…
Fin qui arriva la riflessione che riguarda l’Essere Divino, unico ed indivisibile, che è TrPersone distinte (le chiamerei anche “reciproche”).
Ma adesso passiamo a considerare il Loro reciproco Amore. In questo scambio di Amore e di Vita che avviene tra il Padre ed il Figlio, il Padre manifesta e comunica tutto ciò che Egli è al Figlio, tutte le Sue infinite perfezioni… Tutto depone in Lui, tranne una cosa che “non può, perché sarebbe una contraddizione: la sua condizione specifica di Padre del Verbo. Infatti, il Figlio non potrebbe essere “Padre di Se stesso”. E neppure la può dare allo Spirito Santo, perché questa Divina Persona è “la Relazione”, “il Legame”, “il Dialogo di Amore” tra le Due prime… Che fare?
Il loro Essere è perfettissimo, di nulla ha bisogno, non c’è niente da aggiungere o da togliere. Ma il loro Amore non è soddisfatto se le Tre Divine Persone non danno tutto, se ritengono per qualcosa. Ecco allora la soluzione: senza bisogno di nulla, solo per amore, il Padre ha voluto eternamente un’altra persona, diversa dal Figlio e dallo Spirito Santo, una “quarta persona”, alla quale poter comunicare o con la quale poter condividere la Sua condizione specifica di Padre del Verbo. Una persona diversa dalla SS. Trinità, una persona da creare apposta per dare sfogo al suo Amore: in questa Creatura singolare la Paternità Divina, la sua Fecondità Verginale, si chiama “Maternità Divina”, ma è proprio la stessa!
Possiamo ancora aggiungere un’altra considerazione: se il Padre è Colui che ama, l’Amante, il Figlio è l’Amato e lo Spirito Santo è l’Amore…E in quella gara d’Amore Divino (poiché l’Amore è una gara, per vedere chi riesce ad onorare, a felicitare, ad esaltare di più l’altra persona), immaginiamo che il Figlio vorrebbe vincere in amore… e allora Gli è sembrato poco amare con un solo “cuore” il Padre, ne ha voluto due; non la sola Volontà Divina, ma ne ha voluto ancora un’altra per amarlo “il doppio”, ed ecco la soluzione: creare una seconda volontà, la sua volontà umana, animandola con lo stesso Amore Divino…
Non potendo dare sfogo al suo Amore diventando di più (perché Dio è infinitamente grande), il Figlio ha trovato la soluzione facendosi di meno, abbassandosi: “pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio (Padre), ma spogliò Se stesso… umiliò Se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce…” (Fil. 2). Come disse Giovanni il Battista: “Egli deve crescere, io diminuire” (Gv 3,30), così ha fatto Gesù, ha voluto esaltare il Padre, glorificarlo, privandosi Lui di tutto. Ma il Padre non si è lasciato vincere: “Per questo l’ha esaltato e Gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome…”
Quindi immaginiamo ancora che il Padre, sorridendo, avrebbe detto: “Ah, Tu mi vorresti vincere in Amore? E allora anch’Io faccio lo stesso: non mi basta amarti con la mia sola Persona, voglio pure bilocarla in un’altra persona e perciò la creo apposta, una persona creata, Maria; in Me è Paternità, in lei è Maternità, ma è la stessa fecondità verginale divina. Così Io ti amerò dal Cielo e anche dalla terra per mezzo di Lei…”
Ho detto prima che Dio ha così voluto e (quindi) fatto “eternamente”. E questo è perché in Dio non c’è successione di atti, ma un unico Atto infinito, esaustivo. A noi pare che ora fa una cosa e poi fa un’altra; ma l’Atto Divino (quello che è il “Fiat” di Dio) è al di sopra del divenire temporale. Allora, dal punto di vista di Dio, non soltanto Maria, ma anche noi e tutto ciò che esiste siamo “eterni”, sempre presenti nel Pensiero e nel Volere di Dio, ma dal punto di vista di essere creature, siamo “temporali”: cioè, la nostra esistenza ha avuto un inizio, anche se noi uomini, come pure gli angeli, non avremo fine. E siamo “temporali” anche perché passiamo continuamente dalla possibilità di fare alla realizzazione o atto, che avviene sempre in un momento o atto di esistenza successivo. Inoltre, quando il Verbo Divino vide la Paternità di suo Padre amato “bilocata” (per così dire) in una creatura, rapito dall’amore decise di farsi anche Lui creatura, per essere suo Figlio ed onorare così in questa creatura la Paternità di suo Padre… Quindi, ben possiamo affermare che il primo motivo (in ordine d’importanza) che il Verbo Eterno ha avuto per incarnarsi, oltre alla “gara” divina d’Amore, non è stato il peccato degli uomini, ma la Grazia perfetta di Maria…
Poi, per motivo di questa Coppia iniziale di Creature, Dio ha decretato di dare l’esistenza a tutte le altre, nel loro ordine e grado. Appoggiandoci sull’autorità di San Paolo (Ef.1, Col.1) e di San Giovanni (Gv.1), concludo dicendo che
- fin dall’Eternità il Figlio o Verbo Eterno di Dio si chiama Gesù Cristo (cioè, la sua Incarnazione, la sua Natura umana, non è una cosa opzionale o secondaria) ed è il Figlio di Maria;
- che nel tempo, Egli, incarnandosi, ha preso la nostra natura umana, perché prima, creandoci, ci aveva dato la Sua Natura Umana.
Cioè, nella creazione ci ha dato una natura umana come la Sua, e poi, nell’incarnazione, ha preso una natura umana come la nostra (e per questo si è affratellato non con l’uomo innocente e santo, ma con l’uomo decaduto e colpevole, e si è assunto i nostri debiti, il peccato del mondo)
Quindi, se Egli si è fatto Uomo come noi, tanto più ancora Egli ci ha fatti uomini come Lui! Ma il suo desiderio è non solo che siamo come Lui, ma che viviamo come Lui.
Il Padre ha guardato suo Figlio e ha visto Maria; guardando poi Loro Due, ha visto tutti noi; guardando noi ha visto tutto il resto della Creazione… “Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio (1 Cor. 2,22-23). Ma il suo Ideale non finisce qui: guardando ognuno di noi, adesso vuol vedere il suo Unico Figlio, Gesù Cristo, in noi. Questo è il suo vero Regno! Ma come ci rimane male quando ci guarda e non Lo vede, o ne vede appena qualcosa…

* * *

Padre Martin Sanguiao


Nessun commento:

Posta un commento