La carne o la lussuria è la fonte avvelenata da cui procedono i cattivi pensieri, i cattivi desideri e le cattive azioni. Lei è, tra i nemici della nostra salvezza, la principale e la più pericolosa, perché è un nemico che portiamo dentro di noi, un nemico instancabile e perpetuo, e un nemico di incredibile capacità di trovare potenti alleati. sia dentro che fuori di noi stessi.
Questa detestabile concupiscenza attesta che siamo tutti segnati dal peccato dei nostri primi genitori e spiega l'inclinazione al male della nostra povera natura umana. Ribelle contro Dio, la concupiscenza conduce dentro di noi una lotta permanente contro lo Spirito di Nostro Signore Gesù Cristo che ci viene comunicato al battesimo, e quindi contro la grazia e tutti i pii movimenti della nostra anima. Inoltre, sotto il moto dello Spirito Santo e con il suo costante aiuto, il nostro spirito ha il dovere di impegnarsi in una lotta continua e spietata con la carne. Questo combattimento spirituale - esercitato dalla mortificazione delle nostre cattive tendenze - è, per ciascuno di noi, il primo e fondamentale dovere richiesto soprattutto dall'amore di Dio, cioè dal primo comandamento. .
Il motivo più alto, infatti, per il quale dobbiamo “crocifiggere la nostra carne con le sue passioni e le sue concupiscenze” è la virtù teologale della carità. La concupiscenza costantemente e in mille modi ci attrae ad amare noi stessi. Tende a rinchiuderci in noi stessi e imprigionarci lì. La carità che consiste nel uscire da noi stessi, nel liberarci dalla nostra prigione interiore per amare Dio con un amore sovrano e assoluto e in Lui il più umile di tutti i nostri fratelli, non ha dunque ostacolo maggiore da superare. che questa sottile autostima che, se non stiamo attenti, si insinua in tutto ciò che facciamo. E come battere il l'amor proprio se non perseguendolo fino ai suoi limiti e conducendo una guerra spietata contro di esso mediante la mortificazione dei nostri sensi e della nostra mente? Ecco perché nessuno può amare veramente Dio e il prossimo con tutto il cuore se non rinuncia a se stesso in ogni cosa.
L'amore infinito di Dio per noi si è manifestato nel modo più sensibile e veemente nella Passione del nostro divino Redentore, cioè in un mistero di mortificazione e sofferenza, stolto al giudizio di tutti quelli che hanno uno spirito del tutto contrario allo spirito di Gesù. Queste persone mettono la loro felicità nelle opere della carne di cui San Paolo oggi dipinge un quadro molto cupo: dissolutezza, impurità, atteggiamenti provocatori e lussuria, idolatria e superstizione, odio, litigi, rivalità, rabbia e controversie, rancori, bigottismo, gelosia e omicidio, orge e bevute e tutti gli eccessi del genere. Per andare in paradiso sotto la guida di Gesù, bisogna necessariamente lasciare questi oscuri sentieri di egoismo e
Se vogliamo sinceramente entrare con Gesù nel suo eterno regno di gloria, è sulla stessa via dell'amore, sulla quale ha camminato visibilmente sulla terra che anche noi dobbiamo, con umiltà, camminare sulle sue orme, prendendo sempre con gli occhi fissi su di lui. Guardandolo costantemente, impareremo da lui a non rifuggire da alcun sacrificio per amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come noi stessi. Il nostro Signore Gesù Cristo vuole farci suoi veri discepoli e amici, che non Gli preferiscono assolutamente nulla e rimangono, qualunque cosa accada, in costante unione con Lui. Essere con Gesù Cristo è molto semplicemente rimanere amorevolmente uniti a Lui in ogni circostanza, specialmente nel dolore e nell'umiltà del combattimento spirituale, e non dubitare mai del suo amore e della sua infinita misericordia,
Abate J.-Réal Bleau
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