Insegnaci, Signore a sciogliere dubbi e paure insieme a qualsiasi disagio che possa subentrare nelle nostre vite.
Rafforzaci nella fede in Te, o Cristo, Signore nostro, non permettere che ci allontaniamo dal Tuo Amore, nostra ancora di salvezza!
Con il passare delle settimane e dei mesi, dopo il lockdown la presenza alla Santa Messa rimane inesorabilmente bassa. La nostra gente che prima assiduamente vi partecipava, adesso forse comincia a convincersi che è importante, ma non essenziale. Le assenze, le panche vuote, aumentano il timore della mancanza di una fede profonda, radicata, quella che spinge il credente ad essere comunque presente, grazie anche con tutti gli accorgimenti sanitari che nelle nostre chiese vengono messi in atto.
Tutti abbiamo desiderato l’apertura delle Chiese, la partecipazione alla Santa Messa e per questo sono stati fatti innumerevoli sforzi sia per sanificare gli ambienti che per creare le distanze; ma nella realtà dei fatti che cosa è accaduto? Le presenze erano e sono rimaste molto scarse. I motivi possono essere tanti. Paura del contagio? Preoccupazione di non trovare posto? Oppure la comodità di seguire la Messa in televisione o sui social? È difficile saper rispondere. Certamente al desiderio della Messa che tutti abbiamo sentito e percepito in quei mesi di chiusura non ha corrisposto il ritorno a una frequenza assidua.
Molte Parrocchie hanno moltiplicato le Messe, altre hanno organizzato un sistema di prenotazione ecc. ma tutto questo non è servito a riportare i fedeli a Messa. Lo dico con dolore, perché è quello che notiamo la domenica nelle celebrazioni.
Sì, Signore, vogliamo domandarci il perché di tutto questo: certamente la non giovane età influisce a dare disagio alle persone; il fastidio delle mascherine, soprattutto per coloro che ne sono allergici. Certo sono cause da non sottovalutare, ma la Messa è importante, è essenziale, è imprescindibile, è irrinunciabile! Signore, aiutaci a capirlo!
La Celebrazione Eucaristica è la fonte e il culmine della vita cristiana, come dice il Concilio Vaticano II. È la forma di adesione al Mistero di Cristo più alta, è il momento in cui la comunità si ritrova intorno all’Altare. La comunità cristiana è tale quando si riunisce nel nome del suo Dio e Signore. Mi domando con timore se in tanti abbiano perso la certezza che la Messa è il Sacrificio di Cristo in Croce, è il Suo Banchetto a cui ci invita a partecipare. Infatti Gesù ci disse: “Prendete e mangiatene tutti…” (cfr Mt 26, 26–28). Siamo i figli redenti dal Suo Sacrificio sulla Croce ed è giusto che il nostro posto sia lì, ai Suoi piedi!
La Messa è qualcosa di essenziale! Ci riguarda… ci rende partecipi, ci unisce al Suo Sacrificio, ci salva! Ne sono testimoni i primi cristiani, quando rischiavano la vita per l’Eucaristia domenicale. È ciò che spinge, ancora oggi, nelle terre di missione tanti nostri fratelli a percorrere chilometri a piedi, pur di essere presenti a Messa la domenica! La stessa forza di volontà di quelle persone segnate dalla sofferenza che, nonostante tutto, si trascinano in Chiesa pur di partecipare al Banchetto Eucaristico!
Nessuna preghiera, pur bella e importante, può sostituire la Santa Messa, perché L’Eucaristia è la vera fonte: è il Calvario di Cristo che ci raggiunge, è il Sacrificio di Cristo che si ripete sugli Altari di tutto il mondo e andare a Messa vuol dire piantare i propri piedi sotto la Croce di Gesù, sul Golgota, dove Lui ebbe a dire per tutti noi: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!” (Lc 23,34).
Partecipare alla Messa significa essere presenti con quello che siamo come persone dotate di anima e di corpo; significa assistere fisicamente all’immolazione del Signore, per essere con Lui quel Pane spezzato per tutti che ci raggiunge e ci salva!
Certamente la Messa “virtuale”, ossia quella trasmessa per televisione, ha i suoi benefici: è ottimale per i malati, per chi è impossibilitato a recarsi in Chiesa, ma non sostituisce la viva partecipazione alla celebrazione liturgica nelle nostre Chiese.
Il Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, Mons. Massimo Camisasca, ha appena scritto una lettera ai suoi fedeli che mi sento di proporvi in questo passaggio: “Non dobbiamo assolutamente favorire il diffondersi di timori esagerati che possono portare a una corrosione profonda della salute mentale ed emotiva. Mai come in questo momento è chiaro che le ragioni della fede sono le ragioni della vita: Dio non ci abbandona, ci prende per mano, e lo fa anche chiedendoci di soccorrere a suo nome chi è bisognoso. Non possiamo permetterci che, di giorno in giorno, l’unico criterio sia chiudersi in casa. Senza demordere da tutte le attenzioni dovute, come la mascherina, l’igiene delle mani e il distanziamento, dobbiamo continuare a vivere le nostre chiese, proprio in ragione di tutto il lavoro che abbiamo svolto, sono luoghi sicuri sia per la preghiera liturgica, sia per eventuali incontri”.
Dio non abbandona mai l’umanità che ha creato e, anche le prove più dure, possono portare frutti di grazia! Abbiamo accettato la lontananza dall’Altare del Signore come un tempo di digiuno eucaristico, utile a farcene riscoprire l’importanza vitale, la bellezza e la preziosità incommensurabile, ma adesso urge tornare all’Eucaristia con un accresciuto desiderio di incontrare il Signore, di stare con Lui, di riceverLo per portarLo ai fratelli, con la testimonianza della nostra vita, della nostra presenza ricca di fede, di amore e di speranza. E questo sempre nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie e igieniche che le autorità civili ed ecclesiastiche emanano nei luoghi in cui viviamo.
A tutte noi, Anime Riparatrici, vorrei dire di sentirci un po’ responsabili di quella fede che sentiamo svuotarsi intorno a noi. Nelle nostre liturgie eucaristiche, dove tocchiamo con mano che il numero dei fedeli va diminuendo, facciamoci carico pregando per la Chiesa perché ritrovi il suo fervore e la sua comunione fatta di testimonianza viva intorno all’Altare di Dio!
Dopo avervi parlato della necessità di tornare alle nostre belle abitudini, sento il bisogno di dirvi: eleviamo mente e cuore al Signore perchè stiamo vivendo una situazione difficile e dolorosa, ma dobbiamo rimanere svegli, autentici, vivi! Il virus va a minare le cose più belle e più semplici nella nostra meravigliosa esistenza. Purtroppo ci tocca e dobbiamo saperla accettare con spirito di sacrificio, di amore, di pazienza verso il nostro prossimo e le nostre famiglie.
Non possiamo trasgredire, ma accettare e offrire cercando di vivere al meglio quanto il nostro tempo ci presenta!
Siamo chiamati a convivere con il virus, una situazione certamente sgradevole, fastidiosa e condizionante, ma tenendo in alto i cuori e irrobustendo la nostra fede con la preghiera e le buone opere, possiamo accettare, vivere e convivere, nonostante questo pesante disagio che ci toglie la libertà. Difendiamoci, ripeto, con la dovuta prudenza da ogni possibilità di contagio!
Siamo figli peccatori, ma amati dal Signore e, se teniamo alta la fede, la speranza, la carità, il Buon Dio verrà a liberarci e non tarderà a ridonare un mondo più vivibile per ogni creatura da Lui progettata con amore!
Mio Dio, Ti amo! Abbi pietà di noi e del mondo intero!
Suor Lina Iannuzzi
Nessun commento:
Posta un commento