I Santi nella lotta contro il demonio
Per incoraggiare i posseduti sfiduciati, per aiutare a credere chi ancora ha dubbi sulla esistenza o varie presenze demoniache, ricordo alcune liberazioni narrate da Fra Benigno. Sembra che egli abbia una buona confidenza e collaborazione con i Santi di famiglia, i quali partecipano ai suoi esorcismi, gli vengono in aiuto. Almeno in una occasione S. Francesco e S. Chiara hanno pregato insieme a lui e fatto scalpitare il demonio: Fra Benigno ha il vantaggio di giocare in casa, meglio in famiglia.
A volte percepisce la presenza di P. Pio, personaggio che tiene i conti aperti con il demonio per tutto quello che gli ha fatto passare in vita. Se ora può vendicarsi cacciando il demonio all’inferno dove l’ha mandato il Signore, credo che sia tutto regolare. Trattasi di una presenza invisibile, ma che Fra Benigno constata negli effetti.
Un giorno vede sulle parti del corpo del posseduto degli effetti malefici del demonio, chiede a P. Pio di passar sopra con la mano stimmatizzata, con la quale ha vissuto la passione di Gesù. Mentre passa la mano sul posseduto, il maligno si contorce e grida per la sofferenza che quella mano gli procura. “Durante un successivo esorcismo a Francesca, il maligno fissa lo sguardo in un angolo sulla sinistra e arrabbiato dice: “Tu, cosa fai qui? Vattene!”. Più volte gli sputa contro ripetendogli: “Vattene!”. Chiedo al demonio: “In nome di Gesù, dimmi chi è quel tale!”. “Francesco”, mi risponde. “Francesco, prima”, puntualizzo. E poi come si chiamò?”. Gridando con stizza mi risponde: “Pio, Pio, Pio!”. E io guardandolo in faccia gli comando: “Dimmi che cosa ti sta dicendo?”. “Mi dice di andarmene”. “E allora obbedisci e vattene”. E in quel momento avviene la liberazione”.
“In un’altra occasione ripetendo l’esorcismo sempre a Francesca, ricevo un messaggio da parte di P. Pio. A trasmetterlo è proprio il demonio. Lui stesso mi domanda:
“Ti sei confessato”?
“Che cosa devo confessare?”.
“Il peccato che hai fatto”.
“Quale peccato?”
“Sei esorcista e non capisci niente”.
“Hai ragione, precisai, non capisco proprio nulla. Eppure il Signore si serve di me per liberare chi è posseduto da te”.
“Riprese: “Vuoi fare l’esorcista, e commetti peccati! Vuoi fare e non sai fare niente!”.
“Quale è il peccato che ho commesso? Te lo comando in nome di Gesù: dimmelo!”.
“Hai commesso un peccato di fede. Nell’ultimo esorcismo Tu mi hai chiesto notizie su una persona. Queste cose tu non puoi chiederle a me. Le puoi chiedere soltanto al tuo Dio”. Poi volge lo sguardo verso l’angolo della stanza e grida forte:
“Gliel’ho detto! Gliel’ho detto! L’hai sentito? Gliel’ho detto!”. Mi rivolgo quindi al demonio con autorità:
“Ti comando nel nome di Gesù, dimmi con chi stai parlando”. “Con Francesco”, mi risponde. Dati gli incontri precedenti comprendo subito che si tratta di Francesco Giorgine, divenuto P. Pio.
Il Signore ci ha dato il potere di agire in suo nome su tutti i demoni: l’esorcista non può abdicare a tale potere. Non può ri-volgersi al demonio per chiedere un favore, come le informazioni su una persona, quasi sottomettendosi, avendo fiducia in lui e mancando di fede in Dio.
Assomiglierebbe alle informazioni che si chiedono nelle sedute spiritiche. E questo al demonio non può essere chiesto. A lui invece si danno comandi, chiedendo in nome di Gesù quando è necessario in vista della liberazione. E P. Pio comanda al demonio di riferire un avvertimento, di portare un messaggio, certamente utile.
Va osservata la norma: “Non chiedere al demonio informazioni su altre persone”, perché esula dall’esorcismo. Dialogai anch’io con il demonio sulle presunte maledizioni ricevute. Mi interessava conoscere per chiedere l’esorcismo per la mia liberazione. E dopo ricevuto desideravo sapere se era sufficiente avere ricevuto una volta l’esorcismo per eliminare tutti gli effetti negativi della maledizione. Riguardava la mia persona e la mia liberazione.
FRATELLO ESORCISTA
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