I NUOVI MODERNISTI DELLA
“NOUVELLE THÉOLOGIE”
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Altro noto esponente della “nuova teologia” era il p. Karl Rahner, teologo gesuita e, in seguito, uno dei più influenti periti del Vaticano II.
Per comprenderne la persona e le idee, dovrebbero essere sufficienti le seguenti citazioni tratte da alcune sue pubblicazioni che, sebbene di poco posteriori al Vaticano II, svelano ad abundantiam ciò che egli covava nell’animo già in antecedenza:
«La natura effettiva - scriveva infatti il Rahner sulle orme del de Lubac - non è mai una “pura natura”, bensì una natura nell’ordine soprannaturale, dal quale l’uomo (anche come incredulo e peccatore) non può uscire».17
È la base della tesi rahneriana dei “cristiani anonimi” (per cui tutti gli uomini sarebbero cristiani, anche senza saperlo né volerlo) e quindi della dottrina della salvezza universale: un modo elegante, insomma, per eliminare en souplesse la Santa Chiesa cattolica per via di eutanasia.
Si senta ancora il Rahner:
“Si può addirittura tentare di vedere la “unio hypostatica” nella linea di questo perfezionamento assoluto di ciò che è l’uomo”.18
Secondo il teologo più acclamato del Concilio Vaticano II, dunque, la “Unio hypostatica”, vale a dire l’Incarnazione del Verbo Divino, sarebbe stata solo una favola, e Nostro Signore Gesù Cristo solo un uomo qualunque, giunto però ad una perfezione tale da diventare Dio...
E ancora:
“Il dogma (dell’Immacolata Concezione) non significa in nessun modo che la nascita di un essere umano sia accompagnata da qualche cosa di contaminante, da una macchia, e che per evitarla, (Maria SS.ma) abbia perciò dovuto avere un privilegio”19, dove Rahner negava sia il dogma del peccato originale (e quindi la necessità della Redenzione, della Chiesa e del Battesimo), sia il senso autentico del dogma dell’Immacolata, col quale il Beato Pio IX definì appunto la Santa Madre di Dio essere stata, per grazia speciale, “nel primo istante della sua concezione (...) preservata immune da ogni macchia di peccato originale”.20
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Sac. Andrea Mancinella
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