martedì 17 novembre 2020

VIGANÒ: COME IL VATICANO II SERVE AL NUOVO ORDINE MONDIALE.



 L’eclissi della vera Chiesa

Da sessant’anni stiamo assistendo all’eclissi della vera Chiesa, oscurata da un’anti-chiesa che si è progressivamente appropriata del suo nome, ha occupato la Curia Romana e i suoi Dicasteri, le Diocesi e le parrocchie, i Seminari e le Università, i Conventi e Monasteri; ne ha usurpato l’autorità e i suoi i ministri ne indossano le sacre vesti; ne usa il prestigio e il potere per appropriarsi dei suoi tesori, dei suoi beni e delle sue finanze.

Questa eclissi, come accade in natura, non avviene all’improvviso, passando dalla luce alle tenebre per l’astro che si interpone tra il sole e noi. È un processo relativamente lento ma inesorabile, in cui la luna dell’anti-chiesa segue la propria orbita fino a sovrapporsi alla luce del sole, generando un cono d’ombra che si proietta sulla terra. Noi ora ci troviamo in questo cono d’ombra dottrinale, morale, liturgico e disciplinare. Non è ancora un’eclissi totale – che vedremo alla fine dei tempi, sotto il regno dell’Anticristo – ma solo un’eclissi parziale, che lascia vedere la corona luminosa del sole al quale si sovrappone il disco nero della luna.

Il processo che ha condotto all’odierna eclissi della Chiesa è iniziato col Modernismo, senza dubbio. L’anti-chiesa ha seguito la propria orbita nonostante le solenni condanne del Magistero, che in quella fase rifulgeva dello splendore della Verità. Ma solo con il Concilio Vaticano II questa entità spuria ha potuto sovrapporsi alla Chiesa, oscurandone inizialmente una minima parte che via via andava aumentando. Chi allora ha indicato il sole deducendo che la luna lo avrebbe certamente oscurato, fu accusato di essere «profeta di sventura», con quelle forme di fanatismo e intemperanza che nascono dall’ignoranza e dal pregiudizio. Il caso emblematico di Monsignor Marcel Lefebvre e di pochi altri Prelati conferma da un lato la loro lungimiranza e dall’altro la reazione scomposta dei loro avversari; i quali, nel timore di perdere potere e di esser ignominiosamente scacciati dal sacro recinto, hanno esercitato tutta la loro autorità per negare l’evidenza e tenere nascosti i loro intenti.

Possiamo dire, per conservare la similitudine dell’eclissi, che nel cielo della Fede essa rappresenta un fenomeno raro e straordinario. Ma negare che durante l’eclissi si propaghino le tenebre, solo perché questo in condizioni ordinarie non avviene, non è indice di fede nella indefettibilità della Chiesa ma di superstizione, se non di malafede e di ostinata negazione dell’evidenza. La Santa Chiesa, secondo le promesse di Cristo, non verrà mai sopraffatta dalle porte degli inferi, ma ciò non significa che essa non si troverà – o non si trovi già ora – oscurata dalla sua infernale contraffazione, quella luna che non a caso vediamo sotto i piedi della Donna dell’Apocalisse: «Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle» (Ap 12, 1).

La luna giace sotto i piedi della Donna, posta al di sopra d’ogni mutevolezza e corruttibilità terrena, al di sopra della legge del fato e del regno dello spirito di questo mondo. E ciò proprio perché quella Donna, che è a un tempo immagine di Maria Santissima e della Chiesa, è amicta sole, rivestita del Sole di giustizia che è Cristo, «esente da ogni potere demoniaco in quanto prende parte al mistero della immutabilità di Cristo» (Sant’Ambrogio), essa rimane inconcussa se non nel suo regno militante, certamente in quello sofferente in Purgatorio e in quello trionfante in Paradiso. San Girolamo glossa le parole della Scrittura ricordandoci che «le porte degli inferi sono i peccati e i vizi, specialmente gli insegnamenti degli eretici». Sappiamo quindi che anche la «cloaca di tutte le eresie» rappresentata dal Modernismo e dalla sua versione aggiornata conciliare non potranno mai oscurare definitivamente lo splendore della Sposa di Cristo, ma solo per il breve periodo dell’eclissi che la Provvidenza, nella Sua infinita sapienza, ha deciso di permettere per trarne un maggior bene.

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