Il Mistero dell’Iniquità
Caso #4: L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy
Il governo degli Stati Uniti ha mentito, nella sua “versione ufficiale” degli eventi, quando ha dichiarato che Lee Harvey Oswald agì da solo e senza alcun complice, nell’assassinio di John F. Kennedy. Si può ormai tranquillamente affermare che si tratta di una menzogna, perché la “versione ufficiale” è palesemente impossibile. Alcuni agenti federali, teoricamente al fine di usarli come prove, confiscarono tutti i filmati e le fotografie prese al momento del delitto, ma non vennero a conoscenza che Abraham Zapruder aveva filmato l’evento da casa sua. I video confiscati non sono mai stati restituiti ai loro legittimi proprietari, né sono mai stati fatti vedere in pubblico; tuttavia, quel che si può vedere nel filmato di Zapruder prova con assoluta certezza che la “versione ufficiale” dell’evento è assolutamente impossibile. La “versione ufficiale” afferma infatti che Oswald sparò a Kennedy dal palazzo del Deposito dei Libri della Texas School, cioè dietro rispetto alla macchina presidenziale. Nel filmato si vede chiaramente Kennedy che viene invece spinto all’indietro dall’impatto del proiettile che lo ha colpito sulla fronte e i pezzi di cervello che schizzano indietro sul bagagliaio della macchina dove sedeva, proprio mentre l’auto presidenziale attraversava Dealy Plaza.483 Il caso è chiuso, il colpo è partito davanti, non dietro! Ma c’è dell’altro. L’Aiuto Addetto Stampa di Kennedy, Malcolm Kilduff, che aveva parlato personalmente con i dottori del Parkland Hospital che avevano visitato il presidente morente, apparve dinanzi alle telecamere subito dopo la morte di Kennedy, descrivendo la ferita da proiettile nonché il percorso del bossolo che era penetrato nella testa del Presidente; fece il gesto di portarsi l’indice sulla fronte, in alto a destra, indicando il punto in cui era penetrato il proiettile.484 A tutt’oggi, il governo continua ad affermare che il proiettile estratto al Parkland Hospital era quello che aveva colpito Kennedy ed era lo stesso proiettile che aveva ferito il governatore del Texas John Connolly. Perché potesse accadere una cosa del genere, quel proiettile avrebbe dovuto cambiare direzione a mezz’aria, durante la sua traiettoria, dopo essere fuoriuscito dalla gola di Kennedy. Il presunto proiettile in questione fu trovato sulla barella, vicino a quella in cui Connolly era stato posto prima di essere operato. Il proiettile non solo era stato trovato sulla barella sbagliata, ma era anche in condizioni perfette, e quindi non poteva assolutamente aver oltre passato le ossa di Connolly e di Kennedy, come aveva fatto il proiettile che li aveva colpiti. Eppure, fu accertato che quel proiettile era stato sparato dal fucile di Oswald. Questo può voler dire solo una cosa, e cioè che erano già in possesso di un proiettile precedentemente sparato dal fucile di Oswald, che fu poi messo ad arte proprio vicino a dov’era stato messo Connolly, ferito, in modo da poter incriminare Oswald. Come riportò Walter Cronkite su Nova, lo schema della ferita alla testa di Kennedy, disegnato dai patologi dell’ospedale Parkland, venne confermato dal medico personale del presidente Kennedy, il dott. Robert McClelland. Quel disegno raffigura un grosso foro di uscita sulla parte posteriore destra del cranio di Kennedy. I dottori Paul Peters, Richard Dulany e ‘Pepper’ Jenkins concordarono tutti con la dichiarazione di McClelland in merito alla dimensione e al posizionamento della grossa ferita dietro la testa del presidente. Il giornalista vincitore del Premio Pulitzer, Tom Wicker, parlò con quei dottori, e descrisse le ferite di Kennedy in un suo articolo pubblicato dal New York Times il 22 novembre 1963:
Più tardi, nel pomeriggio, il dott. Malcolm Perry, un chirurgo di turno, ed il dott. Kemp Clark, a capo del reparto di Neuro-Chirurgia del Parkland Hospital, fornirono ulteriori dettagli. Dissero che il presidente Kennedy era stato colpito da un proiettile alla gola, immediatamente sotto il pomo d’Adamo. Questa ferita sembrava essere un foro d’entrata di un proiettile. Kennedy aveva anche un’imponente foro d’uscita dietro la testa e un altro sul lato destro. Dopo che il corpo di Kennedy fu portato al Naval Hospital di Bethesda, in Maryland, l’autopsia venne effettuata dal dott. James Hume, un dottore della Marina. Hume però non aveva mai condotto un’autopsia su di una vittima d‘arma da fuoco e commise diversi errori: non dissezionò le ferite, “si perse” il cervello di Kennedy, bruciò i suoi appunti e affermò che vi era solo un piccolo foro d’ingresso nella nuca di Kennedy. I suoi disegni, che mostravano una piccola ferita dietro alla testa a livello della ferita alla gola, non combaciavano affatto con la traiettoria del proiettile sparato dal sesto piano del palazzo del Deposito dei Libri della Texas School. Per questo motivo, Hume cambiò successivamente versione, affermando che il suo disegno era sbagliato e che la ferita dietro alla testa di Kennedy era più in alto. Questo rapporto di un dottore militare, che contraddice tutta una serie di prove irrefutabili e ampiamente documentate, rimane tuttora l’unica e sola base sulla quale si afferma che Kennedy, quel giorno, venne colpito alle spalle da Oswald, cioè la “versione ufficiale” del governo degli Stati Uniti.
Sembra ormai appurato che Oswald, quel giorno, venne ingannato dai suoi mandanti della CIA, che probabilmente gli avevano fatto credere di partecipare alla simulazione di un attentato, ideato allo scopo di incriminare Fidel Castro; questo vuol dire che quando Oswald affermava di non aver sparato a nessuno, una volta catturato, stava molto probabilmente dicendo la verità. Solo dopo che il presidente era stato colpito, Oswald capì la vera natura della sua partecipazione involontaria a quell’evento, ed è per questo che una volta catturato, affermò d’essere stato solo uno “sciocco”.485
Il coinvolgimento della CIA nell‘assassinio di Kennedy è stato dimostrato ampiamente e senza ombra di dubbi. Sul suo letto di morte, un ex direttore delle operazioni segrete della CIA, E. Howard Hunt, ammise la propria partecipazione.486 Hunt confessò infatti che l’assassinio era stata un’operazione ideata dalla CIA e ordinata “dall’allora (vice presidente) Johnson e da gente ancora più in alto di lui.” Come ricorderà il figlio di Hunt, Saint John Hunt, quella mattina del 22 novembre 1963 suo padre gli disse che sarebbe andato a Dallas. Molti anni dopo, Saint John vide delle fotografie di suo padre scattate a Dealy Plaza, la mattina in cui morì Kennedy (la fotografia raffigurava uno dei “tre vagabondi” che erano stati arrestati dalla polizia proprio a Dealy Plaza, quella mattina, per un breve interrogatorio), e chiese spiegazioni in merito a suo padre. Hunt inviò a suo figlio un’audiocassetta registrata con la propria confessione, che Saint John ha poi pubblicato sul suo sito internet, insieme ad una trascrizione accurata. Non vi sono dubbi sull’identità dei tre uomini che furono arrestati sulla scena del crimine, frettolosamente identificati come ‘vagabondi’ e altrettanto rapidamente scagionati da qualsiasi colpa: si trattava di Hunt, Sturgis e Harrelson – tutti e tre noti funzionari della CIA.
Padre Paul Kramer
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