lunedì 16 agosto 2021

Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


Caso #4: L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy

Il governo degli Stati Uniti ha mentito, nella sua “versione ufficiale”  degli eventi, quando ha dichiarato che Lee Harvey Oswald agì da solo  e senza alcun complice, nell’assassinio di John F. Kennedy. Si può ormai  tranquillamente affermare che si tratta di una menzogna, perché la “versione ufficiale” è palesemente impossibile. Alcuni agenti federali,  teoricamente al fine di usarli come prove, confiscarono tutti i filmati e le  fotografie prese al momento del delitto, ma non vennero a conoscenza  che Abraham Zapruder aveva filmato l’evento da casa sua. I video  confiscati non sono mai stati restituiti ai loro legittimi proprietari, né  sono mai stati fatti vedere in pubblico; tuttavia, quel che si può vedere  nel filmato di Zapruder prova con assoluta certezza che la “versione  ufficiale” dell’evento è assolutamente impossibile. La “versione ufficiale”  afferma infatti che Oswald sparò a Kennedy dal palazzo del Deposito dei  Libri della Texas School, cioè dietro rispetto alla macchina presidenziale.  Nel filmato si vede chiaramente Kennedy che viene invece spinto  all’indietro dall’impatto del proiettile che lo ha colpito sulla fronte e i  pezzi di cervello che schizzano indietro sul bagagliaio della macchina dove  sedeva, proprio mentre l’auto presidenziale attraversava Dealy Plaza.483  Il caso è chiuso, il colpo è partito davanti, non dietro! Ma c’è dell’altro. L’Aiuto Addetto Stampa di Kennedy, Malcolm Kilduff, che aveva  parlato personalmente con i dottori del Parkland Hospital che avevano  visitato il presidente morente, apparve dinanzi alle telecamere subito  dopo la morte di Kennedy, descrivendo la ferita da proiettile nonché il  percorso del bossolo che era penetrato nella testa del Presidente; fece il  gesto di portarsi l’indice sulla fronte, in alto a destra, indicando il punto  in cui era penetrato il proiettile.484 A tutt’oggi, il governo continua  ad affermare che il proiettile estratto al Parkland Hospital era quello  che aveva colpito Kennedy ed era lo stesso proiettile che aveva ferito  il governatore del Texas John Connolly. Perché potesse accadere una  cosa del genere, quel proiettile avrebbe dovuto cambiare direzione  a mezz’aria, durante la sua traiettoria, dopo essere fuoriuscito dalla  gola di Kennedy. Il presunto proiettile in questione fu trovato sulla  barella, vicino a quella in cui Connolly era stato posto prima di essere  operato. Il proiettile non solo era stato trovato sulla barella sbagliata,  ma era anche in condizioni perfette, e quindi non poteva assolutamente  aver oltre passato le ossa di Connolly e di Kennedy, come aveva fatto il  proiettile che li aveva colpiti. Eppure, fu accertato che quel proiettile era  stato sparato dal fucile di Oswald. Questo può voler dire solo una cosa, e  cioè che erano già in possesso di un proiettile precedentemente sparato  dal fucile di Oswald, che fu poi messo ad arte proprio vicino a dov’era  stato messo Connolly, ferito, in modo da poter incriminare Oswald.  Come riportò Walter Cronkite su Nova, lo schema della ferita alla  testa di Kennedy, disegnato dai patologi dell’ospedale Parkland, venne  confermato dal medico personale del presidente Kennedy, il dott. Robert McClelland. Quel disegno raffigura un grosso foro di uscita sulla parte  posteriore destra del cranio di Kennedy. I dottori Paul Peters, Richard  Dulany e ‘Pepper’ Jenkins concordarono tutti con la dichiarazione  di McClelland in merito alla dimensione e al posizionamento della  grossa ferita dietro la testa del presidente. Il giornalista vincitore del  Premio Pulitzer, Tom Wicker, parlò con quei dottori, e descrisse le  ferite di Kennedy in un suo articolo pubblicato dal New York Times il 22  novembre 1963:

Più tardi, nel pomeriggio, il dott. Malcolm Perry, un chirurgo di  turno, ed il dott. Kemp Clark, a capo del reparto di Neuro-Chirurgia del Parkland Hospital, fornirono ulteriori dettagli. Dissero che il  presidente Kennedy era stato colpito da un proiettile alla gola,  immediatamente sotto il pomo d’Adamo. Questa ferita sembrava  essere un foro d’entrata di un proiettile. Kennedy aveva anche  un’imponente foro d’uscita dietro la testa e un altro sul lato destro.  Dopo che il corpo di Kennedy fu portato al Naval Hospital di  Bethesda, in Maryland, l’autopsia venne effettuata dal dott. James  Hume, un dottore della Marina. Hume però non aveva mai condotto  un’autopsia su di una vittima d‘arma da fuoco e commise diversi errori:  non dissezionò le ferite, “si perse” il cervello di Kennedy, bruciò i suoi  appunti e affermò che vi era solo un piccolo foro d’ingresso nella nuca  di Kennedy. I suoi disegni, che mostravano una piccola ferita dietro  alla testa a livello della ferita alla gola, non combaciavano affatto  con la traiettoria del proiettile sparato dal sesto piano del palazzo del  Deposito dei Libri della Texas School. Per questo motivo, Hume cambiò  successivamente versione, affermando che il suo disegno era sbagliato  e che la ferita dietro alla testa di Kennedy era più in alto. Questo  rapporto di un dottore militare, che contraddice tutta una serie di prove  irrefutabili e ampiamente documentate, rimane tuttora l’unica e sola  base sulla quale si afferma che Kennedy, quel giorno, venne colpito alle  spalle da Oswald, cioè la “versione ufficiale” del governo degli Stati  Uniti. 

Sembra ormai appurato che Oswald, quel giorno, venne ingannato  dai suoi mandanti della CIA, che probabilmente gli avevano fatto  credere di partecipare alla simulazione di un attentato, ideato allo  scopo di incriminare Fidel Castro; questo vuol dire che quando Oswald  affermava di non aver sparato a nessuno, una volta catturato, stava  molto probabilmente dicendo la verità. Solo dopo che il presidente  era stato colpito, Oswald capì la vera natura della sua partecipazione  involontaria a quell’evento, ed è per questo che una volta catturato,  affermò d’essere stato solo uno “sciocco”.485

Il coinvolgimento della CIA nell‘assassinio di Kennedy è stato  dimostrato ampiamente e senza ombra di dubbi. Sul suo letto di morte,  un ex direttore delle operazioni segrete della CIA, E. Howard Hunt,  ammise la propria partecipazione.486 Hunt confessò infatti che l’assassinio  era stata un’operazione ideata dalla CIA e ordinata “dall’allora (vice  presidente) Johnson e da gente ancora più in alto di lui.” Come ricorderà  il figlio di Hunt, Saint John Hunt, quella mattina del 22 novembre  1963 suo padre gli disse che sarebbe andato a Dallas. Molti anni dopo,  Saint John vide delle fotografie di suo padre scattate a Dealy Plaza,  la mattina in cui morì Kennedy (la fotografia raffigurava uno dei “tre  vagabondi” che erano stati arrestati dalla polizia proprio a Dealy Plaza,  quella mattina, per un breve interrogatorio), e chiese spiegazioni in  merito a suo padre. Hunt inviò a suo figlio un’audiocassetta registrata  con la propria confessione, che Saint John ha poi pubblicato sul suo  sito internet, insieme ad una trascrizione accurata. Non vi sono dubbi  sull’identità dei tre uomini che furono arrestati sulla scena del crimine,  frettolosamente identificati come ‘vagabondi’ e altrettanto rapidamente  scagionati da qualsiasi colpa: si trattava di Hunt, Sturgis e Harrelson –  tutti e tre noti funzionari della CIA.

Padre Paul Kramer

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