martedì 10 agosto 2021

La battaglia continua 4 - UN NUOVO CRISTIANESIMO?

 


UN NUOVO CRISTIANESIMO?


A occhio nudo, oggi, la Chiesa cattolica appare divisa, ed è per questo che è nata, all’interno della Chiesa, una opposizione di “cristiani critici”. La loro accusa principale è quella che comporta la sua infedeltà al Vangelo, perché non compie i precetti, chiari e precisi, del Maestro Gesù Cristo Redentore. La vera divisione tra i cattolici, oggi, è di natura teorica, teologica, dogmatica. Molti vedono nascere e svilupparsi un “cristianesimo nuovo” e diverso, che si distingue, sempre più in evidenza, dal “cristianesimo tradizionale” che mostra una “reinterpretazione” della Fede cristiana in chiave umanistica e secolaristica, per renderla più interessante per l’uomo moderno, al quale un cristianesimo tradizionale non direbbe più nulla. Domandiamoci, allora: ma quali sono i caratteri più significativi di questo “nuovo cristianesimo”? Il primo è, indubbiamente, l’antropocentrismo che mette in luce non più Dio, ma l’uomo-Dio; perciò, è solo in funzione dell’uomo, Dio non è amato se non al servizio dell’uomo. Quindi, il primo comandamento: “ama Dio con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze”, è ridotto al sottostante comandamento: “ama il tuo prossimo”, che è divenuto già l’unico comandamento. Quindi, l’amore al prossimo non è più il “segno” del vero amore di Dio, ma è il “tutto” del cristianesimo nuovo. La seconda caratteristica di questo “nuovo cristianesimo” è la “mondanità”. Mentre il cristianesimo tradizionale poneva l’accento sul mondo futuro, sulla vita eterna con Dio, il “nuovo cristianesimo” pone l’accento su “questo mondo”, volendo che il Regno di Dio si realizzi pienamente quaggiù, su questa terra, liberandosi dai mali che impediscono di divenire uomini pienamente liberi. Quindi, non si deve liberarsi dal “peccato personale”, ma dal “peccato sociale”, ossia dalle strutture sociali, politiche ed economiche che sono ingiuste, che permettono ad alcuni di sfruttare gli altri e conseguentemente si dovrebbe far vincere il socialismo, che vedono come coerente col Vangelo, che può dirsi fatto per i poveri. Il terzo carattere del nuovo cristianesimo è la sua nuova ecclesiologia, secondo la quale non c’è distinzione né separazione tra “Chiesa” e “Mondo”, per cui non deve esistere per sé stessa, ma per il Mondo, al suo servizio, e perciò non deve più cercare la sua affermazione creando “opere cattoliche”, ma deve mettersi a disposizione del mondo. Inoltre, la Chiesa deve essere essenzialmente una “comunione fraterna” di uguali, radunata dalla “Parola di Dio”, la quale è la norma suprema di giudizio e di azione per tutti; i quali, per il servizio della Parola e dell’Eucarestia, possono eleggere i “ministri”, per cui si potrà, poi, celebrare l’Eucarestia anche senza il “ministro”. Infine, la Chiesa universale deve essere la comunione fraterna delle Chiese locali, anche piccole “comunità di base”, per le quali, nel “nuovo cristianesimo”, è, sì, la fede in Cristo, ma non per il Cristo Figlio di Dio, fatto uomo, bensì per il Cristo-uomo, per il Cristo “uomo per gli altri”, per Cristo “amico e difensore dei poveri”, per il Cristo liberatore e persino sovvertitore! Esaminando quegli elementi che caratterizzano il “nuovo cristianesimo” si vede chiaramente come neghino i punti-base della fede cristiana. L’antropocentrismo, così, che spinge sulla carità a servizio dell’uomo, viene a eliminare Dio in contrasto col Vangelo che vuole il primato di Dio e dell’amore di Dio, sorgente e causa dell’amore per l’uomo. Con la “mondanità” si finisce col divinizzare il mondo, facendo dimenticare che la realizzazione del Regno di Dio è escatologica, perchè il destino dell’uomo non si compie in questo mondo, ma nella vita eterna, dove trionfa ogni virtù e il vero amore. Quanto all’ecclesiologia del “nuovo cristianesimo”, distrugge la Chiesa che è nel mondo, ma non è il mondo, anche se deve incarnarsi nella Storia, avente una propria forma “istituzionale”, visibile, per realizzare le proprie opere di apostolato e di carità. Concludendo, possiamo dire che questo non è altro che una nuova forma di modernismo che vuole “re-interpretare” le grandi realtà cristiane per “ridurle” a ben poca cosa. Ecco perchè, allora, questo “nuovo cristianesimo” è inconciliabile e in contrasto col “cristianesimo tradizionale”, di fede diversa, ossia di una vera alterazione del contenuto della fede cattolica, per cui rischia di porsi fuori della Chiesa e della fede cristiana autentica!

 sac. dott. Luigi Villa

Nessun commento:

Posta un commento