sabato 15 aprile 2023

ADAMO E LA SUA VITA NELL’UNITA’ DEL SUO CREATORE E PADRE

 


Sentiamo da Gesù la spiegazione del Perché non poteva venire il Regno della Divina Volontà prima della venuta del Verbo sulla terra. E L’Innesto di Gesù e l’innesto di Adamo all’albero dell’umanità. (Volume 27 - Ottobre 27, 1929)

(Scrive Luisa:) Stavo facendo il mio giro nella Creazione, ed andavo seguendo tutti gli atti fatti dal Fiat Divino, dall’Eden fino alla discesa del Verbo Divino sulla terra; ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “E perché non venne il Regno della Divina Volontà sulla terra prima che scendesse il Figlio di Dio dal Cielo in terra?” Ed il mio dolce Gesù […]: “Figlia mia, il Regno della mia Divina Volontà non poteva venire sulla terra prima della mia venuta in essa, perché non c’era nessuna umanità che possedeva, per quanto a creatura è possibile, la pienezza del mio Fiat Divino, e non possedendola non c’era nessun diritto, né secondo l’ordine divino né secondo l’ordine umano. Il Cielo era chiuso, le due volontà, umana e Divina, stavano in cagnerio, l’uomo si sentiva impossibilitato a chiedere un tanto bene, tanto che neppure ci pensava. Dio, per diritto di Giustizia, impossibilitato a darlo. […] Ora nella mia venuta sulla terra, il Verbo Divino si vestì d’umana carne, con questo formò l’innesto all’albero dell’umanità. La mia Umanità si prestò come seme al Verbo Eterno e la mia Volontà Divina formò l’innesto nuovo colla mia volontà umana; da questo incominciò, essendo Io il capo di tutte le umane generazioni, il diritto d’ambo le parti, umana e Divina: loro di poter ricevere il Regno della mia Divina Volontà, Dio di poterlo dare.

[…] l’innesto fatto da Me all’albero dell’umanità: sono circa duemil’anni e l’umanità non ha ricevuto tutti gli umori del mio innesto, ma c’è da sperare, perché c’è il seme, l’innesto, onde la creatura lo può chiedere. Dio si trova nella possibilità di darlo, perché c’è la mia Umanità che possedendo in virtù del Verbo fatto carne la mia Divina Volontà per natura, ha restituiti i diritti all’uomo ed a Dio. Perciò tutto ciò che Io feci nella Redenzione non è altro che preparativo, innaffiamento, coltivazione, per dare sviluppo a questo innesto celeste fatto da Me, tra le due volontà, umana e Divina.

Dunque, come poteva venire il Regno della mia Divina Volontà prima della mia venuta sulla terra, se mancava l’innesto, il principio della sua vita e l’operato in atto nell’anima ed il primo suo Atto nell’atto della opera umana, per stendervi il suo Regno in ciascun atto di esse? È vero che il mio Fiat Divino colla sua potenza ed immensità stendeva il suo impero ovunque, ma nella volontà umana non si trovava come principio di vita ma solo per potenza e immensità. […] Fino a tanto che l’uomo non cede la sua [volontà] nella Mia, la Mia non può gettare il suo principio di vita nella volontà umana, la fusione dell’una e dell’altra non può avvenire, [e] la creatura sarà sempre creatura senza la somiglianza e la vita del suo Creatore nel fondo dell’anima sua, che può solo formarla il mio Fiat Divino. Quindi ci sarà sempre dissomiglianza, distanza ad onta che il mio Voler Divino la illumina e gli comunica i suoi mirabili effetti, per sua bontà e liberalità e per effetto di potenza e d’immensità che per sua natura possiede.

Molto più che Adamo col peccare, col fare la sua umana volontà, non solo formò il tarlo alla radice dell’albero dell’umanità ma vi aggiunse l’innesto, il quale innesto comunicò tutti gli umori cattivi che nel corso dei secoli doveva produrre nell’albero dell’umanità l’innesto d’Adamo. A principio un innesto non può produrre né grandi beni né grandi mali, ma solo il principio o del male o del bene; difatti Adamo non fece i tanti mali delle umane generazioni, ma appena l’innesto egli fece, e fu causa di torrenti di mali, molto più che non ebbe subito l’innesto in contrario della mia venuta sulla terra, ma dovettero passare secoli e secoli, quindi gli umori cattivi crescevano ed i mali si moltiplicavano, perciò al Regno della mia Volontà non c’era da pensarci. Ma quando Io venni sulla terra, col mio Concepimento formai l’innesto contrario all’albero della umanità ed i mali incominciarono ad arrestarsi, gli umori cattivi a distruggersi, onde c’è tutta la speranza che il Regno della mia Divina Volontà può formarsi in mezzo alle umane generazioni. Le tante Verità che ti ho manifestato sul mio Fiat Divino sono sorsi di vita i quali: chi innaffia, chi coltiva, chi aumenta gli umori all’albero dell’umanità da Me innestato. Quindi, se nell’albero della mia Umanità è entrata la vita del mio Fiat Divino ed ha formato l’innesto, c’è tutto da sperare che il mio Regno abbia il suo scettro, il suo giusto dominio ed il suo comando in mezzo alle creature. Perciò prega e non dubitarne”.


Adamo peccò perché si dimenticò che Dio lo amava e dimenticò d’amarlo

“Adamo peccò perché dimenticò che Io lo amavo e dimenticò d’amarmi… Perciò, - ci invita Gesù - in tutte le tue pene e privazioni, non dimenticare mai che Io ti amo assai, per non dimenticarti mai d’amarmi… e d’amarmi per tutti”. (Volume 16 - Settembre 6, 1923)

[…] (Gesù a Luisa:) “Vuoi tu sapere perché Adamo peccò? Perché dimenticò che Io lo amavo, e dimenticò d’amarmi; fu questo il primo germe della sua colpa. Se avesse pensato che Io lo amavo assai e che lui era obbligato ad amarmi, mai si sarebbe deciso a disubbidirmi. Sicché prima cessò l’amore, poi cominciò il peccato. E come cessò d’amare il suo Dio, cessò il vero amore verso sé stesso. Le sue stesse membra e potenze si ribellarono a lui stesso, perdette il dominio, l’ordine e diventò pauroso. Non solo, ma cessò il vero amore verso le altre creature; mentre Io lo avevo creato con lo stesso Amore che regnava tra le Divine Persone, che uno doveva essere l’immagine dell’altro, la felicità, la gioia, la vita dell’altro. Perciò, venendo [Io] sulla terra, la cosa a cui diedi più importanza, fu che si amassero l’un l’altro come erano amati da Me, per dar loro il mio primo Amore, per far aleggiare sulla terra l’Amore della Santissima Trinità.

Perciò, in tutte le tue pene e privazioni, non dimenticare mai che Io ti amo assai, per non dimenticarti mai d’amarmi e, […] d’amarmi per tutti. Così starai nell’ordine e non avrai timore di nulla”.

scelta di Brani dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta


Nessun commento:

Posta un commento