LIBRO DELLA SAPIENZA
Anche il giusto, se diviene empio, svanirà come pula dal regno di Dio. Anche di lui non resterà traccia nella casa del suo Dio.
Quando Èfraim parlava, incuteva terrore, era un principe in Israele. Ma si è reso colpevole con Baal ed è decaduto. Tuttavia continuano a peccare e con il loro argento si sono fatti statue fuse, idoli di loro invenzione, tutti lavori di artigiani.
Dicono: «Offrite loro sacrifici» e mandano baci ai vitelli. Perciò saranno come nube del mattino, come rugiada che all’alba svanisce, come pula lanciata lontano dall’aia, come fumo che esce dalla finestra.
«Eppure io sono il Signore, tuo Dio, fin dal paese d’Egitto, non devi conoscere altro Dio fuori di me, non c’è salvatore fuori di me.
Io ti ho protetto nel deserto, in quella terra ardente. Io li ho fatti pascolare, si sono saziati e il loro cuore si è inorgoglito, per questo mi hanno dimenticato. Perciò io sarò per loro come un leone, come un leopardo li spierò per la via, li assalirò come un’orsa privata dei figli, spezzerò la corazza del loro cuore, li divorerò come una leonessa; li sbraneranno le bestie selvatiche.
Israele, tu sei rovinata e solo io ti posso aiutare! Dov’è ora il tuo re, che ti possa salvare? Dove sono i capi in tutte le tue città e i governanti di cui dicevi: “Dammi un re e dei capi”?
Ti ho dato un re nella mia ira e con sdegno te lo riprendo. L’iniquità di Èfraim è chiusa in luogo sicuro, il suo peccato è ben custodito. I dolori di partoriente lo sorprenderanno, ma egli è figlio privo di senno, non si presenterà a suo tempo pronto a uscire dal seno materno.
Li strapperò di mano agli inferi, li riscatterò dalla morte? Dov’è, o morte, la tua peste? Dov’è, o inferi, il vostro sterminio? La compassione è nascosta ai miei occhi».
Èfraim prosperi pure in mezzo ai fratelli: verrà il vento d’oriente, si alzerà dal deserto il vento del Signore e farà inaridire le sue sorgenti, farà prosciugare le sue fonti, distruggerà il tesoro e ogni oggetto prezioso (Os 13,1-5).
Il giusto deve vigilare perché mai diventi ingiusto, si trasformi in empio, stolto, idolatra. Altrimenti subirà la stessa fine dell’empio. Sarà pula portata via.
17Anche se avranno lunga vita, non saranno tenuti in alcun conto, e, infine, la loro vecchiaia sarà senza onore.
Ecco quale sarà la vita sulla terra dei figli degli empi o degli adulteri, cioè di quanti hanno rinnegato il Signore.
Possono avere anche una lunga vita, ma non saranno tenuti in alcun conto. Non c’è benedizione sulla loro vita. Senza benedizione, la vita è un deserto.
Anche la loro vecchiaia sarà senza onore. Mancano della luce del Signore. Solo essa dona vero onore ad ogni uomo.
È Dio la luce dell’uomo. Se Dio non illumina il volto di una persona, questa rimarrà sempre nelle tenebre, nel buio, sarà senza alcuna luce.
Non vi è considerazione, non onore, non gloria per chi si pone contro il Signore, negandone l’esistenza e facendo della sua vita solo materia.
La gloria vera di un uomo è la sua eternità che è dono di Dio per le sue virtù.
Anche se un uomo dovesse guadagnare il mondo, senza Dio è nulla.
Verso questa gloria eterna ogni uomo deve camminare, facendo il bene, lasciandosi illuminare da Dio. L’empio mai potrà camminare verso la vita.
Esclude Dio come fonte della vera vita. Nega l’esistenza della stessa vita dopo la morte. Lui ha scelto di essere solo nel tempo per dare gusto alla sua carne.
18Se poi moriranno presto, non avranno speranza né conforto nel giorno del giudizio, Se dovessero morire presto, neanche in questo caso ci sarebbe vera speranza per essi. Hanno rinnegato il Dio della vera speranza.
Essi non avranno né speranza né conforto nel giorno del giudizio, perché nulla hanno fatto per vivere nel bene per il bene.
Si sono consegnati al male, alla materia, all’idolatria, alla stoltezza fin dal seno della madre. Questa loro scelta li conduce alla perdizione eterna.
Questo l’uomo deve sapere. Ogni sua scelta incide eternamente sulla vita degli altri. La famiglia che sceglie la morte, la sceglie per ogni suo membro.
Pensiamo per un istante alla città di Sodoma. Essa ha scelto l’empietà, la stoltezza, il godimento della materia. Tutti i suoi figli perirono.
Tutti furono arsi vivi dal fuoco e dallo zolfo caduti dal cielo. In essa tutti avevano scelto il godimento contro la volontà di Dio.
Solo Lot fu salvato per grazia del Signore e per la preghiera di Abramo. Lot però visse nella città da giusto. Era un forestiero.
MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI
Nessun commento:
Posta un commento