L'ignoranza riguardo ai beni eterni e temporali
Di fronte alla realtà !
Lasciamo l'apparenza e la superficie dipinta e guardiamo alla verità sostanziale delle cose: troveremo che ogni bene temporale è molto piccolo, l'eterno invece grande assai; il temporale incostante, l'eterno stabile; il temporale breve e caduco, mentre l'eterno è duraturo e senza fine.
Essendo però il temporale tanto corto e mutabile in sé e l'eterno tanto grande e stabile, che differenza vi sarà fra l'uno e l'altro? San Gregorio giudicò che questo solo fosse sufficiente a stabilire una distanza immensa. Dice infatti: Immenso è ciò che seguirà senza fine, mentre poco è tutto ciò che finisce. (Lib. Mor. VII, cap. 22) Il medesimo Santo notò che la poca conoscenza e memoria dell'eternità è la causa dell'inganno degli uomini, i quali stimano i beni falsi di questa vita, mentre non stimano i beni spirituali ed eterni dell'altra. E dice così: Il pensiero dei predestinati è sempre fisso verso l'eternità; questi, pur possedendo gran felicità in questa vita, benché non siano in pencolo di morte, sempre la guardano come presente. (Lib. Mor. VIII, cap. 12) Contrariamente agiscono le anime ostinate che amano la vita temporale come cosa permanente, perché non intendono quanto gran cosa sia l'eternità della vita futura.
E siccome non considerano la stabilità di ciò che è perpetuo, tengono l'esilio per patria, le tenebre per luce e l'albergo terreno per dimora. Coloro infatti che non conoscono le cose maggiori, non possono neppure giudicare delle cose minori.
Per questo cominceremo ad alzare il velo e a scoprire la distanza che esiste tra i beni della terra e quelli del cielo per mezzo della considerazione dell'eternità e della misera condizione del tempo. Di poi passeremo a trattare della viltà di ciò che è temporale e della grandezza delle cose eterne; poiché, come diceva un filosofo che non vi ha cosa più chiara, né più oscura della luce, così si può dire lo stesso di altre cose ritenute per molto chiare, le quali non sono comprese, sebbene siano meno oscure dell'eternità e del tempo. Procureremo quindi di farle conoscere meglio, aiutati dal lume della fede, dalla dottrina dei santi e dai disinganni dei filosofi.
P. Gian Eusebio NIEREMBERG S. J.
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