Il disertore di Noes (1809-1811).
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Giovanni Maria non dimenticò mai i mesi passati presso i Robins. Se egli non ritornò a Noés, non ostante le sue promesse ed il vivo desiderio, ricevette però sempre volentieri, fin negli ultimi giorni della sua vita, la visita di qualche vecchio amico, conosciuto in quel tempo di allarme. Dopo la sua morte saranno gli abitanti di Noés, che verranno in pellegrinaggio sulla sua tomba. «L’anno scorso - diceva nel 1864 l'abate Dubouis, parroco di Fareins, - incontrai una persona di quel villaggio, che mi disse quanto sia ancora vivo là il ricordo della sua pietà» 67. E sembra che fra quella buona gente nessuno abbia mai fatto rimprovero a Giovanni Maria per essersi volontariamente sottratto alla coscrizione.
Egli medesimo, sia per buona fede, sia per persuasione soprannaturale, non si ritenne mai colpevole per questa diserzione, come fa fede anche questa testimonianza dell'abate Toccanier che fu uno dei suoi amici più intimi: «Non ne parlò mai né per scusarsi né per giustificarsi; qualche volta lo intesi parlarne nei suoi catechismi, ma solo per servirsi della sua storia a guisa di paragone: Quando ero disertore, avevo sempre paura di vedere arrivare i gendarmi. Così il peccatore nel suo rimorso teme sempre di essere colpito dalla giustizia divini...» 68. Ed il conte Prospero di Garets fa notare che nelle sue parole non vi era alcun senso di rincrescimento 69.
Non è colla mentalità moderna, ma colle idee dei contemporanei, che dobbiamo portare il nostro giudizio sugli avvenimenti successi nel 1810. Il conte di Garets, sindaco d'Ars, dà la spiegazione giusta quando dice: «Giovanni Maria Vianney fu condotto dalle circostanze, senza premeditazione alcuna in uno stato di diserzione 70. Se il capitano di reclutamento Blanchard, invece di lasciare partire solo sulla strada di Renaison il coscritto convalescente Vianney, gli avesse procurato i mezzi di raggiungere il suo gruppo, e se il sindaco di Noés, al quale si confidò, l'avesse aiutato ad uscire dalla sua situazione anormale, il nostro giovane avrebbe senza dubbio preso parte alla guerra di Spagna; invece ne fu distolto da cause che si direbbero provvidenziali» 71
Canonico FRANCESCO TROCHU
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