lunedì 11 gennaio 2021

VITA PIENA E FELICE IN CIELO

 


Per quanto riguarda le domande su quale sarà quella possibilità oscura, chiamata inferno, in generale, le persone sembrano avere risposte molto chiare. L'immaginazione religiosa ha descritto questa possibilità con precisione e ricchi dettagli.

Tuttavia, quando si parla di paradiso, le descrizioni, in generale, rimangono incolori e l'immaginario religioso è molto vuoto. L'iconografia ci presenta angeli gioiosi e cori che cantano alleluia; i pittori si rivolgono all'oro e il massimo che molte persone possono immaginare è un tipo di taglio celeste, funzionante come quello di un imperatore del passato o di un monarca contemporaneo.

Con ciò, l'immaginazione si ferma e l'uomo moderno, abituato alla democrazia e alla partecipazione, o che sogna di costruire strutture egualitarie e partecipative, si chiede cosa farà nel fasto di una simile corte.

Chi ama i cori gregoriani può ancora immaginarsi come parte di un coro celeste, mentre i fan dell'hard-rock sono un po 'delusi dalla domanda, chiedendosi come i loro ritmi preferiti potrebbero adattarsi a quelle cerimonie maestose.

Il risultato di tutta questa situazione: la maggior parte dei cristiani, in fondo, non sa come immaginare quale sia la loro religione come ultima destinazione, in risposta a tutti i loro desideri e al culmine della loro intera esistenza, cioè, la situazione del cielo. A causa della mancanza di una vera descrizione, questo cielo, per molti, non ha grandi attrattive e invece di preoccuparsene, preferiscono organizzare la loro vita terrena nel modo più piacevole possibile. Il cielo "lascia fare agli uccelli e ai preti", come diceva il famoso poeta Heine.

È di fronte a tutto questo quadro deludente che si formula con rinnovato vigore la necessità di riflettere su ciò che la religione cristiana ci presenta come nostra destinazione finale. Come possiamo immaginare ciò che Dio ha progettato come ultima ed eterna fine del nostro essere?

Il linguaggio religioso parla pienamente della vita. Come sapere cos'è la vita in pieno? Vale la pena utilizzare le proprie esperienze di vita, in modo da comprendere meglio il significato profondo delle espressioni con cui si cerca di parlare del paradiso: "vita eterna", "vita piena", "felicità infinita".

Se la nostra vita fosse segnata da dolore, problemi, malattie, tensioni e disgrazie, nessuno parlerebbe di una vita in toto. Ciò significa che tutte quelle situazioni negative e qualsiasi altra esperienza negativa che possiamo immaginare, non possono essere parte di ciò che è il paradiso. Quando siamo soli, isolati, in una situazione di solitudine o abbandono, non abbiamo l'impressione di vivere appieno. Una vita piena deve essere diversa. È il minimo che possiamo sperare. In realtà, però, dobbiamo aspettarci il massimo e oltre il massimo.

Il grande autore visionario dell'Apocalisse descrive questa massima in una visione grandiosa che riassume tutto ciò che immaginiamo essere la situazione esistenziale del paradiso: questa è la dimora di Dio con gli uomini. Vivrà con loro. Saranno il suo popolo e lui sarà il Dio che è con loro. Asciugherà ogni lacrima dai tuoi occhi. Non ci sarà più morte. Non ci sarà più lutto, né grido, né sofferenza, perché il mondo antico è scomparso (Ap 21, 3-4).

Qui non si parla di processioni o canti, ma di convivenza armoniosa tra le persone, di vita senza disonore e di comunione con Colui che ci ama, Dio, l'eterno innamorato di noi, i suoi prediletti figli. Questa convivenza non è descritta come soggetta a riti liturgici e regole di stratificazione sociale, ma come comunione e partecipazione delle persone, non solo con Dio, ma anche tra di loro. Non ci sarà odio, invidia o rifiuto reciproco.

Rappresenta invece una convivenza armoniosa, segnata dall'esperienza di essere amati, di essere sorretti nella tenerezza di un Dio appassionato, senza alcuna stratificazione, né secondo criteri sociali, né di santità né dignità: questa è la situazione del cielo. Quando Gesù stesso descrive un tale stato, usa immagini di celebrazione, matrimonio e banchetto.

VITA PIENA

Quando Gesù rievoca l'immagine di un banchetto e di una festa di matrimonio, immagina cosa ha vissuto nella sua cultura: festa, traboccante di gioia, alla quale tutti sono invitati. Celebrazione della vita, senza emarginazione. Compimento e realizzazione di tutti i desideri del cuore umano: così dobbiamo immaginare il paradiso. Una situazione di vita piena, dove nessuno sarà escluso e nessuno sarà abbassato. Comunione e partecipazione di tutti gli esseri umani, senza distinzione di classi e razze, dove non ci saranno né padroni né schiavi, né capi e subordinati, né privilegiati ed emarginati, ma fratelli e sorelle.

E questi fratelli e sorelle non saranno anime senza struttura, ma persone piene, intere. Ognuno con le proprie caratteristiche e capacità. Tutti i potenziali si sono completamente evoluti. Ognuno accettato da tutti e tutti accettando ciascuno, proprio come lui o lei è. Ad ogni modo, ognuno può essere se stesso, senza maschere e senza rifiuto. E questa comunione e partecipazione di tutti è culminata nel fatto che anche Dio ne fa parte. Presente e visibile a tutti, in modo tale che, finalmente, in lui, tutte le aspirazioni del cuore, mai soddisfatte, saranno soddisfatte.

In questa piena armonia, di cui l'armonia statica di due fidanzati è solo una piccola immagine, in questa armonia con se stessi, con Dio e con tutti i suoi fratelli e tutte le sue sorelle, l'uomo, insomma, potrà realizzare tutto ciò che ha sempre fatto. sognato. Esistendo in modo nuovo, sotto un nuovo cielo e in una nuova terra trasformata (Ap 21,5; Is 65,17-19), ciascuno arriverà alla piena realizzazione della propria personalità. L'artista sarà un artista a pieno titolo, il matematico sarà un matematico a pieno titolo e il pescatore, perché no?, Potrà pescare come ha sempre sognato.

L'intero universo, nella sua immensità, si offrirà per essere scoperto. E, chissà, non solo l'universo come lo immaginiamo, ma innumerevoli altri universi paralleli, di cui la cosmologia oggi parla solo in termini ipotetici. E tutti questi universi saranno trasparenti a colui che sta dietro a tutto: Dio, il tuo creatore. Alla scoperta degli universi, ne scopriremo sempre volti nuovi. E scoprendo Dio, esplorando Dio, perdendoci in Dio e pur rimanendo ciò che siamo, vivremo l'estasi della vita piena.

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