giovedì 12 agosto 2021

Il buon samaritano delle vittime del demonio


Condivisione delle esperienze   

La solidarietà con i fratelli malcapitati fra le trame del demonio va vissuta condividendo preghiere, penitenze ed esperienze per rendere più efficace e tempestiva la liberazione dalla possessione o vessazione. Molte sono le forme di carità cristiana per poveri e piccoli: questa non è certo l’ultima.  

La solidarietà e condivisione è parte della comunione dei  santi, cioè di quella collaborazione per la salvezza fra pellegrini sulla terra, anime del purgatorio e santi del cielo.  

Siamo chiamati ad invocare misericordia e perdono per le anime dei nostri fratelli entrati nella vita eterna. Loro ricambiano e ci aiutano con i loro meriti e preghiere. Preghiamo i santi del cielo perché intercedano per noi le grazie di cui abbiamo bisogno e la liberazione dei posseduti dal demonio, che non è certo la meno importante.  

Fra Benigno ci racconta la liberazione di un’altra mamma. “All’esorcismo del 3 dicembre del 2004, il demonio comincia a guardare con grande paura verso una parte della stanza. Gli domando: “Che c’è lì?”.  Visto che non rispondeva, aggiungo: “C’è per caso P. Pio da Pietrelcina?”. Comincia ad agitarsi e a gridare. Comprendo che  c’era proprio lui. Gli comando: “Guarda P. Pio e riferiscimi  quanto ti chiede”. “Mi dice di consegnargliela”. “Se è così, ti  comando nel nome di Gesù di consegnare Teresa a S. Pio e di  andartene”. Ma il demonio non voleva andarsene. Allora chiedo a S. Pio: “Ti prego, poni la tua mano piagata su Teresa e  intercedi presso il Signore in favore di questa mamma perché  venga liberata”.  

Dopo poco il maligno comincia a dimenarsi e a gridare per  il dolore che gli procura quella mano invisibile e la mamma  viene liberata”. Esperimenta una gioia straordinaria, tutta particolare che non aveva mai percepito nelle precedenti liberazioni temporanee. Felice ed esultante torna a casa, grata al Signore per quello che aveva fatto per lei” (p.130) . 

Non tutti hanno tempi eguali per la liberazione. Ad un ragazzo di 20 anni è bastato soltanto un incontro. “Essendo il  giovane troppo pericoloso e il caso molto grave, vengo chiamato alla sua casa, lontana alcune ore di viaggio. Trovo il giovane in trance in una stanza da solo. Prima benedico l’acqua.  Quando inizio le preghiere il giovane scende dal divano e comincia a strisciare per terra come un serpente. 

I familiari mi raccontano che tutto inizia una notte della  settimana santa. Appare P. Pio da Pietrelcina, gli tocca una  mano e sorge una croce sul dorso della mano. La cosa si ripete  l’anno successivo sull’altra mano e il terzo anno sempre nella  settimana santa una croce su ogni ginocchio. Quando l’ho incontrato aveva ancora le croci.  

Ma dai racconti dei familiari comprendo che le croci riguardano poco P. Pio. Il maligno non tollerava la conversione  del giovane perché portava molte anime al Signore. Per questo  il demonio cominciò a torturarlo. Accosto un guanto di P. Pio  al giovane in trance e chiedo al Signore di far luce sul fenomeno. Subito quel giovane esce dalla trance, si alza e viene a  pranzo. È  tornato alla normalità. 

Dopo il pranzo gli faccio l’esorcismo e il giovane cade per  terra come in un sonno profondo. Accosto di nuovo il guanto  sul suo corpo alla fine dell’esorcismo. Uscito dalla trance ricorda di aver visto una grande croce e la voce di molte persone che si allontanavano. Prova un senso di liberazione. Da  quel momento il giovane non ha più disturbi, anche se si ripete il fenomeno delle croci” (131) .  

Nei fatti di possessione e di vessazione viene coinvolta  tutta la famiglia nella sofferenza e nella prova. Non è uno solo che soffre, ma tutta la famiglia, anche con conseguenze  psicologiche sui fratelli minori, o sul lavoro, o sui rapporti  sociali.  

È necessario che nella Chiesa vi siano forze sufficienti,  con sempre maggiore competenza, collaborazione e preghiera  per risolverli quanto prima, per non trovare troppo tardi famiglie distrutte. È un dovere aiutare posseduti e familiari a vivere con la fede le sofferenze per trarne vantaggio per se stessi e  per la famiglia, per una crescita spirituale.  

Ringrazio quanti hanno condiviso esperienza, dottrina, racconti, in particolare Fra Benigno, P. Amorth, Mons. Gemma, P. La Grua. Con la loro esperienza e condivisione possiamo aiutare esorcisti, fedeli e posseduti con un sempre migliore servizio pastorale.

FRATELLO    ESORCISTA

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