COME DIO L'OBBLIGO' A PUBBLICARE QUESTI FAVORI
Dio si degnò manifestare in seguito la sua volontà, che venisse pubblicato il resoconto di tutte queste grazie. Ma Geltrude era alquanto restia; essa si chiedeva, quale utilità avrebbe prodotto tale scritto, giacchè era fermamente decisa di non permettere che fosse reso noto, prima della sua morte. D'altra parte le sembrava che, dopo la sua dipartita da questo mondo, quelle pagine sarebbero state inutili, e fors'anche causa di turbamento ai fedeli. Il Signore, rispondendo a' suoi intimi pensieri, le disse: « Quando S. Caterina era in prigione l'ho visitata e consolata con queste parole: "Sta serena, figlia mia, poichè sono con te". Ho chiamato Giovanni, il mio Apostolo prediletto, con queste parole: "Vieni da me, o mio amatissimo Apostolo". La vita dei santi poi è tutta infiorata da espressioni consimili. Non servono forse ad accendere la divozione, ed a ricordare la mia tenerissima bontà per gli uomini? ». Aggiunse: « Molte anime, sentendo la narrazione dei privilegi a te accordati, potranno desiderarli, e, per esserne degne, si sforzeranno d'emendarsi dei loro difetti ».
Un altro giorno ella si chiedeva stupita come mai il Signore l'ispirava interiormente di manifestare il contenuto di questo libro, pur sapendo che molti spiriti meschini avrebbero disprezzato tali doni, ed avrebbero trovato più motivo di calunnia che di edificazione. Il Signore volle illuminarla con queste parole: « Io ho posto in te tale abbondanza di grazie, da dover esigerne frutti copiosi. Voglio che le anime che hanno ricevuto favori simili a' tuoi e che ne fecero poco conto, si ricordino, leggendo il tuo libro, dei privilegi ricevuti, e si eccitino a tale riconoscenza da meritarne ancora degli altri. Riguardo poi a coloro che hanno un cuore perverso e che disprezzeranno i miei doni, li castigherò facendo ricadere su di essi il loro peccato, senza che tu abbia a soffrirne minimamente. Il profeta non disse di me: « Ponam its offendiculum: Io porrò come pietra di scandalo? » (Mz. III, 20).
Queste parole fecero capire a Geltrude che talora Dio invita i suoi eletti a compire azioni che saranno per altri oggetto di scandalo: gli eletti non devono ometterle nella speranza di aver pace coi cattivi, perchè la vera pace consiste nella vittoria dei buoni sui cattivi.
L'anima fedele vince quando, nulla trascurando di ciò che può tornare a gloria di Dio, si sforza di conquistare le anime perverse con la sua bontà e delicati riguardi; se poi non riuscisse nell'intento, la ricompensa non le mancherebbe sicuramente.
Ugo di S. Vittore ha detto: « I fedeli possono sempre trovare motivi di dubbio; gli infedeli, purché lo vogliano, hanno sempre buone ragioni per credere; così giustamente i fedeli ricevono la ricompensa della loro fede, e gli infedeli punizione della loro incredulità » (De arca morali, IV, 3, Ugo di S. Vittore).
Nessun commento:
Posta un commento