COLUI CHE PARLA DAL FUOCO
«Non L'ho visto... ma non posso vivere senza di Lui... e da quando mi ha lasciata non cesso di chiedergli perdono - scrive. - Ieri, 3 dicembre, dopo aver finito di lavorare, sono andata un momento in Coretto davanti al Santissimo Sacramento esposto: Mio Gesù! non merito di vederti, ma dammi una prova del Tuo perdono! Stavo lì, senza dir nulla, quando improvvisamente tutte le tentazioni di questi ultimi giorni scomparvero e mi sentii il capo stretto dalla corona di spine».
Questo segno del perdono divino sarebbe stato seguito da uno di quegli incomparabili scambi di bontà e fiducia di cui è fiorita la vita di Josefa e che sono di per sé una rivelazione del Cuore di Gesù.
«Il giorno dopo, sabato 4 dicembre, dopo la santa Comunione si presentò a me come un padre che aspetti il suo bambino:
«- Vieni, dimmi i tuoi timori».
«E mostrandomi il Cuore:
«Se non sai soffrire, vieni qua!...
«Se temi di essere umiliata, vieni qua!...
«Se hai paura, accostati ancor più a Me!...
«Gli ho detto quanto queste grazie mi spaventino, poiché non le merito».
«So che non le meriti, ma ciò che voglio è che tu le riceva».
Tanta compassionevole bontà la riempie di ammirazione e di desiderio. Vorrebbe corrispondere e sente vivamente la sua impotenza e quella che essa chiama ingratitudine. Ma la Madonna è là per confortarla:
«E’ venuta - scrive - il lunedì 6 dicembre, mentre durante la meditazione chiedevo a Nostro Signore perdono e amore».
«- Figlia mia - mi ha detto - non rattristarti così! Non sai ciò che Gesù è per te? E’ utile che tu soffra in silenzio, ma senza angustiarti; che tu ami molto, ma senza considerare se ami e senza sapere che ami. Se cadi, non affliggerti troppo. Siamo ambedue lì per rialzarti e io non ti abbandonerò mai!».
«Le spiegai che la maggiore mia sofferenza sta nel non poter seguire interamente la vita comune e che ho paura di essere osservata».
«- Non dimenticare che questo è per le anime. Il nemico mette tanto accanimento per farti tornare indietro perché vede in te come un ruscello che, nel suo corso, trascinerà le anime a Gesù».
«Le ho chiesto di benedirmi e di non lasciarmi sola, poiché sa quanto sono debole!». «Si, ti benedico e ti amo!».
Il giorno seguente, martedì 7 dicembre, la dolce Madre riappare:
«- Se vuoi consolare Gesù, ti dirò ciò che Gli piace: offrirai tutto per le anime, senza alcun tuo interesse, unicamente per la gloria del suo Cuore».
E aggiunge precisando l'atto da compiere:
«Finché non ti dirò di cessare, reciterai ogni giorno nove Ave Maria con le braccia in croce. Lo farai umiliandoti e riconoscendo il tuo nulla, ma nello stesso tempo adorerai la divina volontà, lasciando al tuo Creatore piena libertà di disporre di te come vorrà. Confida nel suo Cuore e in Me, che ti sono Madre».
Nostro Signore, qualche momento dopo, afferma una volta ancora il diritto che la Madre Sua poco prima aveva fatto rilevare e ricorda a Josefa i Suoi Disegni su di lei.
«Durante il ringraziamento della Comunione mi ricoprì con la fiamma del Suo Cuore dicendomi:
«- Desidero che Mi lasci piena libertà per stabilire tra il mio Cuore e il tuo una corrente tale che tu viva in Me, senza vivere più affatto per te».
«Restò un momento in silenzio consumando l'anima mia nell'ardore di quella fiamma, poi soggiunse: «
Voglio che Mi aiuti con la tua piccolezza e la tua miseria a strappare al nemico le anime che costui tenta di divorare».
«Verso mezzogiorno m'apparve con volto radioso:
«- Vieni, riposa e gusta la gioia del mio Cuore... Un'anima di più è tornata a Me!».
Così attraverso un succedersi di combattimenti, di oscurità, di umili sforzi, Nostro Signore la rianima mostrandole fino a qual punto l'amore sa trar vantaggio dalle nostre lotte.
Suor Josefa Menéndez
Nessun commento:
Posta un commento