SAN GIOVANNI APOSTOLO APOCALISSE
Il primogenito dei morti. Questo titolo si trova anche in San Paolo (Romani e Colossesi), nella Lettera agli Ebrei, e una sola volta nell’Apocalisse.
“Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli” (Rm 8,29).
“Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose” (Col 1,18).
“E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio” (Eb 1,6).
“E da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue” (Ap 1,5).
La sua primogenitura è prima di tutto “unigenitura”. Lui è il Figlio unigenito del Padre, il solo ed unico che Dio ha generato: “Luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”.
L’unigenitura eterna è l’essenza di Cristo. Gesù è il Figlio unigenito del Padre, il Primo ed unico Figlio. È in Lui e per Lui che ogni uomo è chiamato a divenire figlio di Dio, per adozione, nello Spirito Santo, rinascendo nelle acque del battesimo.
È l’unigenitura di Cristo che fa sì che Dio sia vero Padre. Sia il Padre del nostro Signore Gesù Cristo e in Lui e per Lui diventi Padre per adozione di ogni altro uomo.
Ecco come San Giovanni presenta Cristo Gesù come L’unigenito Figlio di Dio:
“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).
“Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1,18).
“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).
“Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio” (Gv 3,18).
“In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui” (1Gv 4,9).
Egli è primogenito ed è unigenito nell’eternità. Egli è primogenito ed unigenito nel tempo. È unigenito e primogenito nell’ordine della creazione; ma anche è unigenito e primogenito nell’ordine della grazia, della redenzione, della giustificazione, della salvezza, della vita eterna, della risurrezione.
Egli è il primogenito dei morti, perché è il primo che è risorto alla vita eterna con il corpo trasfigurato, trasformato in spirito, in luce.
Egli è anche il primogenito dei morti, perché tutti risusciteremo in Lui e per Lui.
Egli è il primogenito dei morti, perché sarà Lui non solo a chiamarci dal sepolcro, ma anche a rivestirci della sua risurrezione.
Lui nel ventre del sepolcro è stato generato nel suo corpo alla vita dello spirito, perché noi tutti diveniamo esseri spirituali nel tempo e nell’eternità per Lui, con Lui in Lui.
Egli è primogenito dei morti perché ci ha preceduti nella gloria del Padre e ci attende perché dove è Lui siamo anche noi.
E il principe dei re della terra. Con queste parole viene proclamata la regalità universale di Cristo Gesù.
Lui non è re e principe in quanto Dio. In quanto Dio è Creatore e Signore di ogni uomo. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di Lui. Ogni cosa è sua, per dono del Padre.
Gesù è il principe dei re della terra, perché nella sua umanità è stato costituito giudice dei vivi e dei morti, ma anche legge e parola di salvezza per ogni uomo, oltre che via, verità e vita di tutto il genere umano.
Non c’è sovranità vera se non in Lui, per Lui, con Lui. Non c’è esercizio del potere che sia vero servizio all’uomo se non in Lui, per Lui, con Lui.
Essendo Lui il sovrano dei sovrani e il re di tutti i regnanti, ognuno domani dovrà presentarsi al suo cospetto per rendere ragione della sua amministrazione di servitore della giustizia e della verità.
Ma anche oggi nel tempo della storia, Lui vigila attentamente e interviene nella nostra storia, perché sia sempre riportata nella Volontà e nella Verità del Padre.
Modi e forme di questa vigilanza perenne di Cristo Gesù sono avvolti dal mistero.
Solo quando i veli della storia saranno passati e si aprirà il sipario della vita eterna, vedremo ogni azione di Dio e di Cristo a favore della nostra salvezza e della redenzione dell’umanità intera.
Ora però è il tempo della fede e dobbiamo credere che Gesù è il principe dei re della terra, è il Signore di ogni altro signore, è il Sovrano di ogni altro sovrano.
A Lui sempre dobbiamo rivolgerci perché porti pace ai nostri giorni e la consolazione del suo amore e della sua grazia contro ogni tirannia e abuso di potere che tanto male arrecano agli uomini.
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