mercoledì 1 settembre 2021

GESU EUCARISTIA

 


l’amico che ti aspetta sempre


GUARIGIONI

 

«Coloro che crederanno saranno accompagnati da questi segni: nel mio Nome scacceranno i demoni... porranno le mani sui malati ed essi saranno guariti»(Mc 16, 17-18).

Nell’Eucaristia c’è lo stesso Gesù di Nazaret che duemila anni fa guariva i malati in Palestina. «Egli è lo stesso ieri, oggi e per i secoli» (Eb 13, 8). Egli è il grande medico dei corpi e delle anime. Per questo, l’Eucaristia è il sacramento per eccellenza della guarigione fisica, psichica e spirituale. Nel tabernacolo c’è l’ambulatorio divino. Qui sta Dio stesso con tutto il suo amore e il suo potere. Egli non incassa la parcella e si occupa dei suoi pazienti ad ogni ora del giorno e della notte. Egli ha tutto il suo tempo esclusivamente per te. È specialista di tutte le malattie, specialmente di quelle di «cuore».

Sant’Agostino ci dice che se ti metti in mano a tale medico «guarirai da tutte le tue malattie, anche da quelle molto gravi, infatti più grande di esse è il medico. Per il medico onnipotente non c’è malattia incurabile, mettiti nelle sue mani; lasciati curare da lui» (En in Ps 102, 5). Vai da lui con la fede colma di speranza dell’emorroissa del Vangelo. Ella pensò: «Se tocco anche solo il suo vestito sarò guarita» (Mc 5, 28). Lo fece e guarì. Molti malati «lo supplicavano che lasciasse loro toccare anche solo l’orlo del suo vestito e, tutti coloro che lo toccavano erano guariti» (Mt 14, 36). «Curava tutti coloro che si sentivano male, perché si adempisse quanto detto dal profeta Isaia che dice: Egli prese su di sé le nostre infermità e si caricò dei nostri dolori» (Mt 8, 16-17). «E Gesù passava per città e villaggi, insegnando, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e ogni dolore» (Mt 9, 35). «Da lui usciva un potere che guariva tutti» (Lc 6, 19). E diede lo stesso potere anche ai suoi discepoli: «Diede loro potere sugli spiriti immondi per cacciarli e per guarire ogni infermità e dolore» (Mt 10, 1). «Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni; quanto avete ricevuto gratuitamente, datelo gratuitamente»(Mt 10, 8).

L’Eucaristia è potente anche per liberare gli oppressi dal maligno. Padre Emiliano Tardif ci raccontava il caso di una donna che adorava satana nelle sue riunioni sataniche e venne liberata dal potere di Gesù Eucaristia. Padre Roberto de Grandis scriveva: «Personalmente nella mia fede eucaristica venni aiutato molto da una persona che era stata una strega e si convertì alla Chiesa cattolica. Diceva che mai si sarebbe liberata da satana, se non fosse ricorsa quotidianamente all’Eucaristia. Affermava che perfino i fattucchieri credono nella presenza reale di Gesù».

Come si vede, uno dei principali compiti del ministero di Gesù, e deve esserlo anche dei suoi discepoli, è quello di scacciare i demoni e di guarire i malati nel corpo e nell’anima. Varie volte ci viene detto nel Vangelo che solo toccando il malato (il lebbroso, il cieco, la suocera di Pietro...) Egli lo guariva (cf. Mt 8, 3; 8, 15; 9, 29). Allora, perché non andiamo a riceverlo nella Comunione con questa fede colma di attesa per sperare nel miracolo della nostra salute? Il Vangelo dice che a Nazaret «non poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità» (Mc 6, 5-6; Mt 13, 58).

Diceva santa Teresa di Gesù: «Pensate forse che questo sacratissimo Pane non sia di sostentamento per i nostri miseri corpi e di medicina efficace ai nostri disturbi corporali? Conosco una persona che nelle sue gravi infermità andava spesso soggetta ad atrocissimi dolori, ma quando si accostava alla Comunione, le pareva per incanto che le sparisse ogni male, rimanendo completamente guarita. Questo le accadeva molto spesso» (Cammino, 34, 6). «Non c’è da andare molto lontano per cercare il Signore. Fino a quando il calore naturale non ha consumato le specie del pane, il buon Gesù è in noi: avviciniamoci a lui! Se quando era nel mondo guariva gli infermi col semplice tocco delle vesti, come dubitare che, stando in noi personalmente, non debba far miracoli se abbiamo fede?» (Ib. 34, 8).

Il giorno di Pasqua del 1461, il giovane Bertrand Leclerc di 15 anni, muto per una caduta da bimbo, venne guarito nel momento in cui riceveva la Comunione. Da allora fino al 1495, tutti i lunedì di Pasqua si celebrava nella cattedrale di La Rochelle (Francia) il ricordo del miracolo del muto di La Rochelle.

Nel 1725 la signora Anna Fosse guarì mentre passava la processione del Corpus Domini a Parigi. Aveva 45 anni, era una donna di fede e incominciò a gridare: «Signore, se vuoi puoi guarirmi». Era paralizzata da diversi anni, il Signore la guarì e poté seguire a piedi la processione. L’arcivescovo di Parigi, dopo gli accertamenti del caso, riconobbe il miracolo e ordinò di cantare un Te Deum di ringraziamento.

Il beato Jean Martin Moyé, missionario in Cina, racconta che nel 1778, durante la grande peste, amministrava l’unzione degli infermi ai moribondi, ma un giorno si sentì molto male. Il mattino seguente, si chiese se sarebbe stato imprudente andare in quello stato a celebrare la Messa, ma raccontò che «in quel momento mi venne in mente che nostro Signore nel Santissimo Sacramento era la medicina del corpo e dell’anima. Celebrai la Messa e mi sentii guarito. Dio nella sua misericordia mi aveva guarito per il bene dei miei fedeli».

Vediamo alcuni casi di guarigione a Lourdes, chiamata la città dell’Immacolata e città dell’Eucaristia. Lì si raccolgono ogni anno circa 5500 casi di guarigioni straordinarie. Gabriele Gargam aveva avuto un incidente ferroviario ed era rimasto paralizzato alle estremità inferiori. Il 7 agosto 1900, nel momento della benedizione con il Santissimo Sacramento, fu totalmente guarito.

Raimonda Bonnefant aveva 13 anni, quando nel gennaio del 1920 ebbe un attacco di appendicite che si complicò con peritonite e tubercolosi intestinale. Era moribonda quando la portarono a Lourdes. Nel momento della benedizione con l’Eucaristia, la ragazzina vide Gesù e fu istantaneamente guarita. Dopo si fece religiosa con il nome di suor Maria di Cristo.

Giovanna Fretel. Di 34 anni, aveva una peritonite tubercolare ed era stata sottoposta a sette operazioni. Era gravissima, quando la portarono a Lourdes l’8 ottobre 1948. Al momento della Comunione, venne guarita totalmente. Il suo caso fu dichiarato miracoloso.

Maria Luisa Bigot di 31 anni, colpita da emiplegia, cieca e sorda, fu portata Lourdes nel 1953 e venne guarita dall’emiplegia. Nel 1954, in un altro viaggio, al momento della benedizione con il Santissimo, fu guarita nell’udito, e durante il viaggio di ritorno recuperò la vista. Il suo caso è stato riconosciuto miracoloso.

Angela Tea, tedesca di 29 anni, fu portata a Lourdes il 17 maggio 1950 ammalata di sclerosi e guarì progressivamente, dopo essere stata immersa nella piscina e aver assistito alla processione del Santissimo Sacramento. Divenne religiosa con il nome di suor Maria Mercedes.

Anche Maria Teresa Canin di Marsiglia, di 37 anni, fu guarita progressivamente, il 9 ottobre 1947, dal morbo di Pot e da tubercolosi peritoneale, dopo aver assistito per tre giorni di seguito alla processione del Santo Sacramento.

Fra León Schwager, benedettino svizzero, soffriva di sclerosi multipla e andò a Lourdes il 30 aprile 1952, all’età di 28 anni. Durante la processione venne guarito. Pure il suo caso fu riconosciuto miracoloso.

Più recente è il caso di Hugo Mario Fisicaro, industriale madrileno di 39 anni. Aveva avuto un grave incidente automobilistico il 26 gennaio 1989 e la sua fidanzata lo portò a Lourdes quattro mesi dopo, quando ormai i medici non potevano fare più nulla... Durante la Messa per gli ammalati, al momento della comunione, sentì un calore intenso che invase tutto il suo corpo e poté iniziare a camminare; infatti era paralizzato dalla cintola in giù.

Fortunatamente, non abbiamo bisogno di andare a Lourdes, perché lo stesso Gesù che guarisce si trova in una qualsiasi delle nostre chiese, ci manca solo una fede più grande nella sua presenza reale nel Santissimo Sacramento. Padre Emiliano Tardif, che aveva un potente ministero di guarigione in tutto il mondo, racconta nel suo libro «Gesù è vivo» molti miracoli avvenuti durante la Messa di guarigione. A Tahiti, c’era un uomo «completamente cieco da un occhio e con l’altro vedeva molto poco. Durante la Messa degli ammalati, proprio nel momento dell’elevazione dell’Ostia, vide una grande luce e i suoi occhi si aprirono. Era stato guarito!»

Madre Briege Mackenna, che pure ha uno straordinario ministero di guarigione a livello mondiale, è solita recitare le sue preghiere di guarigione quando Gesù è esposto nell’ostensorio solennemente, perché sia Gesù a passare personalmente fra gli ammalati e a guarirli come spesso accade.

Padre Dario Betancourt è un altro sacerdote con un grande ministero di guarigione. Dice nel suo libretto «L’Eucaristia»: «Ordinato da poco sacerdote andai nella casa di alcuni contadini a portare la comunione. C’era un bimbo con un eczema che era come una piaga viva. I suoi genitori mi raccontarono che avevano speso tutto il loro denaro in medici e medicine senza esito alcuno. Io imposi la teca con l’Ostia consacrata, toccando il bimbo, mentre tutti pregavamo Dio per la sua guarigione. Due settimane più tardi, i suoi genitori mi portarono il bimbo per mostrarmi come si erano seccate le piaghe. Mi raccontarono che, dal momento di quella preghiera, il piccolo aveva smesso di grattarsi ed aveva iniziato a migliorare»...

«Un altro giorno, mi chiamarono all’ospedale di New York per pregare su Ann Greer che da due mesi era incosciente. Mi ricordai del caso sopracitato e le posi la teca sulla fronte nel punto in cui era stata colpita in un terribile incidente automobilistico.Alla sera venimmo informati che la bimba aveva ricuperato un poco di calore e le sue membra erano più flessibili. Il giorno seguente, i medici erano stupiti del miglioramento avvenuto dalla sera alla mattina. Due giorni più tardi, riconosceva e ricordava. Una settimana dopo, Ann lasciava l’ospedale totalmente ristabilita».

Padre Roberto de Grandis nel suo libro «Guariti dall’Eucaristia» scrisse: «Quanto più forte è la presenza di Gesù, tanta più guarigione ci sarà. E la presenza più grande del Signore l’abbiamo nell’Eucaristia molto più forte che imporre le mani, molto più forte che ungere con olio, molto più forte che predicare la Parola, La presenza di Gesù nell’Eucaristia è la presenza assoluta. Il momento più grande di guarigione è il momento della Comunione. Confesso che, dopo venticinque anni di ministero di guarigione, soltanto ora sto iniziando a vedere la realtà di cui parlo: il Signore guarisce nell’Eucaristia.

Conobbi una donna incinta alla quale il medico disse di abortire perché il bimbo era completamente deforme. Ella andò in chiesa. Durante la Messa chiese forza per poter accettare questo bimbo, quando il sacerdote alzò l’Ostia sentì una grande forza e una grande pace dentro di sé. Il medico insisteva per farla abortire. Ella continuò ad andare a Messa ogni giorno e ebbe una bimba perfettamente normale. Ora ha già compiuto sette anni e la stanno preparando per la prima comunione»...

Quando le madri in attesa ricevono la Comunione, in un qualche modo fanno comunicare anche il loro figlio, e l’unione di Gesù con la madre è anche unione con il piccolo nel grembo. Questo è un modo molto bello di consegnare i bambini a Gesù, di consacrarli prima della nascita. La comunione sarà un fonte enorme di benedizioni e di guarigione per il figlio che può essere colpito da traumi prima della nascita. E, nel caso perdano il figlio, sarà una tranquillità per loro sapere che egli è già nelle mani di Gesù ed è consacrato a lui.

Bene, nell’Eucaristia si trova Gesù, cosa aspettiamo per fare la Comunione? Che cosa attendiamo per andare a chiedergli la salvezza per i nostri cari? «Per coloro che onorano il suo Nome, brillerà il sole di giustizia [Cristo] che porta la salvezza nei suoi raggi» (Mal 3, 20). Lasciamoci bagnare dalla luce divina che esce dal tabernacolo, che è anche salvezza per i nostri corpi e per le nostre anime. Per questo in ogni tabernacolo dovremmo collocare un cartello che, più o meno, dicesse così: «Qui si cura l’anima e il corpo. Qui si trova Gesù medico dei corpi e delle anime. Qui c’è vita, salute, amore, gioia e pace».

Nel tabernacolo c’è Gesù che è la luce del mondo e che porta vita al mondo. Possiamo immaginarci un mondo senza luce? Sarebbe un mondo senza vita. Supponiamo che il sole all’improvviso si estingua... dopo 8 minuti non ci sarebbe più luce sulla terra e la vita incomincerebbe ad agonizzare e, a poco a poco, il freddo e il vento gelido congelerebbero tutto. Si estinguerebbe ogni vita per mancanza di luce e di calore e ci sarebbe la morte totale. Ciò è quanto capita a chi non ha la luce di Cristo, luce del mondo (cf. Gv 8, 12).

Egli venne a portarci la vita e la vita in abbondanza (cf. Gv 10, 10). Per questo, non stupisce che il beato Manuel Domingo y Sol gridasse «per me la vita è Cristo nel Santissimo Sacramento». Lo stesso san Paolo diceva: «Per me la vita è Cristo». San Giuseppe Cottolengo consigliava la Comunione quotidiana ai medici e alle infermiere prima delle operazioni e diceva loro: «La medicina è una grande scienza, ma Gesù è un medico più grande». Egli può curare senza intermediari. La signora Guadalupe del Carmen Romero, messicana, aveva una malattia speciale e non poteva mangiare alimenti con grano, avena, segala, orzo... Se assumeva del pane o un’ostia non consacrata, le venivano dei gravi disturbi organici. Tuttavia, ogni giorno riceveva l’Ostia alla Comunione e non le succedeva nulla. Quale differenza fra un pezzo di pane e Cristo Eucaristia!

Allora, Egli continua ad attenderci nel tabernacolo... E continua a passare e a guarire. Avvicinati a lui e vedrai miracoli nella tua vita. Ricorda quanto dice il Vangelo: «Gli si avvicinarono molte folle che avevano con sé zoppi, storpi, ciechi, muti e molti altri infermi e li deposero ai suoi piedi. Egli li guarì» (Mt 15, 30). Vai anche tu ai suoi piedi e non rimarrai deluso. Egli è un amico che non sbaglia mai.

Angel Peña


Nessun commento:

Posta un commento