venerdì 10 settembre 2021

IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY

 


Il Vicariato d'Ecully (1815-1818).  

Nella cappella del Seminario maggiore di Grenoble, ove il 13 agosto era stato ordinato sacerdote, il giorno seguente, lunedì, vigilia dell'Assunzione, l'abate Vianney celebrò la sua prima Messa, intanto che due cappellani militari dell'armata austriaca celebravano a due altari vicini 1. Si deve ritenere che non sia partito immediatamente per Ecully, ma che sia invece rimasto a Grenoble per la solennità dell’Assunzione, perché la sua delicatezza di coscienza e la sua tenera divozione alla Santa Vergine non gli potevano permettere di intraprendere il viaggio in un giorno a Lei sacro. Pensiamo quindi sia partito il giorno sedici, cioè dopo di avere celebrato tre volte la Santa Messa al Seminario 2.  

Lo aspettavano al ritorno le medesime molestie che lo avevano fatto soffrire nel primo viaggio, ed egli le superò colla sua calma prudente, e poté giungere ad Ecully ove il suo buon maestro lo attendeva con impazienza. Là trovava anche una felice sorpresa: dopo di avere ricevuto la sua prima benedizione in ginocchio, l'abate Balley gli faceva conoscere che le sue istanze all'Arcivescovado per avere un coadiutore, erano state esaudite e che i Vicari Generali avevano destinato a questo posto il sacerdote novello Vianney: così il figlio rimarrebbe vicino al padre, sollevandolo nelle sue molteplici fatiche e sarebbe al suo lato per chiudergli gli occhi, quando la sua giornata fosse stata compiuta.  

Gioia profonda ci fu pure nella sua casa di Dardilly, che dimenticò tutto un passato di angoscia, quando Giovanni Maria si presentò consacrato sacerdote. Ah, se ci fosse stata ancora la madre! Ma ormai ella aveva già la sua tomba e su quella tomba il figlio sacerdote pregò a lungo...  

Anche Noés doveva essere avvertita di questo avvenimento, e difatti una lettera portava anche là la notizia dell'ordinazione sacerdotale di Gerolamo Vincent. Già l'anno prima, dopo il suddiaconato, l'abate Vianney aveva scritto al parroco di Noés, il venerando abate Jacquet, per dirgli la sua felicità e per offrirsi, se le disposizioni non erano contrarie, quale suo vicario, accontentandosi per stipendio di quanto gli era strettamente necessario per vivere. Era così grande l'amore che portava agili abitanti di Noés, che ne avrebbe sempre mantenuto il ricordo 3. E quale fortuna per la madre Fayot di sapere suo figlio adottivo giunto alla meta tanto sospirata. Resterebbe prima ad Ecully, ma non sarebbe sempre vicario. Ed allora, chissà!... Alla cascina dei Robins si decise di andare il più presto al presbiterio dell'abate Balley a salutare il vicario di Ecully.  

 I parrocchiani di Ecully condivisero la letizia del loro pastore, ripetendo: «L'abate Vianney ci ha edificato quando studiava in mezzo a noi: che ne sarà ora che è prete?». E presto i loro cuori si aprirono alla più tenera confidenza in lui 4.  

Dapprima non poterono però valersi dei suoi consigli se non fuori del tribunale di penitenza, perché l'abate Vianney non avrebbe ricevuto la facoltà di assolvere se non molti mesi dopo la sua nomina a vicario, secondo la decisione del Vicario generale Courbon. Quando venne approvato per le confessioni il primo penitente che fu felice di inginocchiarsi ai suoi piedi fu il suo antico confessore, l'abate Balley. L'austero e saggio Curato di Ecully, in cerca di un nuovo direttore, non seppe trovare nulla di meglio che il suo antico penitente, nel quale così meravigliosamente aveva constatato il lavoro fecondo della grazia: questo antico pastore, per molto tempo stimato incapace di confessare, fu il solo che venne creduto adatto a ricevere le confidenze della sua anima di asceta austero. Riferì quindi a Mons. Courbon che era tempo di «sciogliere i poteri» al giovane Vicario ed ottenne immediatamente il pieno consenso ad una così giusta richiesta 5.  

 Il primo atto del ministero dell'abate Vianney fu un battesimo che amministrò il 27 agosto 1815; e dal momento che si conobbe che era stato approvato per le confessioni, il suo confessionale fu assediato e dai malati non si domandò quasi nessun altro che lui 6. Questo lavoro gli assorbiva molto tempo, ed in alcuni giorni a stento gli permetteva di combinare i suoi pasti, legittimando così in lui quella negligenza che diventerebbe presto un'abitudine ... 7. Le sue prediche erano ben lontano dall'essere senza frutto o senza consolazione, perché la maggior parte di coloro che, fino a quel momento, non erano stati l'edificazione della parrocchia, mutarono condotta dal giorno in cui si rivolsero al Vicario per gli affari della loro coscienza8. Preparava e spiegava con cura le 

lezioni del catechismo, sapendo farsi piccolo coi piccoli; i meno aperti d'intelligenza li prendeva nella sua camera e li istruiva separatamente con pazienza instancabile, forse ricordando quello che un giorno era stato fatto con lui durante la rivoluzione 9.  

Ad Ecully, in pulpito era chiaro, come lo fu sempre, e,  contrariamente a quello che sarà quando diventerà parroco di Ars, era anche molto breve 10, forse perché allora non era che agli inizi di questo ministero, che gli sarebbe costato molto e gli avrebbe assicurato meravigliosi successi. Sua sorella Margherita, che veniva da Dardilly per ascoltarlo, ci dice che, secondo il suo giudizio, allora non predicava ancora bene, ma che, quando era il suo turno, tutti correvano alla chiesa. Non temeva tuttavia di dire delle verità scottanti e di flagellare il vizio, tanto più che Ecully non era allora precisamente un'oasi di perfezione. La rivoluzione aveva lasciato le sue miserie e la vicinanza colla città non contribuiva punto alla sua salvaguardia morale e religiosa: si amava il piacere e si ballava ad ogni occasione. «Nel paese ove io fui vicario - diceva un giorno nei suoi catechismi di Ars - un giovane che doveva fare da padrino e che per questo aveva invitato un violinista per potere ballare il giorno seguente, fu schiacciato da una trave, senza che gli sia rimasto un momento per riflettere sulla sua condizione. Il musicista venne, ma, quando egli arrivò, le campane annunciavano il funerale di questo giovane infelice» 11.  

Predicava l'onestà dei costumi e la perfezione della vita cristiana, dandone dapprima l'esempio. Questo prete di trent'anni si distinse subito per un ammirabile riserbo, che lo rendeva semplice e cordiale con tutti, ma lontano da ogni familiarità 12. Già allora possedeva questo dono particolare dei Santi di cui ha parlato San Francesco di Sales, che consiste nel vedere tutti senza guardare nessuno 13. Sentendosi fragile come tutti gli altri, aveva imposto tale norma ai suoi occhi; in più, pregava e si mortificava per vincere la carne, perché anch'egli sentiva nella parte meno nobile della sua natura le inclinazioni al male.  

Il 3 ottobre 1839 - dice l'abate Tailhades di Montpellier - l'abate Vianney mi fece una confidenza molto importante. O ai chiedergli in qual modo avesse ottenuto da Dio la liberazione dalle tentazioni contro la purità, e fini per confessarmi che tale grazia era l'effetto di un voto fatto ventitré anni prima - quando era vicario ad Ecully - di recitare una volta al giorno la Regina Coeli, e per sei volte la preghiera: Sia benedetta in eterno la Santa ed Immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria, Madre di Dio. Così sia 14.  

 L'abate Balley non era ricco e sarebbe stato un impegno troppo oneroso per lui il mantenere un vicario alla canonica. I parrocchiani di Ecully lo compresero e fornirono gratuitamente o lo stipendio intero o la metà, soddisfacendo ad un bisogno e ad un piacere nel medesimo tempo 15. Quanto all'abate Vianney, non conservava nulla per sé, ma tutto distribuiva ai poveri, anche le sue vesti.  

 Un giorno d'inverno, - racconta Margherita - l'abate Balley - disse a mio fratello: «Oggi andate a trovare la Signora X di Lione ed è quindi necessario che vi disponiate bene e che mettiate i pantaloni che vi sono stati regalati». Quando ritornò alla sera, aveva un paio di pantaloni in pessimo stato, ed alle insistenze del Curato confessò che, avendo trovato un povero rattrappito dal freddo, ne aveva avuto pietà ed aveva cambiato i suoi pantaloni nuovi con i pantaloni vecchi del povero 16.  

 Qualche volta Andrea Provin, antico compagno dell'abate Vianney, chiedeva al suo maestro: Cosa fa Giovanni Maria?  

- È sempre lo stesso: dà tutto quello che ha! - rispondeva il parroco di Ecully 17  

Canonico FRANCESCO TROCHU

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