La Battaglia Finale del Diavolo
L’occultamento viene smascherato
Avendo compreso che il suo libro non era riuscito a controllare i danni provocati alla “versione ufficiale” dal libro di Socci, la mossa successiva di Bertone sarebbe stata un’apparizione televisiva, del tutto straordinaria, proprio per colpire il libro del giornalista. Il 31 maggio 2007 Bertone apparve infatti come ospite della trasmissione Porta a Porta, nel segmento di quella puntata intitolato “Il quarto segreto di Fatima non esiste”. Malgrado il titolo della trasmissione facesse direttamente riferimento al libro di Socci Il Quarto Segreto di Fatima, quest’ultimo non fu invitato a partecipare, evidentemente perché il Cardinale non voleva che qualcuno potesse incalzarlo con domande imbarazzanti.
Bertone apparve come un ospite qualsiasi in diretta dal suo ufficio in Vaticano; in quel momento non aveva alcuna missione ufficiale da parte della Santa Sede (che non si è mai pronunciata ufficialmente in merito al libro di Socci, se si eccettua la lettera personale di riconoscimento che il Papa aveva inviato al giornalista). La sua presenza era attesa, perché il Cardinale avrebbe mostrato alle telecamere i documenti del Terzo Segreto che avrebbero dovuto chiudere, una volta per tutte, la controversia su Fatima. Quel che mostrò Bertone alle telecamere, e le sue stesse affermazioni, sarebbero state effettivamente sensazionali, ma non nel senso voluto dal Cardinale, perché si sarebbero rivelate del tutto devastanti per la sua “versione” dei fatti. La descrizione integrale di quella trasmissione va oltre gli scopi di questo libro.421 Ci concentreremo sulle quattro rivelazioni più importanti emerse quella sera, più che sufficienti a dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che un testo del Segreto rimane tuttora, per usare le parole di Socci, “Ben nascosto” 422 in Vaticano:
La prima rivelazione del Cardinale Bertone a Porta a Porta è che esistono due buste sigillate che Suor Lucia aveva preparato per il Terzo Segreto. Ciascuna busta aveva tre grandi sigilli in ceralacca sul proprio retro, oltre ad essere chiusi normalmente con la colla. Bertone mostrò entrambe queste buste, fronte e retro, alle telecamere (vedi foto a pag. XIV nella sezione fotografica).
La seconda rivelazione è che ciascuna di queste due buste mostrate durante la trasmissione contiene lo stesso ordine, scritto di pugno da Suor Lucia, con le stesse parole: “Per ordine espresso della Madonna, questa busta può essere aperta nel 1960 [solo] dal Cardinale Patriarca di Lisbona o dal Vescovo di Leiria.” Le due buste possono essere riconosciute l’una dall’altra dal fatto che la prima riporta le parole “Nossa Senhora” (Nostra Signora) sulla stessa riga, mentre nell’altra busta “Nossa” e “Senhora” sono scritte su due righe diverse (per la riproduzione fotografica di queste due buste vedi pag. XIV della sezione fotografica).
Queste prime due rivelazioni sono state sufficienti a far crollare la “Versione ufficiale”. Per prima cosa, va notato che nei sette anni precedenti alla trasmissione del 31 maggio 2007 - a partire dalla pubblicazione del MDF il 26 giugno 2000 - Bertone aveva sempre detto pubblicamente che Lucia gli aveva “confessato” di non aver mai ricevuto un ordine espresso dalla Vergine, in merito alla pubblicazione del Segreto nel 1960. Bertone lo aveva ripetuto sia nel MDF che nel suo libro L’ultima veggente.423 Affermare che Lucia gli aveva “confessato” di essersi semplicemente inventata il legame tra il 1960 ed il Segreto - cosa che avrebbe reso la veggente una bugiarda - era chiaramente un modo per ottenere 3 obiettivi con un colpo solo: 1) togliere qualsiasi collegamento tra il Segreto ed il 1960, anno in cui il Concilio Vaticano Secondo era stato indetto da pochissimo, 2) fornire sostegno alla “interpretazione” della visione fornita da Bertone, secondo la quale “il vescovo vestito di bianco” non è altri che Giovanni Paolo II mentre subisce l’attentato a Piazza San Pietro nel 1981 e 3) sviare l’attenzione dal fatto saliente, e cioè che la visione non aveva alcun collegamento diretto col 1960, cosa che avrebbe fatto mettere in dubbio che la visione fosse l’unico testo del Terzo Segreto.
Ma ecco ora il Cardinal Bertone, davanti alle telecamere del talk show più famoso d’Italia, che contraddice le sue stesse parole in merito a Lucia che - secondo lui - non aveva mai ricevuto l’ordine dalla Madonna in merito al 1960. Come se nulla fosse, Bertone mostra alle telecamere ben due buste che contengono precisamente un ordine espresso della Madre di Dio a Lucia! Le cose sono due: o è stato Bertone a mentire sull’ordine della Madonna, oppure è stata Lucia. Chi aveva più interesse a mentire sull’“ordine 1960” - Lucia, che non aveva alcun motivo di mentire sul preciso collegamento del Terzo Segreto fatto dalla Madonna con quell’anno, o Bertone, che aveva invece forti motivi per negare una simile connessione? La risposta è ovvia. Ma allora, chi potrà mai più credere ad una sola parola di Bertone, in merito al Terzo Segreto di Fatima? La sua credibilità sull’argomento è ormai nulla.
Oltre alla rivelazione dell’esistenza di due buste sigillate riguardanti il Segreto, sappiamo che Suor Lucia, nella sua lettera al Vescovo da Silva del 9 gennaio 1944, aveva fatto riferimento ad una singola busta sigillata (“Ho scritto ciò che mi avete chiesto... è sigillato in una busta...”). Eppure, Bertone ha rivelato all’improvviso e per la prima volta che esistevano due buste sigillate, ciascuna recante il proprio “ordine 1960”. Non vi può essere conferma più ovvia di questa: le due buste distinte erano state approntate per contenere le due parti distinte dello stesso Segreto: la visione, e le parole della Vergine a sua spiegazione (spiegazione simile a quella che la Madonna aveva dato ai tre pastorelli in merito alla visione dell’inferno, contenuta nel Secondo Segreto: “Avete visto l’inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori…”)
Il Cardinale ha mostrato le due buste alle telecamere, come se Lucia le avesse poste una dentro l’altra, malgrado né il Cardinale né Lucia stessa avessero mai menzionato una cosa così curiosamente ridondante come quella di usare una doppia busta sigillata (e con ben 3 sigilli in ceralacca ciascuna). Non c’era alcun motivo perché venissero approntate due buste chiuse, entrambe triplicemente sigillate con la ceralacca e recanti lo stesso ordine sul loro esterno, per poi usare queste due buste “top secret” per contenere un unico testo “top secret”.
Scrivere su una busta esterna “non deve essere aperta prima del 1960” per poi riscrivere la stessa cosa sulla busta interna sarebbe stata un’assurdità, e se Lucia lo avesse fatto Bertone ne avrebbe sicuramente parlato e le avrebbe chiesto di autenticare entrambe le buste sigillate, durante l’incontro dell’aprile 2000 riportato nell’introduzione del MDF, piuttosto che creare inutili sospetti su questa seconda busta rivelata improvvisamente e per la prima volta a Porta a Porta.
È importante notare che se Suor Lucia avesse in effetti usato due buste, entrambe sigillate, per lo stesso testo, allora né lei né altri avrebbero fatto riferimento in maniera così costante nel corso degli anni, ad una singola busta sigillata. Prendiamo, ad esempio, le seguenti affermazioni:
“È sigillato in una busta” (Lucia, 1944).
“È stato scritto e posto in una busta sigillata.” (Cardinale Cerejeira, 1946).
“Nella busta più grande del vescovo, egli [il Vescovo Venancio] fu in grado di vedere una busta più piccola, quella di Lucia, e dentro a questa busta, un normale foglio di carta...” (Vescovo Venancio a Frère Michel).424
Ancor più sorprendente è il fatto che nel suo libro L’ultima veggente, pubblicato con l’unico scopo di respingere le accuse di Socci secondo il quale il Vaticano stava nascondendo un testo del Segreto, lo stesso Bertone cita Suor Lucia mentre quest’ultima fa riferimento ad una busta sigillata da lei preparata per il testo che gli era stato chiesto di autenticare, durante l’incontro col Cardinale dell’aprile 2000. Suor Lucia, come riporta il libro del Cardinale Bertone, avrebbe affermato: “Questa è la mia busta, questa è la mia scrittura, questo è il mio testo.”425 Come afferma Bertone nel suo stesso libro, il testo “autenticato” era contenuto in un’unica busta sigillata di Lucia: “Una esterna con la nota ‘Terza Parte del Segreto,’ ed una interna di Suor Lucia con la data ‘1960’.”426
Queste ammissioni non lasciano alcuna possibilità di replica: Il Cardinale Bertone ed il Vescovo Venanzio hanno entrambi confermato l’esistenza di un insieme di documenti, consistenti in un plico esterno che non era quello di Suor Lucia, all’interno del quale vi era un’unica busta, sigillata, di Suor Lucia. Solo basandoci su questo fatto possiamo tranquillamente rifiutare la congettura che vede Lucia usare per qualche strano motivo una seconda busta, del tutto ridondante e recante anch’essa lo stesso “ordine 1960”, al fine di contenere quel testo pubblicato dal Vaticano il 26 giugno 2000.
In risposta all’obiezione che il Cardinale non avrebbe mai rivelato la seconda busta se avesse avuto qualcosa da nascondere in merito, possiamo solo rispondere che questa sua rivelazione è probabilmente un suo passo falso, o forse un tentativo deliberato di inserire nel quadro della vicenda questa seconda busta, come se fosse sempre esistita. In molti infatti avevano sospettato l’esistenza di quella famosa seconda busta, ma adesso, dopo la pubblicazione di Socci della testimonianza dell’Arcivescovo Capovilla e del suo “plico Capovilla” contenuto nell’appartamento del Papa, questa non poteva più essere nascosta. Ad ogni modo il problema non è nostro, ma di chi ci sta ripetutamente mentendo da anni in merito alla questione.
Dato che abbiamo finalmente appreso, e proprio dal Cardinal Bertone in persona, che esistono due buste sigillate di Suor Lucia, ciascuna recante il proprio ordine riguardante l’anno 1960, e dato che sia Bertone che Venancio hanno attestato di aver visto solo una singola busta sigillata, allora abbiamo a che fare ovviamente con due buste differenti che contengono due documenti differenti, uno solo dei quali (il testo della visione) è stato rivelato.
Ma quando venne creata questa seconda busta contenente il secondo documento? Come abbiamo esaminato nel Capitolo 4, può essere avvenuto unicamente tra il 9 gennaio 1944, data in cui Lucia scrisse al Vescovo da Silva per informarlo dell’esistenza di una busta sigillata e di “quaderni” che dovevano essere consegnati insieme ad essa, ed il 17 giugno 1944, data in cui Suor Lucia consegnò l’intero Segreto al Vescovo da Silva. C’è solo una conclusione possibile: qualcosa che era contenuto nei quaderni di Lucia finì in una delle due buste.
Questo ci porta alla terza rivelazione avvenuta durante la trasmissione. Come mostrato alle telecamere da Bertone, quello che il Vaticano aveva pubblicato nel 2000 era proprio un foglio di quaderno, piegato in modo tale da farne 4 facciate, su cui erano contenute 62 righe di testo, e non certo quattro pagine separate come sembrava apparire dalla riproduzione in fotocopia pubblicata dall’MDF. Questo vuol dire che l’altra busta sigillata era stata creata affinché contenesse il documento composto da un foglio unico e da quelle famose 25 righe di testo, che non abbiamo ancora visto, di cui avevano parlato sia il Vescovo Venanzio che il Cardinale Ottaviani, come abbiamo osservato nel Capitolo 4. Quel documento scritto su di un’unica pagina è probabilmente lo stesso trovato all’interno del “plico Capovilla” nell’appartamento del Papa – dentro la scrivania detta “Barbarigo”. Come vedremo nella prossima sezione, durante una presentazione televisiva da lui stesso organizzata il 21 settembre 2007, il Cardinale Bertone avrebbe ammesso al pubblico l’esistenza del plico Capovilla. Fino ad oggi, tuttavia, il Cardinale non ha ancora mostrato quella busta a nessuno.
In quella che è la quarta rivelazione principale della trasmissione andata in onda il 31 maggio 2007, il Cardinale Bertone – costretto in un angolo – ha indirettamente confermato la verità della testimonianza decisiva del Cardinale Ottaviani. Durante quel Porta a Porta, infatti, il Vaticanista Marco Politi aveva chiesto a Bertone una spiegazione sulla discrepanza tra la rivelazione del Cardinale Ottaviani, secondo il quale il Terzo Segreto era scritto su 25 righe di testo e contenuto su di un unico foglio, e quella del Vaticano secondo cui il Segreto era scritto su 62 righe di testo e contenuto su 4 pagine che descrivevano la visione del “Vescovo vestito di bianco.” Messo di fronte a questa discrepanza, Bertone non solo non negò che Ottaviani avesse rilasciato una simile testimonianza, ma rispose con queste parole: “A me stupisce un po’ che il Cardinal Ottaviani abbia detto categoricamente ‘un foglio di 25 righe’ …”.
Nei momenti concitati della trasmissione, Bertone riuscì ad offrire la più assurda delle spiegazioni sul perché il Cardinale Ottaviani avesse affermato una simile cosa. Dopo un’interruzione pubblicitaria durata quattro minuti, durante i quali aveva avuto tutto il tempo per riflettere sui problemi che la rivelazione di Ottaviani poneva alla “versione ufficiale”, Bertone propose alle telecamere un “tentativo di spiegazione” (per usare le sue parole) della testimonianza di Ottaviani: forse il Cardinale aveva contato la prima e la quarta pagina della visione scritta su 4 pagine, come se questa fosse un’unica pagina di 25 righe, mentre aveva completamente ignorato la seconda e la terza! A parte l’assurdità di una simile affermazione, secondo la quale proprio il Cardinale a cui era stata affidata la lettura del Terzo Segreto avrebbe potuto ignorare metà dei suoi contenuti mentre li descriveva ad altre persone, il fatto è che la prima e la quarta pagina del testo della visione contengono in tutto 32 righe e non 25, oppure al massimo 30 anche ignorando la riga riportante la dicitura “J.M.J” in prima pagina e quella contenente la data sulla quarta pagina. La versione data dai “Fatimiti” sulla testimonianza fondamentale di Ottaviani era stata quindi definitivamente ammessa dallo stesso Bertone!
Il Cardinale Bertone aveva avuto tutto il tempo per contare le righe in questione, durante la pubblicità. Pertanto scelse deliberatamente di mentire sul numero di righe, oppure forse non si prese neanche la briga di contarle e si avventurò in un’avventata e sciagurata supposizione. In entrambi i casi, Bertone ha dimostrato l’intenzione di “sviare” i fatti al fine di proteggere la “versione ufficiale”. Ma se questa era l’unica spiegazione che Bertone era in grado di fornire, in merito alla “categorica affermazione” del Cardinale Ottaviani che smonta completamente la “versione ufficiale”, allora Bertone non possiede né può fornire alcuna seria spiegazione. Il “tentativo di spiegazione” fornito da Bertone, quindi, non fa altro che confermare (anche se indirettamente) l’esistenza di un testo del Segreto composto da 25 righe scritte su di un unico foglio.
Dopo quel che abbiamo analizzato, appare evidente che l’intervento del Cardinal Bertone a Porta a Porta si sia rivelato per lui un disastro assoluto, ma al tempo stesso un trionfo per la verità. Come scrisse Socci in merito alla trasmissione, Bertone non solo non è riuscito a “dare neanche una risposta” al libro del giornalista, ma “anzi, fa di più: offre la prova che ho ragione io.” Non solo Bertone fallisce di segnare a porta vuota contro la squadra di Socci, egli:
Ha fatto il più clamoroso degli autogol: ha dimostrato (involontariamente) che in effetti la parte esplosiva del “terzo segreto di Fatima” esiste seppure ben nascosta … di tale servizio alla verità (sia pure indiretto) bisogna ringraziare il cardinale. E incoraggiarlo ora a dire tutto, perché – come spiega il Vangelo – “la verità vi farà liberi”.427
Padre Paul Kramer
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