mercoledì 15 settembre 2021

REPLICA A UN AVVERSARIO DELLA LEGGE E DEI PROFETI

 


Scopo e piano dell'opera. 

1. 1. Fratelli carissimi, per rispondere in modo breve, per quanto  posso, al libro di non so quale eretico, che mi avete inviato, ho  indicato in primo luogo quale errore venga in esso trattato. 

Secondo quanto avete scritto, il testo veniva letto sulla piazza del  porto alla turba che accorreva con pericolosa curiosità e ascoltava  con piacere. In verità i Manichei non sono gli unici che condannano  la Legge e i Profeti, ci sono anche i Marcioniti e alcuni altri le cui  sette non sono molto conosciute dal popolo cristiano. Questo  individuo, il nome del quale da questo libro non sono riuscito a  trovare, rigetta Dio come creatore del mondo, mentre i Manichei  non accettano il libro della Genesi e lo bestemmiano, senza dubbio  professano però che Dio ha creato il mondo buono, sebbene da una  natura differente dalla propria e plasmando la materia. Per quanto,  dunque, io non sia riuscito a scoprire di che setta sia questo  individuo blasfemo, la Scrittura divina che egli attacca con le sue  malevoli discussioni deve esser difesa contro la sua lingua. Inoltre,  poiché vuol apparire in ogni modo cristiano, giacché adduce alcune  testimonianze del Vangelo e dell'Apostolo, dev'esser confutato  ricorrendo anche alle Scritture che fanno parte del Nuovo  Testamento, affinché si veda in modo ancora migliore che egli,  nell'attaccare il Vecchio Testamento, delira più con sconsideratezza  che con furbizia. 

La prima questione: il principio del tutto. 

2. 2. In primo luogo questo autore empio chiede con bocca  sacrilega ciò che un uomo pio avrebbe potuto chiedere in modo  religioso, ovvero " come si debba intendere ciò che sta scritto: In principio Dio fece il cielo e la terra 1 ", tralasciando nel suo testo,  oltretutto, la terra della quale invece poi parla. Domanda quindi: "  Di quale principio si tratta? Di quello in cui Dio stesso cominciò ad  essere o di quello in cui si tediò del fatto d'essere inoperoso? ". A  tali domande si deve rispondere: Dio non ha cominciato ad essere,  né si è tediato della sua solitudine: è sempre esistito e non  illanguidisce quando riposa né si affatica quando opera, e quando il  cielo ancora non c'era non mancava di una sede, né ha ottenuto la  sede solo dopo aver creato il cielo quasi fosse un viandante al  termine delle sue peregrinazioni. Infatti ha il potere di permanere in  modo beatissimo in se stesso e di quel suo tempio, che sono tutti i  santi e gli angeli e gli uomini, si costituisce la sua abitazione, nel  senso che essi ricevono da lui quel bene che li rende beati, non che  lui riceva da loro la dimora senza la quale non potrebbe essere  beato 2. In conseguenza di ciò si dovrà interpretare ciò che sta  scritto: In principio Dio fece il cielo e la terra, come il principio in  cui cielo e terra cominciarono ad essere. Infatti non sono sempre  esistiti, coeterni a Dio, ma, essendo cose create, hanno avuto un  inizio quando hanno cominciato ad essere. Oppure, siccome Dio ha  creato il cielo e la terra nel principio coeterno a sé, lo intendiamo  nel suo Figlio unigenito 3. Costui è infatti la Sapienza di cui  l'Apostolo dice: Cristo è la potenza di Dio e la sapienza di Dio 4. E  nel salmo a Dio che fece il cielo e la terra si dice: facesti tutte le  cose nella sapienza 5. O, se questo individuo non vuole accettare la  testimonianza del salmo, che ascolti l'Apostolo che parla di Cristo: 

Per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e  quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili 6. 

Sant'Agostino

Nessun commento:

Posta un commento