1 -“Sappiate che Dio è DIO”. Non ci sono due. E Dio è Tre Persone, non quattro.
“Il Signore Dio adorerai e Lui solo servirai”, disse Gesù al tentatore.
Gesù Cristo: è Persona Divina, la Seconda nella Trinità, il Figlio “generato, non creato, della stessa Sostanza del Padre” (cioè, “consustanziale”, che ne condivide la stessa ed unica “Sostanza” o Essere Divino). Gesù Cristo è l’Immagine Increata del Padre, “l’Altro Sé stesso” del Padre.
Gesù Cristo ha due Nature: la sua Natura Divina o Essere Divino, vero Dio per propria natura, Natura increata, quindi infinita ed eterna; e la sua Natura umana, vero Uomo, Natura creata, quindi limitata e temporale.
Gesù Cristo è “CON-CREATORE”, con il Padre e con lo Spirito Santo: in quanto che Egli fa le Opere del Padre e le Tre Divine Persone sono inseparabili nelle loro Opere e nella loro Vita, sebbene ognuna delle Tre Divine Persone sia la “protagonista” o “titolare” di un’opera: Il Padre della Creazione, il Figlio della Redenzione e lo Spirito Santo della Santificazione.
Gesù Cristo è “il Primogenito” tra tutte le creature. Tutte le altre creature sono state create da Lui, in Lui, a motivo di Lui e per Lui.
2 - La Vergine Maria è (e si può chiamare) “la Secondogenita” del Padre, conosciuta, voluta, decretata, amata e quindi CREATA in Gesù, a motivo di Gesù (per essere sua Madre) ed insieme con Gesù, “in un medesimo Decreto eterno di predestinazione”. “Non separi l’uomo quello che Dio ha unito”.
La Vergine Maria è soltanto CREATURA, non è il Creatore.
E’ persona umana, ha soltanto natura umana (perfetta ed immacolata), quindi è (come lo è la natura umana di Gesù Cristo) limitata e temporale. Non deve a sé stessa la ragione della sua esistenza, come invece è proprio di Dio.
3 - “Dio disse: “Facciamo l’uomo a Nostra Immagine e Somiglianza”, quindi ad immagine di Dio lo creò: maschio e femmina lo creò”.
Da notare che Dio parla al singolare ed agisce al plurale: un solo Dio in Tre Persone.
La doppia “versione” dell’uomo (maschio e femmina) corrisponde al fatto di essere creato “ad immagine” di Dio.
E’ inizialmente un solo uomo (Adamo), “sdoppiato” in un secondo momento in due (Adamo ed Eva, l’uomo e la donna), e destinati a diventare unità in un terzo momento (“una sola carne”, cioè un solo essere vivente, cioè in quanto vivente, nel vivere), la cui espressione si manifesterebbe in una terza persona, il figlio. Ed ecco come l’immagine divina nell’uomo si trova
– nell’uomo come singola persona (nel suo spirito: volontà, intelletto e memoria, dono rispettivamente del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo)
– e nell’uomo come pluralità di persone o famiglia (lo sposo o padre, la sposa o madre e il figlio): una piccola trinità creata, immagine della SS. Trinità increata, della quale deve condividere lo stesso Amore e la stessa Vita, e destinata a popolare il Cielo o Paradiso dopo il tempo della prova sulla terra.
L’IMMAGINE Divina è creata nell’uomo, conforme al suo Modello: L’IMMAGINE Increata che è il Figlio di Dio o Verbo di Dio.
L’IMMAGINE è nell’essere o natura umana.
LA SOMIGLIANZA è nel vivere: quindi nell’amare, nell’agire, nella Fecondità divina.
L’uomo, col peccato, ha ferito e degradato l’Immagine divina che è.
Col peccato ha perso la Somiglianza divina che aveva.
Con la Redenzione, Gesù Cristo ha riparato e messo in salvo l’Immagine di suo Padre, ferita e degradata nell’uomo.
Con il ripristino del suo Regno, Gesù Cristo dà nuovamente la Somiglianza divina all’uomo che lo accoglie. E il Regno è avere come vita (per dono di grazia) la stessa Volontà della SS. Trinità.
4 - Dio ci ha creato per condividere con noi la sua Vita, il suo Amore, la sua Felicità, la sua Gloria. Per dare sfogo al suo infinito Amore, per amarci ed essere da noi amato (in questo sta la nostra felicità).
Orbene, amare esige per giustizia essere amato: come poteva la creatura gareggiare in amore con Dio? Come soddisfare i diritti della Giustizia amando con un amore “infinitesimale” Colui che ci ama con un Amore infinito ed eterno? Potrebbe bastare a Dio “sapere” che, siccome la creatura è piccola e limitata, “non c’è niente da fare” e avrebbe dovuto accontentarsi e, quindi, sarebbe rimasta una sostanziale incorrispondenza al suo Amore da parte nostra?
No, Egli stesso ha disposto la soluzione: offrire alla creatura il suo stesso Cuore affinché la creatura potesse corrispondere alla pari. Dare in Dono alla creatura la stessa sorgente del suo Amore, cioè la sua Volontà Divina.
Ovviamente, questo Dono non fa parte della natura di qualsiasi creatura, ma è assolutamente dono di pura grazia, assolutamente immeritato. La creatura altro non deve fare che riconoscerlo e accoglierlo. Questo Dono supremo, questa corona regale e divina è ciò che costituiva l’uomo erede e re, “Adamo figlio di Dio”, un piccolo “dio” a somiglianza del suo Creatore e Padre.
Con questa Volontà Divina avuta per pura grazia, l’uomo poteva e doveva riamare Dio con lo stesso Amore, così come il Figlio ama il Padre con lo stesso Amore, che è lo Spirito Santo. E ciò che parte dall’Unità, diversificandosi in tre Persone, ritorna a consumarsi nell’Unità per via d’Amore. Solo così, allo stesso modo, l’uomo, uscito da Dio, deve ritornare (liberamente) a Dio.
Povere parole umane, che per grazia di Dio riescono a dire quel che sanno e non sanno quel che dicono! La Realtà di Dio trascende infinitamente i poveri concetti che l’uomo riesce ad avere, i quali, per quanto limitati e (per forza) inadeguati, non per questo sono sbagliati: sono come l’uomo, limitati.
“Poiché quelli che Egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché Egli sia il Primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati” (Romani 8,29.30).
Predestinati da sempre, quindi chiamati (all’esistenza = creati) da sempre, quindi giustificati (cioè redenti) da sempre, quindi glorificati da sempre. Questo, da parte Sua; adesso sta a noi confermare o ratificare da parte nostra affinché sia per sempre.
“Diventare come Dio”, propose il padre della menzogna alla donna, “essere come Dio”, mettendosi in proprio, svincolandosi da Dio. Come se un raggio di luce del sole potesse sussistere e addirittura diventare pure lui un sole distaccandosi dal sole!
Diventare come Dio: “In quel giorno il Signore farà da scudo agli abitanti di Gerusalemme e chi tra di loro vacilla diverrà come Davide e la casa di Davide come Dio, come l’Angelo del Signore davanti a loro” (Zaccaria, 12,8). Sono forse parole buttate a caso, modi di dire? E’ questa la nostra eterna vocazione, diventare come Dio PER PURA GRAZIA E BONTÀ E GENEROSITÀ SUA: non “siamo” come Dio, ma Dio ci chiama a “diventare” come Lui, non nel nostro essere creato o natura umana, ma nel vivere e nell’amare, nel suo stesso Volere e col suo stesso Amore. “La sua potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati con la sua gloria e potenza. Con questo ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventate per loro mezzo partecipi della Natura Divina” (2 Pietro, 1,3-4). “Perciò, dopo aver preparato la vostra mente all’azione, siate vigilanti, fissate ogni speranza in quella Grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà” (1 Pietro, 1,13). “Figli nel Figlio!”
“Che il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di Lui. Possa Egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua Eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua Potenza verso di noi credenti…” (Efesini, 1, 17-19)
P. Pablo Martín
Nessun commento:
Posta un commento