12/07/2022
Gesù
Mia piccola Maria, ecco si innalza il mio grido nel Vangelo: “Guai a te, Corazim, guai a te, Betsaida, che siete state beneficate da grazie e prodigi e non li avete accolti, che avete disconosciuto il Signore che è venuto a visitarvi. Il vostro giudizio sarà più severo di Sodoma e Gomorra che sono state distrutte per il loro peccato, ma se avessero ricevute le stesse benedizioni, assistendo ai portenti del Signore avvenuti in mezzo ad esse, si sarebbero convertite e ancora sussisterebbero”.
Tuttora il mio grido si eleva sulle città cristiane: guai a voi che siete state ricoperte di ogni abbondanza di beni divini, le cui strade sono state attraversate dalla testimonianza dei santi, la cui terra bagnata dal sangue dei martiri, cosparse delle opere sante sorte in nome di Dio, le cui mani di benefattori e benedette ne hanno dato vita, ammantate di chiese e basiliche nelle quali poter attingere e recepire i tutti tesori divini. Dovevate essere luce che irradia sulle altre città del mondo, e cosa siete invece diventate per tutti gli abomini, il male perpetuato, la disaggregazione alle cose sante? Avete rinnegato e disprezzato la vostra fede, calpestato il vostro credo, la cui lode che si innalza è l’imprecazione di Satana: siete diventate delle cloache a cielo aperto.
Lo dico a Gerusalemme: guai a te, terra amata, irrorata dalle mie lacrime e dal sangue di un Dio, i cui miei passi l’hanno varcata e il mio sguardo contemplata, a cui il Padre Santissimo ha posto vessillo la croce di suo Figlio, in modo che fosse faro di verità a tutte le genti. Tu che dovevi essere segno e tavola della legge divina al mondo, cosa sei diventata? Non hai dato ascolto alla mia parola e al mio richiamo, e ti sei fatta ancor più dei miei tempi bianca del tuo sepolcro che racchiude però al suo interno ogni marciume e ossa di morte, e il suo fetore ne invade.
Guai a te, Roma, chiamata a predilezione dall’Eterno come sua tesoriera, depositaria della sua Chiesa e del suo vicario, che dovevi essere regina e madre di tutte le chiese dell’umanità intera, fulcro del mio magistero che doveva risplendere alle coscienze. Ti sei fatta invece una spelonca di ladri e covo di demoni. Cosa sei diventata, se non la nuova Babilonia che espande la sua caligine ovunque?
Cosa dovrò fare per esse? Non tornerò con la mia amorevolezza, ma nella purificazione. Poiché si sono date al nemico, egli verrà a devastarle. Ne avete offerto e posto alle sue mani i beni del cielo che appartengono al sommo Sovrano. Egli, che ve li aveva dati in dono per vostra santificazione, mentre voi li avete dati ai porci che, come dice il Vangelo, li hanno calpestati e a voi si rivolteranno sbranandovi.
Solo la purificazione darà un nuovo volto: le città si laveranno e l’aria si farà tersa, il profumo che si eleverà sarà incenso, le tenebre si dilegueranno per farsi radiose del pieno giorno. Esse partoriranno figli alla santità, in quanto vi nascerà una nuova Chiesa e una nuova umanità che si farà un’unica città di Dio degna della sua reggenza: unico incontrastato Re e voi i suoi fedeli abitanti.
Vi benedico.
"Gocce di luce"
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