domenica 17 luglio 2022

Della necessità che abbiamo dell'intercessione di Maria per salvarci

 


Esempio

Il Belluacense (Vincenzo di Beauvais) e il Cesario narrano che un giovane nobile che il padre  aveva lasciato ricco, essendosi ridotto per i suoi vizi così povero che doveva mendicare, si  allontanò dalla patria per andare a vivere con minor vergogna in un paese lontano dove non fosse conosciuto. Durante il viaggio incontrò un vecchio servo di suo padre il quale, vedendolo così  afflitto per la povertà in cui era caduto, gli disse di farsi coraggio perché voleva presentarlo a un  principe molto generoso che lo avrebbe provveduto di tutto. Ma il vecchio servo era un empio  stregone. Un giorno, prese con sé il povero giovane e lo portò attraverso un bosco fino a uno  stagno dove cominciò a parlare con una persona che non si vedeva; sicché il giovane gli domandò  con chi parlasse. Rispose: « Con il demonio ». Vedendo il giovane spaventato, gli disse di non  temere e seguitò a parlare con il demonio: « Signore, questo giovane è ridotto in miseria estrema e  vorrebbe ritornare nella sua condizione originaria ». « Se vorrà ubbidirmi, rispose lo spirito del  male, lo renderò più ricco di prima; ma anzitutto deve rinnegare Dio ». A queste parole il giovane  inorridì, ma poi, istigato da quel maledetto mago, rinnegò Dio. « Non basta, riprese il demonio;  bisogna che rinneghi anche Maria. Da lei infatti derivano le nostre maggiori perdite. Quante anime  toglie dalle nostre mani, le riconduce a Dio e le salva! ». « Questo no! rispose il giovane. Non  rinnegherò la Madre mia che è tutta la mia speranza. Preferisco piuttosto andar mendicando per  tutta la vita ». E si allontanò da quel luogo. Mentre se ne ritornava, si trovò a passare davanti a una  chiesa « Ma quest'ingrato, Madre mia, mi ha rinnegato ». Vedendo però che la Madre non cessava  di pregarlo, rispose infine: « Madre, io non ti ho negato mai niente; sia perdonato, poiché tu me lo  chiedi ». Un uomo, che aveva comperato i beni di quel dissipatore, assisteva segretamente a questa  scena. Avendo visto la misericordia di Maria verso quel peccatore, gli diede per moglie la sua unica  figlia e lo nominò erede di tutti i suoi averi. Così il giovane per mezzo di Maria ricuperò la grazia  di Dio e anche i beni temporali.


Seguito dello stesso argomento

Esempio

È famosa la storia di Teofilo scritta da Eutichiano, patriarca di Costantinopoli, che fu testimone  oculare del fatto qui narrato e che è confermata da san Pier Damiani, da san Bernardo, san  Bonaventura, sant'Antonino e altri citati dal padre Crasset. Teofilo era arcidiacono della chiesa di  Adana, città della Cilicia. Era tanto stimato che il popolo lo voleva come suo vescovo, ma egli  rifiutò per umiltà. In seguito però ad accuse di alcuni calunniatori, egli fu deposto dalla sua carica  e ne provò un tale dolore che, accecato dalla passione, andò a trovare un mago ebreo il quale lo  fece incontrare con Satana, perché lo aiutasse nella sua disgrazia. Il demonio rispose che se voleva  il suo aiuto doveva rinunziare a Gesù e a Maria sua Madre e consegnargli l'atto di rinunzia scritto  di propria mano. Teofilo scrisse l'atto esecrando. Il giorno seguente il vescovo, avendo saputo il  torto che gli era stato fatto, gli chiese perdono e lo reintegrò nella sua carica. Allora Teofilo, lacerato  dai rimorsi per l'enorme peccato commesso, non faceva altro che piangere. Se ne va quindi in una  chiesa, si butta piangendo ai piedi di un'immagine di Maria e dice: « Madre di Dio, io non mi  voglio disperare, poiché tu sei così pietosa e mi puoi aiutare ». Passò così quaranta giorni a  piangere e a pregare la santa Vergine.

Ed ecco che una notte la Madre di misericordia gli appare e gli dice: « Teofilo, che hai fatto? Hai  rinunziato all'amicizia mia e di mio Figlio e per chi? Per il nemico mio e tuo ». « Signora, rispose  Teofilo, ci devi pensare tu a perdonarmi e a farmi perdonare da tuo Figlio ». Allora Maria, vedendo  la sua fiducia, gli disse: « Fatti coraggio, perché voglio pregare Dio per te ». Rianimato da queste  parole Teofilo raddoppiò le lacrime, le penitenze e le preghiere, rimanendo davanti a  quell'immagine. Ed ecco che Maria gli comparve di nuovo e con aria gioiosa gli disse: « Teofilo, rallègrati; ho presentato le tue lacrime e le tue preghiere a Dio. Egli le ha accettate e già ti ha  perdonato, ma da oggi in poi sii grato e fedele a lui ». « Signora, replicò Teofilo, ciò non mi basta  per essere pienamente consolato; il demonio ha ancora in mano sua quell'atto esecrando in cui ho  rinunziato a te e a tuo Figlio. Tu puoi farmelo restituire ». Tre giorni dopo Teofilo si sveglia di notte  e si trova sul petto lo scritto. L'indomani, mentre il vescovo stava in chiesa alla presenza di una  grande folla, Teofilo andò a gettarsi ai suoi piedi, gli narrò tutto il fatto piangendo dirottamente e  gli consegnò l'infame scritto, che il vescovo fece subito bruciare davanti a tutta la gente che  piangeva di gioia, esaltando la bontà di Dio e la misericordia di Maria verso quel misero peccatore.  Teofilo ritornò nella chiesa della Vergine e li dopo tre giorni morì serenamente, ringraziando Gesù  e la sua santa Madre. 

"Le glorie di Maria" di Sant' Alfonso Maria de Liguori


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