mercoledì 20 luglio 2022

"Padre mio, se è possibile, e tutto è possibile a Te, allontana da me questo calice. Tuttavia si faccia la Tua volontà, e non la mia".

 


14 marzo 1946, S. Eva 

"Padre mio, se è possibile, e tutto è possibile a Te, allontana da me  questo calice.  Tuttavia si faccia la Tua volontà, e non la mia".  -"Se è  possibile"- cioè: "se c'è qualche altro modo". É come se Gesù dicesse: "Tutto, piuttosto di quel che  mi attende, di ciò che soffro già in questa agonia". Questo ci dà la misura delle apprensioni,  dei dolori di Nostro Signore.  -"Tutto è possibile a Te"-.   Tu puoi, se vuoi, modificare tutto, l'ordine delle  cose e stabilirne uno nuovo; Tu puoi modificare  l'economia della Salvezza; Tu puoi trionfare su  tutti gli ostacoli; Tu puoi accontentarti di un'altra  riparazione che non sia questo calice".- "Tuttavia, che  la Tua volontà si faccia, e non la mia"-.  É dunque per un  decreto della volontà del Padre che il Figlio è stato orribilmente sacrificato; ora, il Padre è Sapienza, il Padre è giustizia, il Padre è bontà; vuol dire che, considerato bene tutto, questo modo è il migliore benché spezzi il cuore del Padre,  consegni il Cuore del Figlio, paralizzi il Cuore dello Spirito Santo.  Bisogna proprio che  l'uomo sia intimamente legato all'economia della Santa Trinità perché essa si trovi così  sconvolta!  perché si sacrifichi così per lui!  perché si subordini in qualche modo a lui. 

Sì,.. l'uomo è destinato ad essere Dio, e ad essere ricompensato o punito in Dio; non è  possibile che sia altrimenti: la grandezza di Dio, la grandezza dell'uomo, la colpa dell'uomo, la riparazione di Dio lo esigono.  Dio potrebbe lasciare l'uomo alla sua misera  sorte, come ha fatto con i demoni.  Se non l'ha fatto, è perché l'uomo era, nei decreti eterni di Dio, così incorporato al Cristo che non c'è che il Cristo che possa, agli occhi di  Dio, pesare più di ogni altra considerazione.  L'incarnazione è dunque ben anteriore alla  colpa in quanto decisione irrevocabile di Dio; essa non è subordinata al peccato.  Essendo la creazione voluta da Dio in vista della Santissima Trinità, la Redenzione non può  che aggiungervi una gloria supplementare per Dio, quella della vittoria sul disordine che  è più gloriosa del mantenimento dell'ordine; ecco perché c'è più gioia in cielo per un  peccatore che si pente che per tutti i giusti che non hanno bisogno di penitenza; Dio  stesso preferisce il dolore riparatore alla gioia conservatrice, per quanto contrario alla  Sua natura sia il dolore; giacché il disordine Gli è ancor più penoso.  L'ordine è che ciascuna delle Tre Persone Divine sia a sua volta prima nella creazione per l'incarnazione  del Verbo nell'uomo, per la santificazione dell'uomo mediante lo Spirito Santo. 

Pertanto, il Figlio deve salvare l'uomo ad ogni costo.  Bisogna dunque che Egli si incarni malgrado la colpa e non a causa di essa e che la ripari; senza ciò, come potrebbe lo  Spirito Santo discendere nell'uomo, istruirlo e santificarlo; senza questo, come potrebbe  il Padre ricevere l'uomo e unirlo a Sé!  Ecco perché, allorché la volontà umana di Gesù  tenderebbe a respingere le sofferenze, le umiliazioni, il castigo e l'abbandono momentaneo del Padre, bisogna che la volontà Divina si compia, e Gesù vi si sottomette a qualunque costo. 

Che sia per noi una lezione di sottomissione alla Divina Volontà in tutte le circostanze,  di collaborazione confidente e amante alla Divina Volontà. 

meditazioni, ritrovate tra i suoi scritti Fernand Crombette 

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