[167B] Da coloro che confessano i loro crimini a coloro con i quali sono caduti.
Desiderando che i lavori della diabolica congiura non rimangano nascosti, e che con le mie rivelazioni vengano smascherate le cose che sono segretamente tramate negli uffici dell'antica malizia, non posso sopportare di vedere che si debba passare in silenzio più a lungo di quanto alcuni, una volta che si siano saziati del veleno di questo delitto, Quando sembra che provino un senso di colpa, confessatevi l'un l'altro, in modo che il loro crimine non venga a conoscenza di altri. E, arrossendo davanti ai volti degli uomini, gli autori del delitto diventano i giudici. Affinché ciascuno si rallegri di ricevere gratuitamente da un altro, che gli fa da vicario, un'indulgenza indiscreta che crede di poter concedere a se stesso. Perciò i penitenti dei più grandi delitti non si ostruiscono la bocca con il digiuno, né sottomettono i loro corpi con le macerazioni. E mentre in nessun modo il loro ventre (0167C) è protetto da un'ingestione smodata di cibo, le loro anime sono vergognosamente infiammate dall'ardore del piacere sessuale abituale. Perciò colui che non ha ancora pianto per i peccati commessi, commette quelli più gravi che devono essere compiantati per un tempo più lungo.
Il precetto della legge è che ci si deve presentare ai sacerdoti quando si è afflitti dalla lebbra. Ora, non è ai sacerdoti, ma piuttosto a un lebbroso, che un uomo immondo si mostra quando confessa a un altro impuro un'infamia che hanno commesso in comune. Ma poiché la confessione è una manifestazione, che cosa manifesta, chiedo, colui che dice all'ascoltatore ciò che già sa? O che diritto abbiamo di chiamare la confessione una seduta in cui colui che confessa non rivela nulla che l'ascoltatore non sapesse già? E colui che è vincolato dai vincoli di un'attività di gruppo, da quale legge, da quale diritto, può legare o sciogliere un'altra? Invano (0167D) qualcuno cerca di slegare un altro dalle catene con cui è inchiodato. Affinché un uomo guidi un altro cieco sulla via, è necessario che egli veda se stesso, per non essere autore di una sciagura per colui che lo segue, come dice la Verità: "Se un cieco conduce un altro cieco, cadranno entrambi in un fosso. (Matt. XV) E ancora: "Tu vedi la pagliuzza nell'occhio di tuo fratello, ma non presti attenzione alla trave nel tuo occhio. (Matt. 7) Ipocrita, prima togli la trave dal tuo occhio, e poi avrai una vista sufficiente per rimuovere la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello. (Luca 6)
Queste testimonianze evangeliche ci dicono chiaramente che colui che è sopraffatto dalle tenebre con lo stesso peccato del suo prossimo, cerca invano di ricondurlo alla luce della penitenza. E come egli non temeva d'essere al di sopra delle sue forze, che un altro non perisse se egli fosse in errore, (0168A) egli e colui che lo segue non sfuggiranno alla fossa della presente rovina. »
Gomorra di San Pier Damiani
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