martedì 26 dicembre 2023

I Dieci Comandamenti

 


“Non desiderare la roba d’altri”. 


Un aiuto in più, per amare come Dio comanda, direttamente dallo Spirito Santo. 

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Gesù, come verbo a creature divinizzate dalla Grazia, vi propone la santità stessa del Padre Suo: “Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste207”. Come maestro a uomini simili a Lui nella carne e anima, Lui uomo, vi propone la sua santità: “Imparate da me. Vi ho dato l’esempio affinché come ho fatto Io così voi facciate. Beati sarete se metterete in pratica il mio esempio. Siete i miei amici se farete quello che vi comando208.” 

Fra le parallele di queste due santità proposte, via a voi di Vita eterna, è il Cristo, che unisce in Se stesso, come Verbo Figlio di Dio, la Santità di Dio, e come Gesù, Figlio di Maria Immacolata, la perfetta giustizia dell'Uomo innocente e pieno di Grazia e Verità. E poiché "voi siete dèi e figli dell'Altissimo209 ', o uomini redenti dal Cristo, voi potete e dovete, come figli di Dio e figli dell'uomo, copiare il Fratello vostro Gesù, divenire altri Cristi, veri figli di Dio, eredi del Cielo; né è cosa impossibile perché Egli, Gesù, lo ha dimostrato come è possibile esserlo.

Se il Verbo si fosse manifestato soltanto come Parola divina, come Maestro increato e spirituale, così come Dio si manifestò a Patriarchi e Profeti prima dell'avvento di Cristo, l'uomo sbigottito, o ribelle, avrebbe potuto gemere o imprecare, a seconda della sua anima: "Come posso io, carnale, io, perpetuo Adamo, tentato al peccato e debole per natura, fare ciò che Tu insegni, Tu, che Spirito purissimo sei, né ti tenta Satana, e teco non hai imperfezioni di natura?". O anche: ''Perché hai permesso che dal seno della madre io fossi corrotto, perché hai permesso che i1 padre della Umanità lo fosse, se mi volevi santo? Al tuo scherno rispondo con la mia maledizione". 

Ma il Verbo si è fatto Carne, ha preso natura umana, in tutto simile ai fratelli in Abramo, non dissimile, per il tempo in cui fu Gesù di Nazaret, non dissimile dall'Adamo pieno di grazia e innocenza del primo suo giorno nell'Eden, e come lui tentato210 per essere provato, onde comprendere ed aiutare, anche per la sua diretta esperienza d'Uomo e per il suo esempio, quelli che sono nella prova. 

E l'uomo non può più sconfortarsi dicendo: "Io, carnale, non posso esser perfetto come il Padre dei Cieli, né fare ciò che il Verbo insegna". 

E neppure può chiamare "scherno" l'insegnamento del Verbo, dato a chi, per natura umana, resa debole e corrotta dal Peccato originale, solo con molto e continuo sforzo riesce a metterlo in pratica. 

E neppure può l'uomo dire: "A me, carnale, non si conviene la Legge spirituale, perché troppo in contrasto è la voce esteriore delle mie membra, del mondo che mi è intorno, del demonio che continuamente mi aggira e tenta le forze basse della mia natura animale e quelle morali della mia natura  razionale, con la voce interiore della coscienza che si volge alla mia natura spirituale con la voce stessa di Dio — che la voce della coscienza è il richiamo di Dio al suo creato perché non si discosti dalla Legge o la calpesti — la voce che nel profondo mi parla per dirmi: 'Fa' questo', oppure: 'Non fare quello'. Ma io — pur avendo la volontà di fare il bene, e riconoscendo santa questa Legge, che la mia coscienza d'uomo e la ragione che mi distingue dal bruto, e che m'è stata data da Dio per rendermi capace di intendere, riflettere, scegliere e volere ciò che è bene, mi dice esser buona, nonostante l'impulso divino che entro mi muove Egli stesso, Dio, eterno Movente di tutte le sue creature, Immenso che mi comunica, come ad ogni uomo divinizzato, chiamato a grandi cose, la sua Immensità perché io sia capace, io, suo figlio d'adozione, di compiere opere grandi in cui sia una somiglianza delle sue grandissime e perfettissime, prima e più grande di tutte quella di tendere a Lui, con tutto il mio amore, perché Egli è l'unico vero Bene — ma io non riesco a compiere il bene che vorrei, ma cedo al male che in me fermenta più forte del bene". 

No. Non potete dire questo. Perché il male è grande, grande: l'eredità al male che è in voi, più grande il male che è nascosto per nuocervi nelle circostanze della vita (il mondo), grandissimo il male che ha nome Satana, principio del Male, mostro divorante ed insaziabile, odio eterno vivente ed instancabile verso il Creatore e le creature.

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a cura del Team Neval 

Riflessioni di Giovanna Busolini

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