O sapienza e potenza di Dio,
ci sentiamo di dover esclamare
estasiati col tuo Apostolo
quanto sono incomprensibili i tuoi
giudizi ed investigabili le tue vie!
Povertà, umiltà, abiezione,
disprezzo circondano il Verbo fatto carne;
ma noi dall'oscurità
in cui questo Verbo fatto carne
e avvolto comprendiamo una cosa,
udiamo una voce,
intravediamo una sublime verità:
tutto questo l'hai fatto per amore, non ci parli che di amore,
non ci dai che prove d'amore.
(Epist. IV 866-867)
«Fermiamoci un po' sulla virtù dell'amore di Dio. Che cosa è quest'amore? Innanzi di dare una risposta a questa domanda, bisogna tener presente che altro è l'amore di Dio sostanziale ed altro è l'accidentale, e che quest'ultimo a sua volta va distinto in amore accidentale sensibile ed in amore spirituale. Posta questa distinzione, veniamo adesso a dar risposta alla suddetta dimanda.
L’amore di Dio sostanziale è quell’atto di preferenza semplice e nudo con cui la volontà antepone Iddio ad ogni altra cosa per la sua infinita bontà. Chi ama in tal guisa Iddio, lo ama con amore di carità sostanziale. Ma se questo amore di Dio sostanziale viene accoppiato con la soavità, se detta soavità si contenga e si restringe tutta nella volontà, noi avremo ancora l'amore accidentale spirituale; se poi la detta soavità scenda nel cuore, e vi si faccia sentire con ardore, con dolcezza, noi avremo ancora l'amore accidentale sensibile».
(Epist. II, 292-293)
«Vorrei ancora continuare a trattenermi con te, ma ecco giunta l'ora della funzione di Gesù Bambino. Si appressa mezzanotte. Viva la divina bontà di questo celeste Bambino.
Felice sarà, mia carissima figliuola; Gesù Bambino, unico cuore del nostro cuore ti benedica del suo santo amore, ti conforti, e ti dia forza a sostenere la prova. Questi ed altri voti ancora andrò ripetendo per te davanti alla grotta di Betlemme».
(Epist. III, 177)
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