giovedì 15 agosto 2024

GESU' EUCARISTIA

 


L’EUCARISTIA NELLA VITA DEL SANTI


Padre Pio da Pietrelcina assicurava: «Godere mille anni di gloria umana non vale tanto come passare un’ora in dolce comunione con Gesù nel Santissimo Sacramento». E Charles de Foucauld affermava: «Che grande delizia, Dio mio, poter passare quindici ore senza fare altro che guardarti e dirti: Ti amo». Qualche cosa di simile raccontava il beato Raffaele: «Che cosa c’è nel mondo che possa dare più gioia all’anima mia? Nei momenti che passo guardando il tabernacolo attraverso la mia finestra, vedo più grandezza in Dio, nel sublime mistero della sua permanenza fra gli uomini, che in tutte le opere che uscirono dalle sue mani e che sono manifestate al mondo».

Santa Veronica Giuliani scrisse nel suo Diario: «Mi pare di vedere nel Santissimo Sacramento, come in un trono, Dio trino ed uno. Il Padre con la sua onnipotenza, il Figlio con la sua sapienza e lo Spirito Santo con il suo amore... Venendo a noi Dio, viene tutto il paradiso. Stetti tutto il giorno fuori di me dalla gioia, vedendo come Dio è nascosto nell’Ostia santa. E, se dovessi dare la vita per affermare questa verità, la darei mille volte» (30 maggio 1715).

Il beato Escrivà de Balaguer ci dice nel suo libro È Cristo che passa: «Gesù ci attende nel tabernacolo da 2000 anni. È molto tempo e non è molto tempo, perché, quando c’è amore, i giorni volano. Per me il tabernacolo è stato sempre Betania, il luogo tranquillo e colmo di pace in cui c’è Cristo, dove possiamo raccontargli le nostre preoccupazioni, le nostre sofferenze, le nostre attese e le nostre gioie, con la stessa semplicità e naturalezza con cui gli parlavano quegli amici suoi, Marta, Maria e Lazzaro. Per questo, passando per le strade di qualche città o di qualche villaggio, mi riempie di gioia scoprire, anche solo da lontano, il profilo di una chiesa; è un nuovo tabernacolo, un’occasione in più per lasciare che l’anima fugga e stia con il desiderio vicino a Gesù sacramentato... Adoratelo con riverenza e devozione: rinnovate alla sua presenza l’offerta sincera del vostro amore. Il Signore cerca il mio povero cuore come un trono per non abbandonarmi, se io non mi allontano da lui».

E potremmo proseguire, citando tanti altri santi ancora. Ma ciò che importa è che li imitiamo nella loro fede profonda e andiamo tutti i giorni a visitare l’amico Gesù. Il tabernacolo deve essere il luogo di incontro con Dio, come lo era per Mosè la tenda della riunione o delle chiamate divine (Es 33). Qui Mosè parlava con Dio, come «un uomo parla con il suo amico» (Es 331, 11). Sei amico di Gesù, come lo erano santi? Magari tu potessi dire come santa Caterina di Genova: «Il tempo che ho passato davanti al tabernacolo è stato il tempo meglio impiegato della mia vita».

Gesù dal tabernacolo ti ricorda che Dio è amore, che la santità non è frutto dello sforzo umano, ma dell’azione di Dio. Egli ti chiede solo di abbandonarti come un bimbo nelle sue braccia divine. Egli vuole da te una fiducia assoluta, senza timore per l’avvenire. Proprio la fiducia e l’abbandono totale nelle mani divine fu il cammino di infanzia spirituale di santa Teresa di Gesù Bambino. Questa deve essere anche la tua via: lasciarti condurre, lanciarti senza timore nelle braccia di Dio. Gesù Eucaristia ti attende ogni giorno per darti un abbraccio, specialmente nel momento della comunione. Per questo, santa Teresina diceva: «Le tue braccia, o Gesù mio, sono l’ascensore per elevarmi fino al cielo». Lasciati abbracciare e portare in braccio da Gesù, perché ti condurrà rapidamente... alla santità.

Angel Peña


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