- Ecco, in sintesi, ciò che Lui mi ha detto: "Propter peccata veniunt adversa".
L'umanità ha peccato in origine in Adamo ed Eva; poi gli uomini hanno continuato a peccare.
Bisognava pagare ed espiare; ma l'umanità era impotente ad espiare il suo debito.
Si inserisce nell'umanità il Verbo, con il Mistero dell'Incarnazione. Espia e soddisfa per la Colpa e per le colpe dell'umanità. Il suo trionfo è costituito dal Mistero della Croce: "Cum exaltatus fuero a terra, omnia traham ad me ipsum".
Salva, espia, soddisfa e redime con una sofferenza infinita. Il suo trionfo scaturisce dagli insulti, dagli sputi, dalla flagellazione... In questo modo glorifica il Padre e salva le anime; riconcilia l'uma-nità alla Divinità e trionfa sui suoi visibili ma soprattutto invisibili nemici: Satana e i suoi seguaci. Dal suo Costato scaturisce il Mistero della Chiesa, suo Corpo Mistico di cui Lui è il Capo.
É legge di natura che la sofferenza di un organo si rifletta e si ripercuota sugli altri organi del corpo. Così la Redenzione, incominciata con l'Incarnazione e consumata sulla Croce, si completa in tutte le membra del Corpo Mistico con la sofferenza fino alla fine dei tempi. Le nostre azioni umane non sono mai solo personali; le loro conseguenze, siano esse buone o cattive, non sono mai solo perso-nali, ma si ripercuotono positivamente o negativamente su tutto il Corpo Mistico, di cui ciascuno è membro. Il cristiano perciò non è mai tanto cristiano come quando esso soffre, colpevole o inno-cente, grande o piccolo; la sofferenza sua, come quella di Cristo, diventa patrimonio di tutti, pur conservando un suo valore personale. Tanto più il cristiano con la sua sofferenza si avvicina a Cri-sto, tanto più concorre a completare il Mistero della Redenzione nella Chiesa. Essa, come Cristo dal cui costato è scaturita, trionfa nel dolore, nella umiliazione e nella persecuzione.
Le ingiustizie spirituali
L'insofferenza della sofferenza è mancanza di amore verso Dio, è mancanza di giustizia e di amore verso il prossimo e verso i fratelli più bisognosi della Misericordia divina.
Si deplorano le ingiustizie sociali e giustamente, ma non si deplorano per niente le ingiustizie spi-rituali compiute a danno di tante anime che vanno perdute, perché ci si è rifiutati di soffrire con Lui, per la loro salvezza. Terribile mancanza di sensibilità cristiana che rivela la tremenda crisi di fede; e con la fede è in crisi la speranza e la carità.
L'insofferenza della sofferenza manifesta la mancanza di giustizia e di carità verso Dio e verso i fratelli: di queste due grandi virtù che formano il supporto di tutta la vita cristiana. I ribelli della sofferenza corrono il grave rischio di autoeliminarsi dal Corpo Mistico, corrono il pericolo di inari-dire come rami secchi ed inutili, anzi nocivi, buoni solo per il fuoco. Manca nei cristiani la visione del grande valore dei beni eterni, per cui sono stati creati e redenti. L'insofferenza della sofferenza è un gravissimo male della società materialistica che sventuratamente ha contagiato clero, religiosi e religiose. Per conseguenza essa ha soffocato la vera autentica vita cristiana di fede, di speranza e di amore; essa ha reso cieche le anime, ha reso insipido il sale e ha spento molte lucerne che avreb-bero dovuto diffondere luce e che luce non diffondono più.
9 maggio 1975 - Don Ottavio Michelini
Nessun commento:
Posta un commento