martedì 17 agosto 2021

La santità sacerdotale

 


 Il modo di accedere al chiericato

Come si diventa chierici? Forse sarete sorpresi, il canone 108 risponde: “Sotto la nozione di chierici sono compresi tutti quelli che si sono dedicati al ministero divino, almeno con la prima tonsura.” Di conseguenza, nello spirito della Chiesa, è la tonsura che fa il chierico.

Voi mi direte: Eppure la tonsura non è un ordine. Ebbene, dal punto di vista della Chiesa, forse non è considerata un ordine teologicamente, ma lo è giuridicamente. 

Subito dopo, nel secondo articolo di questo stesso canone 108, è precisato: “Non tutti i chierici hanno gli stessi poteri ecclesiastici ma, tra loro, c’è una gerarchia sacra per cui gli uni sono subordinati agli altri”. In effetti c’è una gerarchia dei differenti ordini, da quello che ha la tonsura fino al vescovo e al Papa.

Poi lo stesso canone prosegue: “D’istituzione divina, la gerarchia è formata da vescovi, da sacerdoti e da ministri5.” Non dice da diaconi, ma da ministri, cosa che ingloba tutti gli ordini. E’ molto interessante. Sono cose fondamentali nella Chiesa.

I protestanti, fanno praticamente un’elezione o una cooptazione, per designare colui che sarà responsabile del culto tra i fedeli ma, per loro, non c’è differenza essenziale tra i fedeli ed il sacerdote.

Il diritto canonico è talmente chiaro, netto, preciso! Non si presta a discussione. Spiega molto chiaramente in che maniera si entri nella gerarchia cattolica e dice che quelli che sono aggregati alla gerarchia cattolica non sono cooptati dal popolo. . Non si parte dal popolo per arrivare alla gerarchia. Non è neppure per una decisione del potere secolare che ci si perviene. Non c’è nemmeno qualcuno che possa dire: Io, voglio diventare chierico e vi chiedo di ordinarmi. No, “essi sono costituiti nei gradi del potere d’ordine dalla santa ordinazione6”. Non sono né la vostra vocazione, né i poteri pubblici, né una cooptazione dei fedeli che vi hanno resi chierici. L’ordinazione è data dal vescovo. Quindi è la Chiesa che vi fa chierici. E’ importante, ciò dimostra che l’ordinazione è una grazia che proviene dall’alto. Non proviene dal basso, dal popolo, dal potere pubblico o da noi stessi.

Senza dubbio, all’inizio c’è una vocazione. La Chiesa fa una scelta e quindi studia la vocazione, ma voi non potete dire: Se ricevo la tonsura, è perché io ho voluto e perché io ho la vocazione. No, voi dovete dire: Se sono chierico, è perché la Chiesa lo ha voluto e mi ha conferito la tonsura. Ciò vi rende molto più forti. Voi dite: la Chiesa mi ha esaminato e mi ha detto: Bene, voi desiderate essere chierici, potete esserlo. Noi vi daremo l’ordinazione. Dunque è veramente dalla Chiesa che ricevo il mio potere. Non è perché si ha un’intelligenza brillante, un patrimonio, la nobiltà e cose del genere che si ha la vocazione. Sfortunatamente, in certe epoche, accadeva un po’ anche questo. La famiglia spingeva, venivano esercitate delle pressioni…ma alla fine, era comunque la Chiesa che faceva i chierici.

Quindi è l’ordinazione che fa entrare nella gerarchia della Chiesa. “Nel diritto, le parole ordinare, Ordine, ordinazione, ordinazione sacra comprendono anche la tonsura”, è scritto nel canone 950. Questo non vuol dire che la tonsura sia un sacramento. Forse è un sacramentale7, ma la Chiesa, dal punto di vista giuridico, la considera come un’ordinazione perché è con la tonsura che si diventa chierici8.

Come Nostro Signore Gesù Cristo ha scelto i suoi apostoli e li ha chiamati (Mc 3, 13), così la Chiesa chiama quelli che ricevono la tonsura. Questa chiamata della Chiesa che li rende chierici, membri della gerarchia, è dunque importantissima. Quando l’arcidiacono pronuncia i loro nomi e li chiama, essi allora sono scelti da Dio per divenire membri e partecipi del suo Sacerdozio.

San Giovanni, nel suo Vangelo, mette sulla bocca di Nostro Signore Gesù Cristo queste parole: “Non siete voi che avete scelto Me, sono Io che ho scelto voi” (Gv 15, 16). Quindi è Nostro Signore Gesù Cristo che sceglie i suoi ministri ed è questo che fa la vocazione9.

Mons. Marcel Lefebvre


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