venerdì 6 agosto 2021

LA VITA DELLA MADONNA

 


Secondo le contemplazioni 

della pia Suora STIGMATIZZATA 

Anna Caterina Emmerick 


Il viaggio: come la Sacra Famiglia si lascia guidare dall'asinella. L'albero di terebinto della sacra tradizione 

Visioni di mercoledì 14, nonché del 15 e 16 novembre. 

Stamattina ho veduto i santi Viaggiatori giungere al campo di Ginim, quello situato a  sei ore da Nazareth, il luogo dove apparve l'Angelo a Giuseppe. I servi di Anna  avevano procurato loro un'asinella di un anno che avrebbe dovuto guidare la santa  Coppia sulla strada giusta. Commovente fu l'addio che Anna e Maria di Cleofa fecero  ai viaggiatori prima di tornarsene all'abitazione con i servi. Il viaggio continuò diretto  verso i monti di Gilboa. Quindi lasciarono da parte le città e continuarono per le vie  solitarie che indicava l'asinella con il suo trotto. Li vidi alloggiare in un podere di  Lazzaro nella direzione della Samaria. L'amministratore del podere li accolse  amichevolmente perché aveva avuto l'occasione di conoscerli già durante gli altri  viaggi. Questo podere era ricco di bei frutteti e viali; la posizione era così elevata che  dal terrazzo si godeva una magnifica ed estesa prospettiva. Lazzaro aveva ereditato  questo podere da suo padre. Gesù nei suoi pellegrinaggi si fermò più volte a predicare  in questi dintorni. I padroni di casa si intrattennero amichevolmente con la Santa  Vergine, si meravigliarono però che nelle sue condizioni avesse osato intraprendere un  viaggio così lungo. Vidi poi l'asinella saltellare in modo strano intorno a loro.  L'animale guidava Giuseppe e Maria con dei simbolismi molto chiari: se bisognava  proseguire diritti, senza voltare a destra o a sinistra, essa andava avanti o li seguiva  saltellando; invece se bisognava voltare a un bivio li precedeva indicando con i suoi  passi il retto sentiero. Quando la santa Coppia faceva sosta, l'asinella rimaneva  tranquilla a breve distanza. Dopo alcune ore di cammino, la Sacra Famiglia attraversò  una fredda valle che portava verso un colle. Era notte e sembrava che fosse scesa  molta brina. La Vergine aveva molto freddo ed era stanchissima, chiese allora a  Giuseppe di fare una sosta. Appena espresse questa richiesta l'asinella si fermò sotto  un grande albero antico di terebinto, vicino al quale c'era un pozzo. Giuseppe stese sotto l'albero alcuni tappeti e preparò il giaciglio alla Vergine; poi prese una  lampada dalla sua bisaccia e l'appese ad uno dei rami inferiori dell'albero, come  usavano i viandanti che viaggiavano di notte. La Vergine pregò ardentemente Iddio  che non la facesse soffrire troppo per il rigore della stagione. Mentre pregava in questo  modo si senti pervadere nelle profondità del cuore da un'ondata di calore; allora porse  le mani a Giuseppe per trovare conforto. Fecero un breve pasto con piccoli pani e  frutta e bevvero acqua mista al balsamo, che Giuseppe aveva portato in un fiaschetto  per confortare Maria. Il sant'uomo soffriva molto nel vedere la Vergine in quelle  condizioni e cercava perciò di consolarla in ogni modo. Quando Maria si lamentava  per il freddo, egli le parlava del buon alloggio che sperava di trovare a Betlemme. Le  disse di conoscere una famiglia presso la quale, con un modico compenso, avrebbero  ricevuto una buona sistemazione. Giuseppe espresse l'opinione che è sempre meglio  pagare qualche piccola somma piuttosto che ricevere un alloggio gratuito; egli si  attendeva molto da Betlemme. Le sue erano speranze umane. Non credo che avessero  trascorso tutta la notte sotto quell'albero. L'albero di terebinto della sacra tradizione Il  luogo in cui la Sacra Famiglia fece questa tappa appartiene alla sacra tradizione  ebraica dell'Antico Testamento. Il terebinto è considerato un albero sacro ed antico  che si trova nella pianura di Moreh, presso Sichem. In questo stesso luogo, sotto  quest'albero, vidi Abramo mentre riceveva dal Signore la promessa del Paese per i  suoi successori; Abramo vi innalzò un altare. Inoltre Giacobbe vi sotterrò gli strani  idoli di Labano, ed i gioielli della sua famiglia, quando si recò a sacrificare in Bethel.  Sotto quest'albero poi Giosuè edificò la capanna in cui pose l'Arca dell'Alleanza, innanzi alla quale il popolo radunato promise di abbandonare il culto degli idoli. In  questo luogo Abimelech, figlio di Gedeone, fu salutato re dei sichemiti... 

Vidi la Santa Famiglia giungere ad un cascinale sito a circa due ore di strada a sud  dell'albero sacro. La padrona della locanda era assente ed il marito li cacciò via  bruscamente, rifiutando loro l'ospitalità. La Sacra Famiglia allora fu costretta a  continuare il viaggio finché l'asinella si fermò dinanzi ad una capanna. Maria e  Giuseppe vi entrarono e videro alcuni pastori affaccendati, costoro li accolsero bene e  diedero loro della paglia per riposare. Essi ebbero particolare riguardo per Maria. Più  tardi questi pastori si recarono al cascinale e raccontarono alla padrona quanto brava e  pia fosse la Coppia che loro ospitavano. Dissero inoltre che Maria, donna bella e  dall'aspetto di una santa, aveva bisogno di un pasto caldo perché gravida e stanca.  Allora la padrona commossa, dopo aver rimproverato aspramente il marito per aver  negato l'ospitalità a gente così brava, si recò con due fanciulli e delle provviste a far  visita alla Coppia. Ella senti il bisogno di scusarsi sinceramente per il malfatto del  marito. In un primo momento non osò entrare nella capanna perché si sentiva in colpa,  ma poi si fece coraggio, entrò ed offrì le vivande. Chiese quindi perdono per la  scortesia del suo consorte. La donna li consigliò di continuare il viaggio e superare il  colle, poiché dall'altra parte avrebbero trovato una buona locanda per riposare. Il luogo  dove essi adesso si trovavano era fra Samaria e Thebez, a nord di un'alta collina. A  mezzogiorno di questo luogo, al di là del Giordano, si trova Succoth, e più lontano  ancora Ai-non. Seguendo il consiglio della locandiera, i santi Coniugi si rimisero in  cammino verso mezzogiorno e dopo circa due ore giunsero alla locanda descritta dalla  donna. Il luogo era composto di alcuni edifici circondati da giardini. Erano ricoveri per  il pernottamento. Vi si scorgevano anche alte masse d'arboscelli di erbe terapeutiche  nel lato sud della foresteria. La Vergine discese dall'asino, che era condotto per la  cavezza da Giuseppe, e si avvicinarono alla casa. Ma l'oste si scusò dicendo che la  casa era già tutta occupata. Allora la Vergine si avvicinò alla moglie di costui e la  pregò umilmente per il ricovero. La donna profondamente intenerita da quel contatto  profondamente umano pregò il marito di aiutare quella Coppia in qualche modo. Vidi  infine il padrone della locanda assegnare loro una comoda stanza in una capanna  vicina. Quando costui condusse l'asino nella stalla non vidi più l'asinella, infatti  durante le soste non la vedevo mai. Nella stanza, Giuseppe iniziò a pregare  fervorosamente insieme alla Santa Vergine per celebrare il sabato. il loro sentimento  devozionale mi commosse nella profondità del cuore. Dopo essersi ristorati, si  riposarono sulle stuoie.

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