LA VERGINE MARIA negli scritti di Luisa Piccarreta
“Figlia mia, il mio Volere contiene tutto e chi Lo possiede può darmi tutto. La mia Volontà fu tutto per Me: Mi concepì, Mi formò, Mi fece crescere e Mi fece nascere. Se la mia Mamma contribuì col darmi il sangue, lo potette fare perché era la mia Volontà assorbita in Lei che lo conteneva. Se non avesse avuto il mio Volere, non avrebbe potuto contribuire a formare la mia Umanità, sicché la mia Volontà diretta e quella assorbita nella mia Mamma Mi diedero la Vita. L’umano non aveva potere su di Me per darmi nulla, ma solo il Volere Divino col suo alito Mi alimentò e Mi diede alla luce.
Ma credi tu che fu il freddo dell’aria che Mi gelò? Ah, no! Fu il freddo dei cuori che Mi intirizzì, e l’ingratitudine, che al primo uscire alla luce Mi fece piangere amaramente. La mia diletta Madre Mi quietò il pianto, sebbene pianse anch’Essa. Le nostre lacrime si mescolarono insieme, e dandoci i primi baci Ci sfogammo in amore. Ma la nostra vita doveva essere il dolore ed il pianto, e Mi feci mettere nella mangiatoia per ritornare al pianto, chiamando i miei figli con i miei singhiozzi e con le mie lacrime. Volevo intenerirli con le mie lacrime e coi miei gemiti, per farmi ascoltare.
Ma sai tu chi fu la prima, dopo la mia Mamma, che chiamai con le mie lacrime a Me vicino nella stessa mangiatoia, per sfogarmi in amore? Fosti tu, la piccola Figlia del mio Volere. Tu eri tanto piccola, che potei tenerti a Me vicino nella stessa mangiatoia e potei versare le mie lacrime nel tuo cuore. Queste lacrime suggellarono in te il mio Volere e ti costituirono figlia legittima della mia Volontà.
Il mio Cuore ne gioì, vedendo ritornare in te, integro nella mia Volontà, ciò che nella Creazione il mio Volere aveva messo fuori…” (13°, 25-12-1921)
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