LA PASSIONE DELLA CHIESA NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA
La Chiesa è adesso come moribonda, ma quando s’innalzerà la Croce risorgerà coraggiosa e splendente, confondendo e mettendo in fuga i nemici:
Questa mattina il mio adorabile Gesù si faceva vedere unito col Santo Padre e pareva che gli dicesse: “Le cose fin qui sofferte non solo altro che tutto ciò che Io passai dal principio della mia Passione fino a quando fui condannato a morte. Figlio mio, non ti resta altro che portare la croce al Calvario”.
E mentre ciò diceva, pareva che Gesù benedetto prendesse la croce e la metteva sulle spalle del Santo Padre, aiutandolo Lui stesso a portarla.
Ora, mentre ciò faceva, ha soggiunto: “La mia Chiesa pare che stia come moribonda, specie riguardo alle condizioni sociali, e con ansia aspettano il grido di morte. Ma coraggio, figlio mio; dopo che sarai giunto sul monte, all’innalzarsi che si farà della croce, tutti si scuoteranno e la Chiesa deporrà l’aspetto di moribonda e riacquisterà il suo pieno vigore. La sola croce sarà il mezzo, e come solo la croce fu l’unico mezzo per riempire il vuoto che il peccato aveva fatto e per unire l’abisso di distanza infinita che c’era tra Dio e l’uomo, così in questi tempi la sola croce farà innalzare la fronte della mia Chiesa coraggiosa e risplendente, per confondere e mettere in fuga i nemici”.
Detto ciò è scomparso e poco dopo è ritornato il mio diletto Gesù, tutto afflitto, riprendendo il suo dire: “Figlia mia, quanto mi duole la società presente! Sono mie membra e non posso fare a meno di amarli. Succede a Me come a quel tale che avesse un braccio o una mano infetta e piagata; la odia egli forse? La aborrisce? Ah, no, anzi le prodiga tutte le cure, chissà quanto spende per vedersi guarito, e per lui è causa di far dolorare tutto il corpo, di tenerlo oppresso, afflitto, fino a tanto che non giunge ad ottenere l’intento di vedersi guarito. Tale è la mia condizione: vedo le mie membra infette, piagate, e vi sento dolore e pena, e per questo mi sento più tirato ad amarle. Oh, come è ben diverso l’amor mio da quello delle creature! Io sono costretto ad amarle perché cosa mia, ma loro non mi amano come cosa loro, e se mi amano, mi amano per il loro proprio bene”. (Vol. 4°, 02.09.1901)
Nessun commento:
Posta un commento