La Battaglia Finale del Diavolo
Lo spettacolo del Cardinal Bertone
Di fronte al disastro, la mossa successiva di Bertone fu quella di organizzarsi un proprio show televisivo, mandato in onda da Telepace il 21 settembre 2007. La stampa fu invitata a partecipare a quella che era stata spacciata come una “presentazione” de L’ultima veggente di Bertone - mesi dopo che quel libro era già stato presentato al pubblico, tra l’altro con gran dispendio di pubblicità. Anche questa volta si sarebbe trattato di un’iniziativa ufficiosa del Cardinale, senza alcun supporto da parte della Santa Sede, per screditare Socci e “salvare” la “versione ufficiale”. Socci, infatti, si era presentato in veste di giornalista all’auditorium dove sarebbe avvenuta la presentazione, con la speranza di porre delle domande a Bertone, ma venne cacciato via dall’edificio dagli addetti alla sicurezza.428
Parte di questo “Spettacolo del Cardinal Bertone” consistette nella proiezione di un segmento dell’intervista all’Arcivescovo Capovilla, pesantemente editata e condotta non dal Vaticano, bensì proprio da Giuseppe de Carli, lo stesso servile “Vaticanista” che aveva collaborato con Bertone alla stesura de L’ultima veggente. Malgrado quella parte dell’intervista fosse stata concepita per contrastare la testimonianza rilasciata da Capovilla a Solideo Paolini, che abbiamo già analizzato nei capitoli precedenti, Capovilla non menzionò mai quella testimonianza e nemmeno il nome di Paolini, neanche una volta. Al contrario, confermò dinanzi alle telecamere i seguenti fatti:
• che il 27 giugno 1963 Papa Paolo VI lo aveva contattato, tramite Monsignor Dell’Acqua, per determinare dove si trovasse “il plico Capovilla” nell’appartamento del Papa, • che il plico era stato ritrovato nell’appartamento del Papa all’interno della scrivania “Barbarigo”,
• che Paolo VI lesse i suoi contenuti in quella data,
• che Paolo VI ripose il testo nel “plico Capovilla” e lo sigillò nuovamente, avendo lasciato ad altri il compito di decidere, come aveva fatto Giovanni XXIII.
Per non lasciare alcun dubbio in merito ai nostri lettori, ecco la trascrizione letterale di ciò che Capovilla ha affermato in quell’occasione:
Il 27 giugno 1963 ero, la sera, presso le suore delle Poverelle in via Casilina. Mi telefona monsignor Dell’Acqua. Non si trova il plico di Fatima. Replico che probabilmente si trova nello scrittoio denominato “Barbarigo”, perché appartenuto a San Gregorio Barbarigo e regalato a Papa Giovanni dal Conte della Torre. Papa Giovanni lo teneva caro, nella camera da letto, come una reliquia.
Sia a destra che a sinistra c’erano cinque o sei cassetti. Più tardi Dell’Acqua mi telefona e mi comunica che il plico è stato ritrovato.
Il 28 giugno Papa Paolo mi chiama e mi chiede chi ha dettato le righe sulla busta. Spiego che è stato il Papa stesso a voler segnalare le persone che hanno conosciuto il testo. “Papa Giovanni non le ha detto altro?”, mi domanda Paolo VI. “No, Santo Padre, ha lasciato ad altri la decisione”. “Anche io farò altrettanto”, risponde Papa Montini. Si richiude la busta e non se è più parlato.429
Bertone ha quindi ammesso tramite l’Arcivescovo Capovilla, da lui reso proprio testimone, che esisteva davvero un “plico Capovilla” localizzato nell’appartamento del papa e contenente un testo del Segreto che fu letto dal Papa due anni prima rispetto alla data fornita dalla “versione ufficiale” di Bertone. Eppure, per bocca del suo “surrogato” De Carli, Bertone continuò imperterrito ad affermare davanti alle telecamere, che il plico Capovilla - mai mostrato fino ad allora - era lo stesso documento che aveva già fatto vedere a Porta a Porta. De Carli disse infatti:
Concludo, pertanto, che non c’è un plico Capovilla in contrapposizione ad un plico Bertone. I due plichi sono la stessa cosa.
Ma si tratta di un’assurdità, perché sappiamo con certezza che il plico Capovilla reca la scrittura dell’Arcivescovo Capovilla, che indica i nomi di tutti coloro che ne avevano letto i contenuti, oltre al suo nome e alle parole dettategli da Giovanni XXIII: “lascio ad altri commentare o decidere”. Bertone non ha mai fatto vedere questa busta, né allora né durante i sette anni precedenti; non l’ha mostrata durante la trasmissione televisiva del 21 settembre 2007 e non l’ha fatto fino ad oggi, al momento in cui va in stampa questa seconda edizione de La battaglia finale del diavolo (dicembre 2009). Sappiamo tuttavia che Bertone ha mostrato al pubblico il “plico Bertone”, ma quel plico non può essere assolutamente il plico Capovilla, che era stato descritto dall’Arcivescovo in modo così preciso e minuzioso proprio durante la trasmissione televisiva orchestrata dallo stesso Bertone! De Carli – e quindi per estensione lo stesso Bertone – hanno avuto l’audacia di dichiarare qualcosa che sapevano benissimo entrambi essere palesemente falsa. Ed è degno di nota il fatto che sia stato proprio De Carli, e non Capovilla, ad aver tratto la “conclusione” alla fine dell’intervista, proprio perché non era riuscito a strappare una simile “testimonianza” all’Arcivescovo, in quanto era ovviamente falsa.
Vi sono altri passi falsi avvenuti durante questa trasmissione, ma non possiamo attardarci troppo ad esaminarli nel dettaglio, per quanto importanti possano essere430. Abbiamo infatti già avuto abbastanza prove dalle tre “mosse” compiute da Bertone in risposta al libro di Socci, ciascuna delle quali si è rivelata disastrosa per il Cardinale. Il libro di Bertone e le sue due apparizioni televisive, infatti, sono riuscite solamente a confermare ciò che era già palese e cioè che esistono due buste (plichi) e due testi riguardanti il Terzo Segreto nella sua integralità. Uno di questi è stato rivelato (il testo della visione), mentre l’altro contenente le parole della Vergine, che spiegherebbero quella visione e predirebbero una crisi della Chiesa e del mondo, rimane tuttora nascosto, evidentemente proprio all’interno di quel “plico Capovilla” che Bertone vorrebbe farci credere di aver già mostrato al pubblico, ma che in realtà non ha mai fatto.
Come dice la Bibbia “Chi scava una fossa ci casca dentro…”.431 Malgrado tutti i loro tentativi, invece di mettere a tacere la vicenda, il Cardinale Bertone ed i suoi collaboratori del Vaticano sono riusciti a fare esattamente l’opposto, fornendo ulteriori informazioni che confermano ciò che Socci aveva riconosciuto con tanto coraggio. Cinque anni dopo la prima edizione di questo libro, la Divina Provvidenza aveva raddrizzato le “righe storte” di Bertone, facendo risplendere la luce stessa del Cielo sul Segreto ancora nascosto.
Ma non è tutto. Prima che le guardie cacciassero Socci dall’edificio da cui veniva trasmessa la presentazione del 21 settembre 2007, il giornalista fu in grado di far ascoltare ai suoi colleghi attorno a lui le affermazioni di Capovilla, che erano state registrate su cassetta da Paolini durante un altro incontro avuto tra i due, il 21 giugno 2007. Come riportò uno dei maggiori quotidiani italiani, Il Giornale, in quell’audio cassetta Capovilla affermava che: “oltre alle quattro pagine [della visione del vescovo vestito di bianco] c’era qualcos’altro, un allegato, sì.” Il giornalista de Il Giornale concluse che quelle parole di Capovilla “avvalorerebbero la tesi dell’esistenza di un secondo foglio con l’interpretazione del segreto. Il mistero, e soprattutto le polemiche, continuano.”432
Grazie alle rivelazioni del 2006-2007, il mistero e le polemiche continueranno sicuramente. Nel frattempo, tuttavia, non solo la Chiesa ma l’umanità intera sta andando inesorabilmente incontro alle conseguenze finali che sono sicuramente predette nella parte mancante del Terzo Segreto, un testo che però contiene al tempo stesso anche gli strumenti per evitare tali catastrofiche conseguenze. I prossimi capitoli del nostro libro saranno dedicati all’analisi del gravissimo pericolo causato dal deliberato occultamento di quel testo Celeste, che completa e conclude il Terzo Segreto di Fatima.
Padre Paul Kramer
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