giovedì 23 settembre 2021

PARADOSSO, SOFFERENZA, APOLOGIA

 


Sia adorata e benedetta, 

sia sempre più desiderata e conosciuta,  

sia eternamente ringraziata e infinitamente amata 

la Divina Volontà! 

 


1-   «Santa, Santa, Santa! Onore e gloria alla Volontà del nostro Sovrano Signore, e gloria e tre volte  Santa Colei che ha fatto operare questa Suprema Volontà» (Vol. 18°, 15.08.1925).  

Prima di parlare della Divina Volontà, dovremmo baciare per terra sette volte, dovremmo lavarci  molto bene la bocca. Ci occorrerebbe quel carbone ardente, che toccasse le nostre labbra per purificarci, come a Isaia. Confesso davanti a Dio, a tutto il Cielo e alla Chiesa il mio nulla, la mia immensa  ignoranza e indegnità, soprattutto per parlare di questa Adorabile Volontà. Devo dire con Isaia (6,5): 

“Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle  labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il Re, il Signore degli eserciti!” 

Sì, io ho visto la sua Luce, con gli occhi del cuore e della mente, “perché è eterna la sua  Misericordia”. Sì, “noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza” (1 Gv.1,2). Ma “chi è mai  all’altezza di questi compiti? Noi non siamo come quei molti che mercanteggiano la parola di Dio,  ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo” (2 Cor.2,16-17). 

Mi sforzo di dire quello che so, eppure riconosco che non so quello che dico. Domando ancora  perdono a Dio e alla sua Santa Chiesa per la mia misera, anzi pessima testimonianza, per trasmettere  in modo sicuramente improprio e chissà quanto imperfetto il messaggio della Divina Volontà, e per  essere e vivere ancora così lontano da quanto credo e dico. Ma il Signore non vuole che spostiamo lo  sguardo da Lui in nessun caso. Perciò, basta; quanta è la sua Misericordia verso di me, altrettanta  chiedo e spero per tutti i miei fratelli. 

2-  Le verità sulla Divina Volontà le trovo adesso, più o meno sviluppate, nella Divina Rivelazione,  nella Sacra Scrittura, ma non avrei potuto percepirle (e mi accorgo che nemmeno gli altri) senza la  decisiva luce degli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta, “la piccola figlia della Divina Volontà”.  Non sono a conoscenza, non mi risulta di altri autori spirituali nella Chiesa, che abbiano trattato  questo argomento come lei. Non esiste nulla di simile, né come estensione, né come profondità. La  dottrina che si ricava dai suoi scritti è un insieme di affermazioni  -assolutamente coerente in se stesso,  -della massima limpidezza,  -pienamente legittimo, alla luce della Rivelazione pubblica e della dottrina sicura della Chiesa. 

Quanto ha scritto, Luisa lo ha fatto non di propria iniziativa, ma in obbedienza al volere della  Chiesa. Ha avuto cinque Confessori, designati dall’autorità di diversi Arcivescovi, perché avessero  cura di lei (una laica sconosciuta! Quando mai?) e degli scritti che loro stessi le comandavano di  scrivere.  

Quanto Luisa ha scritto non è frutto del suo pensiero, ma come la sua vita, che lei viveva. Sono la  prima e insostituibile testimonianza delle grandi cose che ha fatto in lei l’Onnipotente, avendo visto la  nullità della sua serva. Scritti con il doppio e tremendo sigillo e garanzia della croce e dell’obbedienza. Il Padre Annibale Maria di Francia (canonizzato 16 Maggio 2004), che fu suo Confessore  straordinario durante 17 anni, fu nominato Censore ecclesiastico nell’Archidiocesi di Trani-BarlettaBisceglie per quanto riguardava gli scritti di Luisa. Egli esaminò i primi 19, senza trovare niente di  sbagliato o di pericoloso, restando anzi molto edificato, sebbene in qualche sua lettera a Luisa parla di  certe difficoltà che qualche sacerdote avrebbe trovato (per esempio, il fatto che Gesù va pronunciando  le parole della Consacrazione su alcune anime vittime). A tutti quei volumi  mise il suo “Nulla osta”,  ottenendo anche dall’Arcivescovo l’Imprimatur. 

Su quanto ha scritto come detto da Nostro Signore a lei, il Signore ne fa appunto aperta sfida a  poter trovare qualunque errore di dottrina, ed esige che le cose che Egli ha detto escano come Lui le  ha detto, rispettando ogni parola. Ciò non trova impedimento nel modo come Luisa scrive, pieno di errori grammaticali (di ortografia e sintassi), ma anche questo poverissimo involucro umano è provvidenziale per fermare chi non si avvicina con l’atteggiamento e lo spirito dovuto. 

Ci sono anche persone che in qualche modo restano colpite dalla figura e dalla vita di Luisa, ma  che provano solo difficoltà e persino ostilità davanti ai suoi scritti. Voler fare di lei una Santa (e avere  una Santa così potrebbe essere anche una questione di prestigio), ma ignorando o lasciando perdere gli  scritti, sarebbe come pretendere di avere la conchiglia e rifiutare la perla che contiene. 

3-  In questi scritti, il Signore esige a Luisa che non occulti che il tutto è stato detto da Lui, e che non  occulti che lo ha detto a Luisa e non al vento o a non si sa chi… 

Luisa non appare significativa soltanto per la sua obbedienza “fino alla morte e morte di Croce”, anzi, fino a non dover morire perché così voleva l’obbedienza; non è da ammirare solo il suo vivere  crocifissa in quanto Vittima, perché in realtà questo ufficio fu la condizione e il prologo ad un altro  ufficio ancora più importante e decisivo: essere Lei la depositaria dei segreti del Re, del tesoro della  Divina Volontà come vita, essere lei la capostipite della nuova generazione, inedita, dei figli che  avranno come vita la Divina Volontà. È questo il suo nome nuovo: “la piccola figlia della Divina  Volontà”.  

Quando Gesù le parla di lei e della missione che le affida, oltre allo stato di vittima, le presenta  come modello e punto di riferimento, irraggiungibile, la sua Madre Santissima, e le parla della sua  missione come Madre del Redentore. Questo fa apparire Luisa in un contesto straordinario, unico, non  perché lei sia grande (anzi, le dice che è “la più piccola che ha trovato”), ma per quanto è grande la  missione che a lei è stata affidata: rispondere a Dio, a nome di tutti, per accogliere il Regno della  Divina Volontà sulla terra, come regna in Cielo. 

4-   Il messaggio della rivelazione privata fatta a Luisa è, in riassunto, il vivere nella Divina Volontà,  cosa ben diversa dal solo fare la Volontà di Dio in quello che comanda o che dispone.  

È impossibile che Luisa (o chi per lei) si sia inventata questo.  

È impossibile che prima di lei questo fosse stato conosciuto: ce ne sarebbero le prove.  

È impossibile che –nel modo come lo spiega e lo insegna N. Signore–, se fosse stato conosciuto e  vissuto da qualcuno nella Chiesa, non se ne sia mai parlato. Questo fatto è un’altra sfida di Gesù: sfida  a poter trovare un solo libro di spiritualità o la vita di un Santo, che dica quello che Egli sta dicendo per la prima volta a Luisa.   

È impossibile che Luisa ne parli come parla, se non lo avesse vissuto, così come è impossibile  conoscerlo e viverlo senza parlare questo linguaggio, ma il linguaggio che parla la volontà umana protagonista della propria virtù e vita spirituale.  

5-   Ci troveremmo davanti ad un dilemma: -o Luisa è (in parole sue) “l’anima più superba del mondo”, con tutto ciò che la superbia porta con sé,  -oppure quanto dice, costretta dall’obbedienza a fare questo sacrificio, è tutto vero. 

È chiara la risposta.  

Nel parlare della Divina Volontà, è inevitabile parlare di Luisa, non già per lei, ma per la sua  dottrina spirituale, che non si può scindere da lei. E quando si parla della sua dottrina, come quando si  parla di lei, ci troviamo con una serie di affermazioni “che danno dell’incredibile” (come dice lei  stessa, che tante volte avrebbe voluto bruciare per questa ragione i suoi scritti, ma l’obbedienza glielo  ha impedito). 

6-   Queste affermazioni, o sono in contrasto con la sana dottrina rivelata che insegna la Chiesa (e in  questo caso dovremmo fuggire immediatamente), o non lo sono. 

Se sono in contrasto, è doveroso dire esattamente in che cosa e dimostrarlo. Se non sono cose  conosciute, ciò non vuol dire che siano in contrasto con la dottrina rivelata. 

Del resto, Nostro Signore sfida a trovare un solo errore e rivendica il suo diritto insindacabile a  rivelare le sue verità quando vuole e a chi vuole, e di fare dono delle sue cose alle sue creature. A noi  tocca soltanto verificare se questo è possibile, prendere atto e regolarci di conseguenza. “Non sta alla  creatura dettare legge al Signore, ma piegare la fronte e adorare in silenzio”. È il diritto di Dio! 

7-   Ma chi lo dice? Luisa! E chi è Luisa? Una povera creatura, nessuno! E allora la Chiesa non conta?  Ma è Dio che parla alla Chiesa! E chi lo dice? (… E siamo così all’ultima trincea: “finché non lo dica la Chiesa…”) 

Giunti a questo punto, dico al Signore:  

Signore, Tu hai stabilito “le regole del gioco”, cioè, che le verità da credere, rivelate da Te, noi le  conosciamo e le accettiamo dalla testimonianza e autorità della tua Chiesa amata. Perciò Ti domando:  che dobbiamo fare quando –come ci sembra in certi casi– Tu stesso salti le regole? 

E va bene: non sono dottrina della Chiesa, per adesso almeno, e Luisa è guardata con sospetto  come pericolosa da alcuni, mentre da altri ha ricevuto bellissime testimonianze di conferma e  devozione (per esempio, dal Beato e prossimo Santo P. Annibale Maria di Francia, dal Cardinale  Cento, e da tanti altri). Ma i suoi scritti furono portati all’archivio segreto del Santo Uffizio, il quale  mise nell’Indice dei libri proibiti tre di essi, pubblicati appunto dal P. Annibale. E allora? ha mai forse la Chiesa condannato in concreto qualche punto dei suoi scritti? No. Semplicemente, ancora non      ha dato spiegazione o conferma di niente. Luisa stessa lo dice in una sua lettera: “Noi non parliamo di qualche cosa che la Chiesa abbia condannato, ma di quello che la Chiesa ancora non conosce        e che un giorno conoscerà con trionfo e vittoria”. 

Possiamo crederci? A rischio nostro, non della Chiesa. Anzi, la Chiesa –o meglio, alcuni uomini  con autorità in essa– non gradiscono che se ne parli. Ma, si ricordino: “Se questi taceranno, grideranno le pietre” (Lc.19,40). 

Che fare allora, Signore? Se Tu ci dai tutti i motivi per credere, e invece la tua Chiesa, senza aver  condannato niente, ancora non accoglie, ma è diffidente (…una diffidenza che non è della Chiesa, la  quale non si è ancora compromessa, ma di alcuni uomini con autorità in Essa, che in questo modo  sono loro che si stanno compromettendo seriamente a proprio rischio…), allora vuol dire che in una  situazione paradossale come questa, che ci prende tra due fuochi, solo Tu puoi intervenire e  risolverla, Signore!  È compromessa la tua Gloria!  

P. Pablo Martín 


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