3 gennaio 1946, S Genoveffa.
Getsemani: "torchio dell'olio". Gesù scelse, per la sua agonia, un monte tutto dolcezza, il monte degli olivi. Più tardi, quando ritornerà per giudicare il mondo, sarà su un monte di dolcezza? no... su un monte di giustizia. Terribile sarà l'apparato del Giudice, l'apparato della sua potenza, l'apparato del suo trionfo! Oggi è tutto di Misericordia, di debolezza, di abbassamento. Approfittiamone per implorare questa mitezza che si dona a noi. Gesù va a soffrire per noi in mezzo ai miti ulivi; Lui ama i miti! Benedetti i miti perché possederanno la terra! Egli ne dà l'esempio: non è con la forza bruta che vuole conquistare il mondo, è con la dolcezza. Gesù, dolce e umile di cuore, rendi il nostro cuore simile al Tuo. Certo, non tutti ne comprenderanno la dolcezza. Il mondo se ne ride, il mondo la disprezza più che mai. Tanto peggio per quelli che non capiscono! Ma quelli che capiranno la possederanno; essi costituiranno il regno di Dio che i miti dirigeranno, e, siccome il regno di Dio sarà inizialmente su questa terra il regno dello Spirito Santo per 1000 anni, poi il regno universale di Dio sulla Terra Nuova per l'Eternità, è dunque triplicemente che i miti la possiederanno. E Gesù regnerà sull'assemblea dei miti come è ora sul monte degli ulivi. E come al Getsemani si portavano le olive alla macina che doveva schiacciarle tutte assieme, e farne uscire rivoli d'olio, così i miti si devono lasciar schiacciare con la Divina Vittima, unire le loro sofferenze, le loro lacrime, il loro sangue al suo; identificarsi con Lui, fondersi in Lui sotto il peso delle prove per essere uniti a Lui nell'eternità.
Nessun commento:
Posta un commento