venerdì 15 luglio 2022

La Verità è unica, le opinioni molteplici.

 


AGONE MISTICO 

La lotta di oggi 


Nel 1993 i giornali hanno riportato la notizia che  alcuni vescovi cattolici canadesi si sono recati a  Roma per incontrare il Sommo Pontefice. In questa  occasione essi hanno mostrato al Papa i risultati di  alcuni sondaggi effettuati nelle loro rispettive diocesi.  Secondo questi sondaggi, il 67% degli interpellati si  era espresso in favore del sacerdozio femminile.  

Temi come il celibato ecclesiastico, il divorzio, l’aborto, l’omosessualità, l’uso di antifecondativi artificiali, ecc... furono presentati al Santo Padre  come fossero dei diritti umani, visto che i sondaggi d’opinione li davano per scontati. Il Santo Padre, pur sapendo che questo suo atteggiamento non sarebbe  piaciuto a tutti, non ha accettato un criterio simile.  Come avrebbe potuto? Tutti sanno che le opinioni  umane sono instabili, mutevoli, ben troppo mutevoli  per poter rappresentare la Verità. Esse possono  rigettare oggi quello che hanno accettato ieri, o  dichiarare buono oggi quello che ieri avevano già  classificato come cattivo. La Verità invece è cosa  stabile, sicura. Ciò che è vero oggi, lo era ieri, e lo  sarà domani.  

Un principio così chiaro non dovrebbe avere  bisogno di discussioni, ma siccome non tutti annuiscono d’istinto, mi permetto di fare la seguente domanda: 

“Se la maggioranza di un popolo si esprime in  favore di una legge umana che risulta contraria alla  Legge divina, è giusto abolire la Legge divina e sostituirla con quella umana?” 

Propongo una risposta alla sezione seguente.  


Democrazia e Teocrazia.

La domanda era: “Se la maggioranza di un popolo si esprime in favore di una legge umana che risulta  contraria alla Legge divina, è giusto abolire la Legge divina per sostituirla con quella umana?”  

So che a questa domanda, posta alla fine della  sezione precedente, qualcuno vorrebbe rispondere  che agire così è un bene. Forse è convinto che la  democrazia può essere applicata alla religione allo  stesso modo che si applica alla politica. Ma la cosa  non ha senso. Quanto segue ha per scopo di aiutare  le anime di buona fede a fare un po’ di luce su tale questione.  

Chi vive nel mondo occidentale in questo XX  secolo, è spinto suo malgrado a considerare la  democrazia come un valore assoluto (anziché  relativo), e a considerare la teocrazia come un valore  relativo (anziché assoluto). Da qui l’importanza di  iniziare il ragionamento spiegando l’origine e il valore dei due concetti. Il concetto di democrazia esprime  un potere che appartiene al popolo (demos = popolo;  kratos = potere), e che il popolo trasferisce a delle  persone da lui elette periodicamente al governo della nazione. Il concetto di teocrazia invece esprime l’idea di un potere che appartiene a Dio (theos = dio;  kratos = potere). Questo potere, che è spirituale  anziché politico, è nelle mani dei rappresentanti di  Dio che sono i vescovi, quelli che spiritualmente  sono uniti al Papa. I nostri recenti governi sono stati  fondati sulla democrazia. La Chiesa, al contrario, è  stata fondata da Gesù Cristo come una teocrazia 

Anche Israele all’inizio, pur essendo nazione, era  stato fondato da Dio come una teocrazia. In una  teocrazia le leggi di governo non mutano, a meno che  Dio stesso non intervenga a mutarle. Quello che è  divino ha un valore assoluto (sempre). Quello che è  umano invece ha un valore relativo (sempre). Questo chiarisce almeno un punto: che democrazia e  teocrazia sono due realtà distinte, differenti.  Essendo differenti, la logica non permette di dire che l’una vale l’altra, considerarle tali, agire come se lo fossero.  

Malgrado ciò, è facile constatare che esiste oggi  un movimento che vorrebbe negare questa logica  elementare. Basti pensare che da qualche anno un  numero sempre più importante di vescovi, di teologi, di preti cattolici, rifiutano l’autorità del Papa col pretesto che il Papa non è qualificato per prendere  posizione contro i sondaggi, che come si sa  esprimono le opinioni delle maggioranze. È evidente  che questi alti o bassi prelati, pur sapendo che la  Chiesa di Dio è teocratica per definizione, agiscono  come se tale Chiesa potesse funzionare con le regole  della democrazia. Sembra che essi vogliano insinuare che i sondaggi d’opinione, che sono il fondamento del processo democratico, potrebbero  servire la religione come servono la politica. Detti  prelati agiscono come se la Legge di Dio si potesse  legittimamente rimpiazzare con una legge umana là  dove una maggioranza di popolo lo richiedesse. 

Non credo esista atteggiamento più pernicioso.  Per verificare la natura del tranello basta ripensare a Mosé nel film “I Dieci Comandamenti”. Mosé scende dal Monte Sinai con le Tavole della Legge appena  ricevute da Dio. Giunto a valle si accorge che  durante la sua assenza il Popolo eletto, quasi tutto,  si è messo contro Dio. Il nuovo dio scelto da detto Popolo è un idolo, un vitello d’oro. La mia domanda è: se nello scoprire l’infedeltà del suo popolo Mosé avesse sottomesso democraticamente la Legge di Dio  al voto di questo benedetto popolo, chi avrebbe  ottenuto la maggioranza dei suffragi? Dio oppure l’idolo?  

La trappola di oggi è la stessa, ma non tutti  riescono a vederla. Colui che ci riesce è perché non è più malato d’orgoglio, una malattia che distrugge la  vista dell’anima, le pupille dell’anima. Il punto da  osservare è il seguente: “La democrazia non è fatta per i rapporti che uniscono Dio all’uomo, ma per i rapporti che uniscono l’uomo all’uomo.”  La democrazia è una relazione degli esseri umani tra di  loro, la teocrazia invece è una relazione tra Dio e l’uomo. Lo conferma anche l’etimologia delle parole. 

Esempio: la democrazia è come una linea orizzontale che unisce gli uomini andando da un punto all’altro della terra, la seconda è come una linea verticale che unisce il Cielo alla Terra e la Terra al Cielo (dall’alto al basso). Per visualizzare l’esempio citato, mi permetto di proporre lo schema seguente: 


É facile capire che la teocrazia e la democrazia  non sono la stessa cosa. In più, ognuna di esse  occupa un posto che le è proprio ed esclusivo. 

Stando le cose come stanno, non è possibile  immaginare che la legge umana possa rimpiazzare la  Legge divina senza che nulla cambi. 

Conclusione: può un cristiano permettersi di  rimpiazzare la Legge di Dio con una legge umana, e  poi comportarsi come se la sua propria legge venisse  da Dio? No. La Scrittura ammonisce: voler innalzare  la legge umana a livello d i quella divina, voler  mettere la legge umana al posto di quella divina  (come si è tentato di fare durante la Rivoluzione  Francese con il coronamento della dea Ragione sull’altare di Dio), equivale a mettere un idolo al  posto di Dio. A nulla serve lo splendore dell’oro umano. Se questo peccato è commesso da una  persona alla quale Dio ha già fatto il dono di rivelare  Se stesso, detta persona pecca contro lo Spirito Santo. (“Impugnare la Verità conosciuta” è un peccato contro le Spirito Santo). 5 


                                                 

5  Come si pecca contro lo Spirito Santo? Il catechismo  tradizionale parla di  “SEI peccati contro lo Spirito Santo”, ma in  realtà si tratta di sei versioni dello stesso peccato, che è un’offesa alla Verità conosciuta e poi rifiutata. Dette versioni si enunciano nel modo seguente: 1−PRESUNZIONE DI SALVARSI SENZA  MERITO. (l’Inferno non c’é e tutti si salvano: falso). 2−IMPUGNARE  LA VERITÀ CONOSCIUTA. (Lottare contro la Verità dopo averla conosciuta). 3−INVIDIA DELLA GRAZIA ALTRUI. (Invidiare con  rancore coloro che ricevono da Dio dei carismi o dei favori speciali). 

4−DISPERAZIONE DEI PECCATI. (Dire che Dio non può perdonarmi perché i miei peccati sono eccessivi). 5−OSTINAZIONE  NEI PECCATI. (Ripetere gli stessi peccati, non per debolezza ma con orgogliosa ostinazione). 6−IMPENITENZA FINALE. (Arrivare in  punto di morte e rifiutare i sacramenti che ci vengono proposti). 

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