AGONE MISTICO
La lotta di oggi
Nel 1993 i giornali hanno riportato la notizia che alcuni vescovi cattolici canadesi si sono recati a Roma per incontrare il Sommo Pontefice. In questa occasione essi hanno mostrato al Papa i risultati di alcuni sondaggi effettuati nelle loro rispettive diocesi. Secondo questi sondaggi, il 67% degli interpellati si era espresso in favore del sacerdozio femminile.
Temi come il celibato ecclesiastico, il divorzio, l’aborto, l’omosessualità, l’uso di antifecondativi artificiali, ecc... furono presentati al Santo Padre come fossero dei diritti umani, visto che i sondaggi d’opinione li davano per scontati. Il Santo Padre, pur sapendo che questo suo atteggiamento non sarebbe piaciuto a tutti, non ha accettato un criterio simile. Come avrebbe potuto? Tutti sanno che le opinioni umane sono instabili, mutevoli, ben troppo mutevoli per poter rappresentare la Verità. Esse possono rigettare oggi quello che hanno accettato ieri, o dichiarare buono oggi quello che ieri avevano già classificato come cattivo. La Verità invece è cosa stabile, sicura. Ciò che è vero oggi, lo era ieri, e lo sarà domani.
Un principio così chiaro non dovrebbe avere bisogno di discussioni, ma siccome non tutti annuiscono d’istinto, mi permetto di fare la seguente domanda:
“Se la maggioranza di un popolo si esprime in favore di una legge umana che risulta contraria alla Legge divina, è giusto abolire la Legge divina e sostituirla con quella umana?”
Propongo una risposta alla sezione seguente.
Democrazia e Teocrazia.
La domanda era: “Se la maggioranza di un popolo si esprime in favore di una legge umana che risulta contraria alla Legge divina, è giusto abolire la Legge divina per sostituirla con quella umana?”
So che a questa domanda, posta alla fine della sezione precedente, qualcuno vorrebbe rispondere che agire così è un bene. Forse è convinto che la democrazia può essere applicata alla religione allo stesso modo che si applica alla politica. Ma la cosa non ha senso. Quanto segue ha per scopo di aiutare le anime di buona fede a fare un po’ di luce su tale questione.
Chi vive nel mondo occidentale in questo XX secolo, è spinto suo malgrado a considerare la democrazia come un valore assoluto (anziché relativo), e a considerare la teocrazia come un valore relativo (anziché assoluto). Da qui l’importanza di iniziare il ragionamento spiegando l’origine e il valore dei due concetti. Il concetto di democrazia esprime un potere che appartiene al popolo (demos = popolo; kratos = potere), e che il popolo trasferisce a delle persone da lui elette periodicamente al governo della nazione. Il concetto di teocrazia invece esprime l’idea di un potere che appartiene a Dio (theos = dio; kratos = potere). Questo potere, che è spirituale anziché politico, è nelle mani dei rappresentanti di Dio che sono i vescovi, quelli che spiritualmente sono uniti al Papa. I nostri recenti governi sono stati fondati sulla democrazia. La Chiesa, al contrario, è stata fondata da Gesù Cristo come una teocrazia
Anche Israele all’inizio, pur essendo nazione, era stato fondato da Dio come una teocrazia. In una teocrazia le leggi di governo non mutano, a meno che Dio stesso non intervenga a mutarle. Quello che è divino ha un valore assoluto (sempre). Quello che è umano invece ha un valore relativo (sempre). Questo chiarisce almeno un punto: che democrazia e teocrazia sono due realtà distinte, differenti. Essendo differenti, la logica non permette di dire che l’una vale l’altra, considerarle tali, agire come se lo fossero.
Malgrado ciò, è facile constatare che esiste oggi un movimento che vorrebbe negare questa logica elementare. Basti pensare che da qualche anno un numero sempre più importante di vescovi, di teologi, di preti cattolici, rifiutano l’autorità del Papa col pretesto che il Papa non è qualificato per prendere posizione contro i sondaggi, che come si sa esprimono le opinioni delle maggioranze. È evidente che questi alti o bassi prelati, pur sapendo che la Chiesa di Dio è teocratica per definizione, agiscono come se tale Chiesa potesse funzionare con le regole della democrazia. Sembra che essi vogliano insinuare che i sondaggi d’opinione, che sono il fondamento del processo democratico, potrebbero servire la religione come servono la politica. Detti prelati agiscono come se la Legge di Dio si potesse legittimamente rimpiazzare con una legge umana là dove una maggioranza di popolo lo richiedesse.
Non credo esista atteggiamento più pernicioso. Per verificare la natura del tranello basta ripensare a Mosé nel film “I Dieci Comandamenti”. Mosé scende dal Monte Sinai con le Tavole della Legge appena ricevute da Dio. Giunto a valle si accorge che durante la sua assenza il Popolo eletto, quasi tutto, si è messo contro Dio. Il nuovo dio scelto da detto Popolo è un idolo, un vitello d’oro. La mia domanda è: se nello scoprire l’infedeltà del suo popolo Mosé avesse sottomesso democraticamente la Legge di Dio al voto di questo benedetto popolo, chi avrebbe ottenuto la maggioranza dei suffragi? Dio oppure l’idolo?
La trappola di oggi è la stessa, ma non tutti riescono a vederla. Colui che ci riesce è perché non è più malato d’orgoglio, una malattia che distrugge la vista dell’anima, le pupille dell’anima. Il punto da osservare è il seguente: “La democrazia non è fatta per i rapporti che uniscono Dio all’uomo, ma per i rapporti che uniscono l’uomo all’uomo.” La democrazia è una relazione degli esseri umani tra di loro, la teocrazia invece è una relazione tra Dio e l’uomo. Lo conferma anche l’etimologia delle parole.
Esempio: la democrazia è come una linea orizzontale che unisce gli uomini andando da un punto all’altro della terra, la seconda è come una linea verticale che unisce il Cielo alla Terra e la Terra al Cielo (dall’alto al basso). Per visualizzare l’esempio citato, mi permetto di proporre lo schema seguente:
É facile capire che la teocrazia e la democrazia non sono la stessa cosa. In più, ognuna di esse occupa un posto che le è proprio ed esclusivo.
Stando le cose come stanno, non è possibile immaginare che la legge umana possa rimpiazzare la Legge divina senza che nulla cambi.
Conclusione: può un cristiano permettersi di rimpiazzare la Legge di Dio con una legge umana, e poi comportarsi come se la sua propria legge venisse da Dio? No. La Scrittura ammonisce: voler innalzare la legge umana a livello d i quella divina, voler mettere la legge umana al posto di quella divina (come si è tentato di fare durante la Rivoluzione Francese con il coronamento della dea Ragione sull’altare di Dio), equivale a mettere un idolo al posto di Dio. A nulla serve lo splendore dell’oro umano. Se questo peccato è commesso da una persona alla quale Dio ha già fatto il dono di rivelare Se stesso, detta persona pecca contro lo Spirito Santo. (“Impugnare la Verità conosciuta” è un peccato contro le Spirito Santo). 5
5 Come si pecca contro lo Spirito Santo? Il catechismo tradizionale parla di “SEI peccati contro lo Spirito Santo”, ma in realtà si tratta di sei versioni dello stesso peccato, che è un’offesa alla Verità conosciuta e poi rifiutata. Dette versioni si enunciano nel modo seguente: 1−PRESUNZIONE DI SALVARSI SENZA MERITO. (l’Inferno non c’é e tutti si salvano: falso). 2−IMPUGNARE LA VERITÀ CONOSCIUTA. (Lottare contro la Verità dopo averla conosciuta). 3−INVIDIA DELLA GRAZIA ALTRUI. (Invidiare con rancore coloro che ricevono da Dio dei carismi o dei favori speciali).
4−DISPERAZIONE DEI PECCATI. (Dire che Dio non può perdonarmi perché i miei peccati sono eccessivi). 5−OSTINAZIONE NEI PECCATI. (Ripetere gli stessi peccati, non per debolezza ma con orgogliosa ostinazione). 6−IMPENITENZA FINALE. (Arrivare in punto di morte e rifiutare i sacramenti che ci vengono proposti).
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