giovedì 14 gennaio 2021

Si vogliono chiudere loro gli orizzonti spirituali e imprigionare gli uomini tra loro, in questa massa umana che non sa più dove va, cosa fa, né cosa pensa.

 


La santità sacerdotale


La talare: una predicazione 

Voi siete venuti in seminario per incontrare Nostro Signore e, oggi, volete che ciò venga espresso con un segno esteriore che ormai testimonierà agli occhi del mondo che voi siete legati a Nostro Signore per sempre e che desiderate predicarLo, manifestarLo. Voi volete dimostrare il vostro attaccamento a Nostro Signore Gesù Cristo, manifestare la vostra fede nella Redenzione di Nostro Signore venuto nel mondo. Avete ragione, miei cari amici. Voi sarete gli araldi di Nostro Signore Gesù Cristo, Lo predicherete non fosse altro che con il vostro abito, con il vostro contegno. Questa sarà una eccellente predicazione per tutti quelli che v’incontreranno108.

 Si racconta, nella vita di san Francesco d’Assisi, che nel momento in cui andava a predicare nei borghi, nei paesi, egli si facesse accompagnare da frate Leone e, un giorno, disse a questo frate; “Venga, andiamo a predicare”. Ed ecco che san Francesco esce con frate Leone e attraversa la città di Assisi. E rimane in un silenzio completo, senza che gli esca di bocca una parola. E ritorna in convento. Frate Leone gli chiede: “Ma, frate Francesco, aveva detto che saremmo andati a predicare e non abbiamo detto niente!- Ebbene, gli risponde san Francesco, abbiamo predicato con il nostro abito. Girando per la città di Assisi con i nostri abiti, abbiamo predicato il Vangelo”109. Miei cari amici, è quello che la Chiesa vi chiede ora: predicare il Vangelo semplicemente con il vostro abito, che esprime proprio il distacco dalle cose del mondo per attaccarvi a Nostro Signore Gesù Cristo110.

La vestizione è un gran cambiamento nella vostra vita. Non solo è un cambiamento esteriore, ma anche interiore. Bisognerà che siate degni dell’abito che portate. Anche il mondo pagano che rifiuta Dio, che lotta contro Dio, aspetta da voi questa testimonianza; a maggior ragione i cristiani che hanno conservato la fede e che oggi sono smarriti. “Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in terra così in Cielo” (Mt 6, 10), ecco cosa ci ha insegnato Nostro Signore ed insegnerete voi ai vostri fedeli. Essi hanno bisogno di sapere che Nostro Signore Gesù Cristo deve regnare, non soltanto in Cielo, ma quaggiù, nei nostri cuori, nelle nostre anime, nelle famiglie, nella società. Tutto appartiene a Nostro Signore, tutto è Suo. Noi non abbiamo il diritto di sottrarre nulla al suo Regno111.

Voi sarete così un segno di speranza. Il mondo muore per la mancanza di speranza, per la disperazione, perché si vogliono costringere gli uomini in una condizione terrena. Si vogliono chiudere loro gli orizzonti spirituali e imprigionare gli uomini tra loro, in questa massa umana che non sa più dove va, cosa fa, né cosa pensa. Li si vuole assetati dei beni del mondo perché non pensino più a Dio, né ai beni spirituali, né alla vita eterna. Ebbene, voi sarete il segno di questa speranza, perché la vostra talare è il segno dell’abbandono delle cose del mondo per legarsi alle cose celesti ed alle cose spirituali. Ora la speranza consiste precisamente nel fissare il nostro sguardo sui beni eterni. Voi camminate con lo sguardo fisso alla vita eterna e questo, la gente lo sa, lo capisce. Così facendo, voi farete loro del bene, li consolerete, mostrerete loro che la vera libertà non consiste nel vivere chiusi in questo mondo; tutto il contrario! Quello è il segno della schiavitù. La libertà consiste nel liberarsi dalle cose del mondo per attaccarsi ai beni eterni. La sera, a compieta, voi cantate: “Tu ci hai fondati sulla speranza” (Sal 4, 10)112. Sì, davvero il buon Dio ci ha dato un’anima che ha bisogno dei beni eterni. Allora noi, durante il nostro pellegrinaggio quaggiù, dobbiamo tenere gli occhi rivolti al Cielo. Voi sarete quindi un segno di speranza113.

L’abito clericale indica agli occhi del mondo la santità della Chiesa, cioè il distacco dalle cose del mondo e la vostra consacrazione a Nostro Signore Gesù Cristo. Che esempio darete della presenza di Nostro Signore Gesù Cristo in questo mondo, della presenza del suo sacerdozio! Come ha bisogno, il mondo, di vedere questo!

Com’è triste pensare che la cerimonia che facciamo noi, oggi non esiste più! Forse che non c’è più bisogno di manifestare Gesù Cristo al mondo? Non è forse il ruolo principale della Chiesa? Un mondo senza Gesù Cristo è un mondo senza Dio, un mondo perduto, un mondo destinato ad andare all’inferno. Soltanto Gesù Cristo è la nostra salvezza, la nostra gioia, la nostra ragion d’essere.

Allora voi manifesterete che credete in Nostro Signore Gesù Cristo, che credete nel suo sacerdozio, e in questo rendete un servizio inestimabile alle anime ed alla santa Chiesa114.

Mons. Marcel Lefebvre

Nessun commento:

Posta un commento