sabato 7 agosto 2021

IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY

 

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Il mercoledì 9 agosto, l'abate Vianney si presentò all'ufficio dell'arcivescovado e Mons. Courbon gli consegnò le lettere testimoniali, nelle quali era scritto che l'abate Vianney poteva essere ordinato per la diocesi di Lione, colla clausola che solamente più tardi, a beneplacito dell'Ordinario proprio, riceverebbe le facoltà per le confessioni. Ma i pensieri degli uomini non sono i pensieri di Dio 9, ed il giovane e timido diacono che si lasciava partire solo per Grenoble avrebbe dovuto passare tre quarti della sua vita rinchiuso nel celebre confessionale di Ars. «La Chiesa - conchiudeva Mons. Courbon, mettendo la sua firma - non ha bisogno solamente di preti sapienti, ma anche e soprattutto di preti pii»10.  

Sotto il sole d'agosto, l'abate Vianney, portando un piccolo pacco con qualche provvista, ed un camice per la sua prima Messa11, percorse da solo ed a piedi i cento chilometri che separano Lione da Grenoble. L'aspirante al Sacerdozio, che vedeva ora coronato felicemente il suo grande desiderio, fece allegramente questo viaggio ancora pericoloso) perché allora la Francia era stata di nuovo invasa e la via del Delfinato era seminata di nemici in armi. Cosa faceva questo giovane in veste talare, solo, su vie malsicure? Non era forse una spia a servizio della; Francia? Gli Austriaci del corpo di Bubna gli lanciavano invettive nella loro lingua gutturale. Si ricorderà un giorno il nostro Santo di questo idioma incompreso per paragonarlo ad un altro idioma, più barbaro ancora ... Più volte fu fermato dai soldati che lo minacciarono colle baionette.  

Finalmente, la sera del giorno 12, l'ordinando di Lione veniva ricevuto al Seminario maggiore di Grenoble, in via Vieux-Temple, ed il giorno seguente, XIII domenica dopo Pentecoste, prestissimo, lo si condusse alla Cappella, che prima della Rivoluzione era stata la Chiesa dei Minimi.  

Anche Mons. Simon veniva in un equipaggio molto semplice. Era un prelato profondamente pio, pieno di cuore e di condiscendenza. Quando gli si disse che lo si aveva scomodato per poco, cioè per una sola ordinazione di un prete, e, per  di più, di un prete d'altra diocesi, egli guardò un momento questo diacono dal viso d'asceta, che veniva senza essere accompagnato né da parenti, né da amici, e rispose con un sorriso: «Non è una fatica troppo grave, quando si tratta di ordinare un buon prete». 12  

 Incapace di esprimere quello che era passato nella sua anima, l'abate Vianney non rivelò le emozioni di quel giorno; ma più tardi quando ne parlerà nei suoi catechismi - e lo farà molto di spesso - rivivrà le impressioni intraducibili di quella mattina 13 agosto 1815: «Oh, come è cosa grande il prete! Il prete non si comprenderà bene che nel Cielo ... Se comprendesse qui che cosa è, ne morrebbe non di spavento, ma di amore»13.  

Finalmente a ventinove anni e tre mesi, dopo tante incertezze tanti insuccessi e tante lagrime, Giovanni Maria vedeva aprirsi davanti a sé le porte del santuario. Dall'istante della sua ordinazione considerò sé stesso, corpo ed anima, come un vaso sacro, destinato unicamente ad un ministero divino.  

Fin dal tempo della sua giovinezza, quando si trovava ancora presso i suoi parenti di Dardilly, aveva detto alla sua piissima madre: «Se io fossi prete, vorrei guadagnare molte anime!» 14 Precisamente allora le anime lo attendevano ...  

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Canonico FRANCESCO TROCHU 

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