mercoledì 22 settembre 2021

IL CASO DEL PRETE PECCATORE SALVATO DA MARIA

 


Introduzione


     Il male mi circondava da ogni parte e non c'era nessuno che mi aiutasse. Mi sono ricordato della tua misericordia, o Signore, perché tu liberi coloro che confidano nel tuo aiuto. {SccU. LI, 10, 11).

    La Chiesa invoca la Beata Vergine sotto il titolo di Consolatrice degli afflitti, perché vede continuamente i suoi figli sperimentare i felici effetti della sua misericordiosa assistenza. Sant'Epifanio la suppone "Piena di occhi", multoculam per mostrare che ci guarda tutti allo stesso tempo per scoprire i nostri bisogni e darci consolazione.

    E infatti questa buona Madre si preoccupa sempre di far sentire a tutti gli uomini gli effetti della sua tenera carità; la sua compassione non risparmia nessuno, ed è sufficiente che noi soffriamo perché Maria sia pronta ad aiutarci. Ella versa sulle nostre ferite il balsamo consolatore e ci dà il vino che rafforza le nostre anime, per sopportare con rassegnazione il peso della croce che la Divina Provvidenza ha voluto mandarci, e in questo senso San Bonaventura applica le parole che Boaz rivolse a Ruth: "Benedetta sei tu, figlia del Signore, perché gli ultimi atti della tua misericordia hanno superato i primi".

   Con questa applicazione il Santo vuole farci capire che se la compassione di Maria per gli infelici era grande mentre rimaneva sulla terra, oggi che è in cielo è infinitamente più grande; da lì conosce meglio le nostre miserie e può consolarci meglio; perché durante la sua vita non ha occupato che un breve spazio né ha visto altri mali che quelli che la circondavano, e oggi estende il suo sguardo protettivo a tutto l'universo, di cui è Regina, accogliendo nel suo seno materno tutti gli infelici.

   Per questo motivo è stata paragonata al sole; perché come nessun uomo può sfuggire alla luce di questa stella luminosa, così tutti i cristiani partecipano all'influenza benefica della carità di Maria. Il suo ardore nel soccorrere gli infelici è continuo, universale e immenso, e sono queste tre circostanze che San Bonaventura spiega quando le dice: "Così grande, o Maria, è la cura che hai per gli afflitti, che si può pensare che tu non abbia altro desiderio che alleviarli, e nessun'altra occupazione che consolarli.

    La Beata Vergine, per la sua tenera sollecitudine nel fornirci tutte le consolazioni di cui abbiamo bisogno, è come gli angeli, dei quali è detto nella Sacra Scrittura che salgono e scendono continuamente dal cielo alla terra. Lo stesso vale per il Consolatore degli afflitti: Lei discende dal cielo per distribuire le sue consolazioni sulla terra, e ascende al cielo per rendere presente al Signore il bisogno che abbiamo della sua assistenza; così che lei si prende continuamente cura di noi in cielo e sulla terra, e questo senza dubbio Sant'Andrea Avelino intendeva implicare quando, usando un'espressione familiare ma molto significativa per esprimere lo zelo di Maria nel consolarci dalle nostre afflizioni, la chiamò l'amministratrice del paradiso, manifestando così che lei si occupa di tutte le nostre necessità e se ne prende costantemente cura; Perché come una buona madre che veglia sul suo bambino, non solo quando la sua situazione richiede le sue cure, ma anche quando è in pericolo, Maria ci libera dai mali o ci preserva da essi.

    Il Signore è impenetrabile nei suoi disegni, e nessuno, secondo San Paolo, può indagare i suoi adorabili segreti; ma tuttavia, visto che ha fatto passare Maria attraverso tutti gli stati in cui si può trovare una creatura sulla terra, non si può dire che sia stato per farle conoscere tutte le situazioni in cui si possono trovare gli sventurati! San Germain dice che "in Maria lo schiavo trova la sua redenzione, il malato la sua salute, l'afflitto la sua consolazione e il peccatore il suo perdono.

È così grande il desiderio di questa Madre di bontà di favorirci quando siamo sfortunati che, secondo San Bonaventura, è altrettanto risentita quando non le chiediamo nulla, come "se il suo culto e le pratiche in suo onore fossero disprezzate". Preghiamola dunque di confortarci nelle nostre pene, di soccorrerci nelle nostre necessità e nei nostri mali, qualunque essi siano, o persuadiamoci che verrà in nostro soccorso con mezzi sconosciuti alla nostra limitata intelligenza, ma che le sue mani divine ci condurranno a un punto al quale non avremmo mai osato aspirare, e i cui felici risultati saranno infinitamente più grandi di quanto potremmo desiderare.

    E come potrebbe essere altrimenti? Non è forse scritto nei libri sacri che il sole della misericordia deve precedere la redenzione?

    E cos'è questa stella della misericordia, se non il nostro generoso consolatore, attraverso il quale tutti gli uomini possono avvicinarsi a Dio, che è il Padre di ogni consolazione e di ogni misericordia?

    L'abate Guenée fa dire a Gesù Cristo, parlando della Santa Vergine: "Su di te ho posto il trono della mia misericordia, e attraverso di te ascolterò le "suppliche dei mortali". Tale è anche il sentimento della Chiesa quando, rivolgendosi a Maria, le dice: "Volgi i tuoi occhi misericordiosi su di noi". E Santa Gertrude ci assicura che questa buona Madre può "volgere lo sguardo compassionevole del suo Figlio divino verso tutti gli infelici che la invocano".

    Diciamo a Maria, con l'abate Adamo: "O Madre di grazia, la tua misericordia è uguale alla tua potenza!

    Quando non ha avuto compassione per gli sfortunati?

    Quando hai mancato di aiutarli?



Il sacerdote peccatore

  Un prete vizioso, disperando della sua salvezza, si abbandona alle sue abitudini criminali, ma mettendo la sua fiducia in Maria, si converte e muore santamente.

    Mentre San Francesco Borgia, generale della Compagnia di Gesù, era a Roma, un ecclesiastico venne a parlargli. Ma il Santo, che in quel momento era molto occupato, mandò al suo posto Padre Acosta, al quale l'ecclesiastico riferì quanto segue:

    Sono, disse, un prete e un predicatore: ho profanato il santo abito che indosso con i più vergognosi disordini, e per coronare le offese che ho fatto a Dio, sono arrivato a diffidare della sua infinita misericordia. Un giorno, quando avevo appena finito di predicare contro "i peccatori ostinati che vivono avvolti nel peccato e disperano del perdono, un uomo venne da me per confessarsi, e dopo avermi raccontato la sua storia in dettaglio, concluse dicendo che era irrimediabilmente dannato. Per adempiere al mio ministero gli risposi che se cambiava la sua vita poteva aspettarsi tutto dalla bontà di Dio.

    Allora l'uomo si alzò e "mi disse: "E tu che sei così bravo a predicare agli altri, perché, se vivi nella disperazione, non rinunci al peccato? Torna al Signore ed egli ti perdonerà". Dopo aver detto queste parole, scomparve, lasciandomi con la ferma intenzione di approfittare del suo avvertimento, e per qualche tempo abbandonai le mie cattive abitudini.

    Ma poi tornai a peccare come prima, e un giorno, mentre stavo festeggiando, Gesù Cristo mi parlò sensibilmente nell'Ostia: "Perché mi maltratti", mi disse, "che ti tratto così bene? Questo avvertimento mi fece pensare di nuovo a convertirmi; ma non ero più forte di prima e tornai alle mie vecchie abitudini. Oggi, infine, mentre ero solo nella mia stanza, ho visto un giovane entrare e tirare fuori da sotto il mantello un calice, e da esso un'ostia, e guardandomi con occhi ardenti di rabbia, mi ha detto: "Riconosci il Signore che mi ha dato questo calice?

 Riconoscete il Signore che tengo nelle mie mani? 

 Ti ricordi tutte le grazie che ti ha dato?


     Bene, ecco la punizione per la vostra ingratitudine. Ha estratto una spada dalla vita e stava per togliermi la vita. Mi inginocchiai ed esclamai: "In nome di Maria e per il suo amore, vi prego di lasciarmi vivere per fare penitenza. Il giovane sospese il colpo e mi disse: Solo questa risorsa ti è rimasta per salvarti dalla morte; ma approfittane, perché è l'ultima per te. Poi è scomparso, e sono venuto a pregarla di ammettermi nella Società". Padre Acosta cercò di incoraggiare l'ecclesiastico, che su consiglio di San Francesco entrò, non nella Compagnia, ma in un altro Ordine religioso dove visse e morì santamente. (Preso da Bovio).


   Nostra nota: San Francesco Borgia fece molto bene e con grande prudenza a non ammetterlo alla Compagnia di Gesù, felicemente il sacerdote reagì, abbandonò le sue abitudini e morì in Grazia di Dio, tutto per intercessione della Beata Vergine.


   Estratto gratuito del libro con approvazione ecclesiastica: "Annuario di Maria" scritto da Monsignor Menghi D' Arville. 


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