Il Mistero dell’Iniquità
Nota 454 (Continua)
Notizie provenienti dal Pakistan qualche giorno prima che avvenissero gli attacchi, riportarono che nei giorni immediatamente precedenti agli attacchi dell’11 settembre, Osama bin Laden era stato ricoverato in un ospedale Pachistano per una malattia ai reni. Il fatto poi che quegli aerei siano stati dirottati, è una speculazione del tutto priva di prove fattuali e circostanziate. Il Colonnello Donn de Grand-Prè, un ex ufficiale dell’Aviazione degli Stati Uniti, durante un’intervista all’Alex Jones Show del 2004, ha dichiarato che all’epoca degli attacchi era costantemente in contatto con lo Stato Maggiore Congiunto (JCS), e che quest’ultimo sapeva bene che gli aerei usati negli attacchi dell’11 settembre non erano stati dirottati.
David Ray Griffin ha sottolineato come i vari dettagli della versione ufficiale data dal governo “cadano” uno dopo l’altro, non appena vengono sottoposti ad un’analisi seria, e che “una delle cose a cadere per prime è l’idea stessa che vi fossero dei dirottatori di al-Qaeda su quegli aerei.” Griffin affronta quest’argomento nel suo libro, e le sue congetture si basano sui tabulati delle presunte telefonate che sarebbero state effettuate da quei velivoli. Gli investigatori dell’FBI hanno verificato che i tabulati telefonici dimostrano che la presunta chiamata fatta da Barbara Olson sul Volo 77, in realtà non è mai avvenuta. L’FBI, spiega Griffin, “non ha dato alcun sostegno all’affermazione secondo cui quelle telefonate di Barbara Olson ‘siano mai avvenute’… Il rapporto dell’FBI sulle chiamate effettuate dal Volo 77 dell’American Airlines, afferma che Barbara Olson provò a fare una telefonata, ma che questa non ebbe esito, e che pertanto (com’è ovvio) durò ‘0 secondi’ in tutto.” La tecnologia per fare queste chiamate, durante i voli di linea non esisteva, nel 2001, e non sarebbe stata disponibile fino al 2004. Non solo non c’era la possibilità tecnologica di poterle effettuare, ma anche il contenuto delle telefonate registrate e partite teoricamente dagli aeroplani durante il presunto dirottamente è molto dubbio e aggiunge ulteriori prove a supporto dell’unica conclusione ragionevole, e cioè che quelle chiamate sono un falso, costruito da chi ha organizzato il tutto (la CIA), in modo da poter incolpare i suoi stessi agenti arabi, arruolati per l’occasione.
Gli aerei che hanno effettuato gli attacchi hanno compiuto delle manovre che solo dei piloti militari sarebbero stati in grado di effettuare. I presunti attentatori, che secondo la versione ufficiale avrebbero pilotato quei jet di linea, avevano appreso solo i rudimenti del volo e avevano a malapena le capacità di pilotare piccoli aerei a motore singolo. I jet in questione erano equipaggiati con sistemi anti-dirottamento, che consentono ai piloti di premere un pulsante che attiva il controllo a distanza dell’aviogetto al primo segnale di pericolo.
Alcuni dei presunti dirottatori sarebbero poi stati avvistati (vivi e vegeti) dopo gli attentati dell’11 settembre. Saeed Al-Ghandi, il cui passaporto fu trovato tra le macerie del Pentagono e che viene considerato dall’FBI uno dei dirottatori dell’aeroplano che gli si era schiantato contro, è stato intervistato successivamente dal giornale di Londra Ashara Al Awsat.
Il padre di Mohammed Atta, il presunto anello di collegamento dei presunti attentatori, afferma che suo figlio gli parlò qualche giorno dopo gli attacchi; eppure, la persona che gli fece il check-in all’aeroporto Logan, disse di ricordarsi perfettamente di avergli consegnato le carte d’imbarco per il volo in questione. Un altro presunto dirottatore del Volo 11 dell’American Airlines, Walid Al Shehri, sta decisamente in salute ed è attualmente pilota della Royal Saudi Airlines. Al Shehri ha negato il proprio coinvolgimento nei terribili attentati dell’11 settembre, e afferma d’essere stato in Marocco durante quei giorni. Riconosce d’essersi addestrato al volo a Daytona Beach e di essere il Walid Al Shehri accusato dall’FBI per concorso nel dirottamento del Volo 11. Abdulaziz Al Oman, presunto dirottatore del Volo 11, è attualmente un impiegato della Saudi Telecoms. Il Dipartimento di Giustizia sembra non avere alcun interesse nel rintracciare queste persone o nel farle estradare, perché il fatto stesso che siano vive smonta l’intero teorema che li vedeva a bordo degli aeroplani che si schiantarono l’11 settembre. Se effettivamente queste persone si trovavano a bordo di quegli aerei, è ovvio che non li hanno dirottati né tantomeno che siano morti, riuscendo pertanto ad atterrare tranquillamente. La ‘ricostruzione ufficiale’ degli eventi, secondo la quale si è trattato di un dirottamento, è pertanto priva di fondamento, e alla luce delle prove disponibili è chiaramente impossibile.
Il documentario Loose Change, Second Edition introduce delle prove decisive a sostegno del fatto che il Volo 93, che secondo il governo si sarebbe schiantato a Shanksville, in Pennsylvania, in realtà era stato mandato a Cleveland, dov’è tranquillamente atterrato, mentre tutti i passeggeri sono stati presi in custodia dalla FEMA (l’Agenzia Federale per la gestione delle emergenze). L’aereo in questione è rimasto in servizio dopo gli attentati, fino al momento in cui è stato realizzato il documentario.
Sul luogo dove si sarebbe schiantato il Volo 93 non v’erano tracce identificabili di uno schianto aereo: non c’erano i relitti dell’aeroplano, non c’erano resti umani, non c’erano valigie, in sostanza non c’era nessuna prova evidente che un qualsiasi aereo si fosse schiantato in quel punto. Ciò che colpì maggiormente gli investigatori ed i giornalisti accorsi sulla scena, fu il fatto che in quell’area non vi fosse nient’altro che un cratere (simile a quello che si può ottenere sganciando una bomba aerea) e qualche piccolo pezzo di rottame non identificabile – insomma, la totale mancanza di qualsiasi prova che potesse indicare lo schianto di un aereo in quel punto. Secondo l’Operation Northwoods, il documento del Pentagono nel quale si delineavano i dettagli di una simulazione di dirottamento terroristico e la conseguente esplosione degli aerei, quei velivoli avrebbero dovuto essere dirottati e fatti atterrare presso un aeroporto remoto, facendovi scendere tutti i passeggeri ed il loro equipaggio. A questo punto, dei droni senza equipaggio, costruiti in modo da sembrare identici agli aerei dirottati, sarebbero stati inviati al loro posto e usati nell’operazione terrorista sotto false insegne. Quale sia stata la sorte dei passeggeri e dell’equipaggio è una domanda alla quale solo la FEMA potrebbe rispondere, ma sino ad oggi non l’ha fatto.
Padre Paul Kramer
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