sabato 11 settembre 2021

Il Mistero dell’Iniquità

 


Il Mistero dell’Iniquità


Nota 454 (Continua)

Notizie provenienti dal Pakistan qualche giorno prima che avvenissero  gli attacchi, riportarono che nei giorni immediatamente precedenti  agli attacchi dell’11 settembre, Osama bin Laden era stato ricoverato in  un ospedale Pachistano per una malattia ai reni. Il fatto poi che quegli aerei siano stati dirottati, è una speculazione del tutto priva di prove  fattuali e circostanziate. Il Colonnello Donn de Grand-Prè, un ex ufficiale  dell’Aviazione degli Stati Uniti, durante un’intervista all’Alex Jones Show  del 2004, ha dichiarato che all’epoca degli attacchi era costantemente in  contatto con lo Stato Maggiore Congiunto (JCS), e che quest’ultimo sapeva  bene che gli aerei usati negli attacchi dell’11 settembre non erano stati  dirottati.

David Ray Griffin ha sottolineato come i vari dettagli della versione  ufficiale data dal governo “cadano” uno dopo l’altro, non appena vengono  sottoposti ad un’analisi seria, e che “una delle cose a cadere per prime  è l’idea stessa che vi fossero dei dirottatori di al-Qaeda su quegli aerei.”  Griffin affronta quest’argomento nel suo libro, e le sue congetture si basano  sui tabulati delle presunte telefonate che sarebbero state effettuate da quei  velivoli. Gli investigatori dell’FBI hanno verificato che i tabulati telefonici  dimostrano che la presunta chiamata fatta da Barbara Olson sul Volo 77,  in realtà non è mai avvenuta. L’FBI, spiega Griffin, “non ha dato alcun  sostegno all’affermazione secondo cui quelle telefonate di Barbara Olson  ‘siano mai avvenute’… Il rapporto dell’FBI sulle chiamate effettuate dal  Volo 77 dell’American Airlines, afferma che Barbara Olson provò a fare  una telefonata, ma che questa non ebbe esito, e che pertanto (com’è ovvio)  durò ‘0 secondi’ in tutto.” La tecnologia per fare queste chiamate, durante i  voli di linea non esisteva, nel 2001, e non sarebbe stata disponibile fino al  2004. Non solo non c’era la possibilità tecnologica di poterle effettuare, ma  anche il contenuto delle telefonate registrate e partite teoricamente dagli  aeroplani durante il presunto dirottamente è molto dubbio e aggiunge  ulteriori prove a supporto dell’unica conclusione ragionevole, e cioè che  quelle chiamate sono un falso, costruito da chi ha organizzato il tutto (la  CIA), in modo da poter incolpare i suoi stessi agenti arabi, arruolati per  l’occasione. 

Gli aerei che hanno effettuato gli attacchi hanno compiuto delle manovre  che solo dei piloti militari sarebbero stati in grado di effettuare. I presunti  attentatori, che secondo la versione ufficiale avrebbero pilotato quei jet  di linea, avevano appreso solo i rudimenti del volo e avevano a malapena  le capacità di pilotare piccoli aerei a motore singolo. I jet in questione  erano equipaggiati con sistemi anti-dirottamento, che consentono ai piloti  di premere un pulsante che attiva il controllo a distanza dell’aviogetto al  primo segnale di pericolo. 

Alcuni dei presunti dirottatori sarebbero poi stati avvistati (vivi  e vegeti) dopo gli attentati dell’11 settembre. Saeed Al-Ghandi, il cui  passaporto fu trovato tra le macerie del Pentagono e che viene considerato  dall’FBI uno dei dirottatori dell’aeroplano che gli si era schiantato contro, è  stato intervistato successivamente dal giornale di Londra Ashara Al Awsat. 

Il padre di Mohammed Atta, il presunto anello di collegamento dei presunti  attentatori, afferma che suo figlio gli parlò qualche giorno dopo gli attacchi;  eppure, la persona che gli fece il check-in all’aeroporto Logan, disse di  ricordarsi perfettamente di avergli consegnato le carte d’imbarco per il  volo in questione. Un altro presunto dirottatore del Volo 11 dell’American  Airlines, Walid Al Shehri, sta decisamente in salute ed è attualmente pilota della Royal Saudi Airlines. Al Shehri ha negato il proprio coinvolgimento  nei terribili attentati dell’11 settembre, e afferma d’essere stato in Marocco  durante quei giorni. Riconosce d’essersi addestrato al volo a Daytona  Beach e di essere il Walid Al Shehri accusato dall’FBI per concorso nel  dirottamento del Volo 11. Abdulaziz Al Oman, presunto dirottatore del Volo  11, è attualmente un impiegato della Saudi Telecoms. Il Dipartimento di  Giustizia sembra non avere alcun interesse nel rintracciare queste persone  o nel farle estradare, perché il fatto stesso che siano vive smonta l’intero  teorema che li vedeva a bordo degli aeroplani che si schiantarono l’11  settembre. Se effettivamente queste persone si trovavano a bordo di quegli  aerei, è ovvio che non li hanno dirottati né tantomeno che siano morti,  riuscendo pertanto ad atterrare tranquillamente. La ‘ricostruzione ufficiale’  degli eventi, secondo la quale si è trattato di un dirottamento, è pertanto  priva di fondamento, e alla luce delle prove disponibili è chiaramente impossibile. 

Il documentario Loose Change, Second Edition introduce delle prove  decisive a sostegno del fatto che il Volo 93, che secondo il governo si sarebbe  schiantato a Shanksville, in Pennsylvania, in realtà era stato mandato a  Cleveland, dov’è tranquillamente atterrato, mentre tutti i passeggeri sono  stati presi in custodia dalla FEMA (l’Agenzia Federale per la gestione delle  emergenze). L’aereo in questione è rimasto in servizio dopo gli attentati,  fino al momento in cui è stato realizzato il documentario.

Sul luogo dove si sarebbe schiantato il Volo 93 non v’erano tracce  identificabili di uno schianto aereo: non c’erano i relitti dell’aeroplano,  non c’erano resti umani, non c’erano valigie, in sostanza non c’era nessuna  prova evidente che un qualsiasi aereo si fosse schiantato in quel punto. Ciò  che colpì maggiormente gli investigatori ed i giornalisti accorsi sulla scena,  fu il fatto che in quell’area non vi fosse nient’altro che un cratere (simile a  quello che si può ottenere sganciando una bomba aerea) e qualche piccolo  pezzo di rottame non identificabile – insomma, la totale mancanza di  qualsiasi prova che potesse indicare lo schianto di un aereo in quel punto.  Secondo l’Operation Northwoods, il documento del Pentagono nel quale  si delineavano i dettagli di una simulazione di dirottamento terroristico e la  conseguente esplosione degli aerei, quei velivoli avrebbero dovuto essere  dirottati e fatti atterrare presso un aeroporto remoto, facendovi scendere  tutti i passeggeri ed il loro equipaggio. A questo punto, dei droni senza  equipaggio, costruiti in modo da sembrare identici agli aerei dirottati,  sarebbero stati inviati al loro posto e usati nell’operazione terrorista sotto  false insegne. Quale sia stata la sorte dei passeggeri e dell’equipaggio è una  domanda alla quale solo la FEMA potrebbe rispondere, ma sino ad oggi  non l’ha fatto.

Padre Paul Kramer

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