domenica 19 settembre 2021

LA ROVINA DELLA CITTÀ DI ROMA

 


Pene temporali pene eterne. 

4. Supponi qualunque tormento, escogita qualsiasi pena umana;  fa' il confronto con le pene dell'inferno e ti apparirà lieve tutto ciò  che soffri. Qui sia chi procura la pena, sia chi la patisce è limitato  nel tempo, là eterno. Forse che stanno ancora soffrendo coloro che  hanno avuto sofferenze al tempo della devastazione di Roma?  Mentre quel ricco [del Vangelo] 13 soffre ancora all'inferno; è arso,  arde, arderà fino a quando si presenterà al giudizio finale. Riavrà il  corpo, non per un vantaggio, ma ancora per il supplizio. Quelle  sono le pene che dobbiamo temere, se abbiamo timore di Dio. 

Qualunque cosa soffre l'uomo in questo mondo, se egli si corregge  è un emendamento, se non si corregge c'è una duplice punizione.  Perché qui soffrirà pene temporali e là sperimenterà quelle eterne.  Parlo alla Carità vostra, fratelli. Noi certamente lodiamo,  glorifichiamo, ammiriamo i santi martiri. Celebriamo i loro  anniversari con pia solennità, ricordiamo i loro meriti e per quanto  ci è possibile li imitiamo. Indubbiamente è grande la gloria dei  martiri, ma non credo che sia minore la gloria del santo Giobbe.  Tuttavia non gli si proponeva: " Da' l'incenso agli idoli, sacrifica a  dèi stranieri ", o: " Rinnega Cristo ". Gli si proponeva di  bestemmiare Dio. E neanche glielo si diceva con questo senso: " Se  bestemmierai, andrà via ogni infezione, ritornerà la salute ", ma  quella inetta e insulsa donna gli diceva: " Se bestemmierai morirai  e con la morte sarai liberato dai tormenti ". Come se a chi muore  bestemmiando non seguisse un eterno dolore! Quella fatua donna  inorridiva di fronte alla molestia della presente putredine e non  pensava minimamente alla fiamma eterna. Lui invece sosteneva le  pene presenti per non cadere nelle future. Tratteneva l'animo dai  cattivi pensieri, la lingua dalle maledizioni. Serbava l'integrità  dell'animo nella putrefazione del corpo. Vedeva le pene a cui si  sottraeva per il futuro, perciò sopportava le pene presenti. Così ogni cristiano quando soffre di qualche afflizione nella vita  temporale pensi alla Geenna e troverà lievi le sue sofferenze. Non  mormori contro Dio, non dica: " Dio, che cosa ti ho fatto da dover  soffrire queste pene? ". Anzi dica quello che Giobbe ammetteva,  benché santo: Hai esaminato tutti i miei peccati, e li hai chiusi  come in un sacchetto 14. Lui che pativa non per punizione ma per  prova non osava proclamarsi senza peccato. Così si comporti  ognuno nella sofferenza. 

Sant'Agostino

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