Padre, mi rifugio presso di te, nella tua tenerezza. Ho bisogno d'amarti in silenzio. Ho bisogno anzitutto di ,capacitarmi' che tu mi ami senza badare a quello che sono....
Se per venire a me tu hai attraversato l'infinito, certo attraverserai anche la bruttezza di cui mi sono cinto come d'un fossato colmo d'acqua melmosa....
Una cosa è certa, e bisogna ch'io me lo ripeta: io sono amato, io, proprio io. Sono amato, e tutto avvolto da una tenerezza nascosta eppure vigile.
Se mi trovassi in peccato, mi basterebbe chiedere perdono per far ricomparire il sorriso sulle labbra del Padre e farle schiudere alla parola.
Se invece non sono che un tiepido, privo di bellezza vera, tutto polveroso di peccati veniali, ebbene, devo credere lo stesso che l'Amore mi guarda: mi guarda come una mamma guarda il bimbo dispettoso, che s'è di nuovo impiastricciato il visetto con la marmellata rubata in dispensa....
Signore, conservami sempre in questa certezza che, per grazia singolare, ho dell'amor tuo, e là che io sempre ti veda come ti vedo ora: la stima che ho di me è assai misera, ma di te ho una stima immensa!
Se dovessi essere degno dell'amor tuo per osare d'accettarlo, non saresti più tu, non saresti l'Amore.
Tu mi ami, Signore: Fà che io ti ami.
P. Auguste Valensin
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