A Felicia Ulisse: “Fra un anno riavrai Francuccio”
Nella primavera del 1967 la signora Felicia Ulisse si recò a San Giovanni Rotondo per avere una parola di conforto da padre Pio: un anno prima aveva perduto un figlio di nove anni, Francuccio. Mentre il chirurgo operava per l’asportazione delle tonsille, recise di netto l’aorta al fanciullo, per cui la morte sopraggiunse immediata per dissanguamento.
Né lei, né il marito Amerigo se la sentirono di denunciare il medico, perché alla loro disgrazia non volevano far seguire dolore altrui. Erano buoni cristiani e vollero prendere dalle mani di Dio quanto egli permetteva nella loro vita.
Pur godendo la presenza di un altro figlio, quello più grande, la sofferenza della perdita del piccolo si faceva sentire sempre di più, e ad essa si aggiungeva il rammarico di non poter avere altre creature che potessero allietare la loro famiglia. Quando Felicia si accostò al confessionale e cominciò il colloquio con Padre Pio, fu tanto presa dalla dolcezza delle parole del Santo che si scordò del tutto della sua disgrazia.
Dopo aver ascoltato i suoi consigli e ricevuta l’assoluzione stava per allontanarsi dal confessionale, quando il Padre le domandò: “E di Francuccio, che ti è venuto a mancare, non mi dici niente? Nulla di tutto quello che ti è successo?” Quella mamma, a cui sembrava di vivere momenti di Cielo, ritornò alla dura realtà, ma, prima che potesse pronunciare qualche parola, il Padre le disse: “Stai tranquilla, fra un anno riavrai Francuccio.” Ritornò veramente confortata a San Benedetto del Tronto e dopo qualche mese rimase incinta.
Allo scadere dell’anno, come le aveva predetto il Santo, nacque un bambino, somigliante al figlio perduto. E gli fu imposto il suo nome ‘Francuccio.’
Conclude suor Silvia Zoccari che ci ha dato questa testimonianza: “È questa la storia incredibile di chi si affida a Dio. Vera però, che può essere raccontata dai familiari del bimbo morto.” 17
Giuseppe Caccioppoli
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