mercoledì 16 agosto 2023

Padri del deserto

 


Vita n. 2

La vita di Antonio

di Atanasio, vescovo di Alessandria


63. In seguito, in un'altra occasione, essendo sceso nelle celle esterne, gli fu chiesto di entrare in una nave e di pregare con i monaci, e solo lui percepì un odore estremamente sgradevole. Ma quelli a bordo dissero che il fetore proveniva dal pesce e dalla carne salata presenti nella nave. Egli rispose che l'odore era diverso da quello; e mentre parlava, un giovane con uno spirito maligno, che era venuto a nascondersi nella nave, gridò. Ma il demone, rimproverato nel nome del Signore Gesù Cristo, si allontanò da lui e l'uomo si ristabilì. E tutti seppero che il cattivo odore proveniva dal demonio.

64. E un altro, una persona di rango, venne da lui, posseduto da un demone; e il demone era così terribile che l'uomo posseduto non sapeva che stava venendo da Antonio. Ma mangiava persino gli escrementi del suo corpo. Allora quelli che lo portavano pregavano Antonio di pregare per lui. Antonio, impietosito dal giovane, pregò e vegliò con lui tutta la notte. Verso l'alba, il giovane attaccò improvvisamente Antonio e gli diede una spinta. Ma quando quelli che erano venuti con lui si arrabbiarono, Antonio disse: "Non arrabbiatevi con il giovane, perché non è lui, ma il demone che è in lui". Ed essendo stato rimproverato e ordinato di andare in luoghi asciutti, il demone è diventato pazzo furioso e ha fatto questo. Perciò rendete grazie al Signore, perché il suo attacco a me è un segno della partenza dello spirito maligno". Quando Antonio ebbe detto questo, subito il giovane si riprese e, tornato finalmente in sé, sapeva dove si trovava, salutò il vecchio e rese grazie a Dio.

65. E molti monaci hanno raccontato con la massima concordanza e unanimità che molte altre cose simili furono fatte da lui. Ma queste non sembrano così meravigliose come sembrano esserlo certe altre cose. Una volta, infatti, mentre stava per mangiare, essendosi alzato per pregare verso l'ora nona, si accorse di essere stato preso dallo spirito e, cosa meravigliosa da dire, stava in piedi e vedeva se stesso, per così dire, da fuori di sé, e che era condotto in aria da alcuni. Poi alcuni esseri amari e terribili stavano nell'aria e volevano impedirgli di passare. Ma quando i suoi conduttori si opposero, chiesero se non fosse responsabile nei loro confronti. E quando vollero fare il resoconto della sua nascita, i conduttori di Antonio li fermarono dicendo: "Il Signore ha cancellato i peccati dalla sua nascita, ma dal momento in cui è diventato monaco e si è dedicato a Dio, vi è permesso di fare un resoconto". Allora quando lo accusarono e non poterono condannarlo, la sua strada fu libera e senza ostacoli. E subito si vide, per così dire, arrivare e stare da solo, e di nuovo era Antonio come prima. Allora, dimenticandosi di mangiare, rimase per il resto del giorno e per tutta la notte a gemere e a pregare. Era infatti stupito quando vedeva contro quali potenti avversari è la nostra lotta e con quali fatiche dobbiamo passare attraverso l'aria. E si ricordò che l'Apostolo aveva detto: "Secondo il principe della potenza dell'aria [10]". Perché in esso il nemico ha il potere di combattere e di tentare di ostacolare coloro che passano. Perciò ha esortato caldamente: "Prendete tutta l'armatura di Dio, per poter resistere nel giorno malvagio [11]", affinché il nemico, "non avendo nulla di male da dire contro di noi, si vergogni [12]". E noi che abbiamo imparato questo, ricordiamoci dell'Apostolo quando dice: "Se nel corpo non lo so, o se fuori dal corpo non lo so; Dio lo sa [13]". Ma Paolo fu rapito al terzo cielo e, dopo aver udito cose inenarrabili, scese; mentre Antonio vide che era salito in aria e lottò finché non fu libero.

66. E gli fu concesso anche questo favore. Infatti, mentre sedeva da solo sul monte, se mai fosse stato perplesso nelle sue meditazioni, questo gli fu rivelato dalla Provvidenza nella preghiera. E l'uomo felice, come è scritto, fu istruito da Dio [14]. Dopo questo, mentre discuteva con alcuni uomini che erano venuti da lui sullo stato dell'anima e sulla natura del suo posto dopo questa vita, la notte seguente uno dall'alto lo chiamò dicendo: "Antonio, alzati, esci e guarda". Uscito dunque (perché sapeva a chi doveva obbedire) e guardando in alto, vide una figura in piedi e protesa verso le nuvole, alta, orrenda e spaventosa, e altre che salivano come se fossero alate. Il personaggio stese le mani e alcuni di quelli che stavano salendo furono fermati da lui, mentre altri volarono sopra e, fuggiti verso il cielo, furono portati in alto senza preoccupazioni. A questi il gigante digrignò i denti, ma si rallegrò per quelli che erano tornati indietro. E subito una voce giunse ad Antonio: "Capisci quello che vedi?". La sua comprensione si aprì ed egli capì che si trattava del passaggio delle anime e che l'essere alto che stava in piedi era il nemico che invidia i fedeli. E coloro che egli ha catturato e impedito di passare gli devono rendere conto, mentre coloro che non è riuscito a trattenere mentre passavano verso l'alto non gli sono stati sottomessi. Così, avendo visto questo, e per così dire ricordandosene, si sforzò ogni giorno di più di avanzare verso quelle cose che erano prima. E queste visioni non voleva raccontarle, ma siccome passava molto tempo in preghiera e si stupiva, quando quelli che erano con lui lo incalzavano con domande e lo costringevano, fu costretto a parlare, come un padre che non può nascondere qualcosa ai suoi figli. E pensò che, essendo la sua coscienza pulita, il racconto sarebbe stato utile per loro, affinché imparassero che la disciplina portava buoni frutti e che le visioni erano spesso il sollievo delle loro fatiche.


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